• Tra il dire e il fare : Bergoglio fratello dei gay scomunica prete australiano pro-gay

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     di Giulia De Baudi

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    Sono passati solo 10 mesi da quando i media italiani sollevarono le trombe per annunciare la benevolenza di Bergoglio verso gli omosessuali: «se uno è gay – disse a luglio del 2013 l’ex vescovo  in un intervista – e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo. Il problema per la Chiesa non è la tendenza. Sono fratelli. Quando uno si trova perso così va aiutato, e si deve distinguere se è una persona per bene».

     

    Allora la vulgata mediatica strillò di apertura sulle nozze omosessuali. In realtà, la posizione del Vaticano e del suo capo non è cambiata, ma per i media vale “la prima che ha detto”, il resto viene scientemente omesso dai media più importanti.
    Prova ne è la notizia della prima scomunica latae sententiae firmata da Papa Bergoglio: un sacerdote australiano, Padre Greg Reynolds, ha ricevuto la comunicazione di scomunica dal Vaticano attraverso l’arcivescovo della Diocesi di Melbourne, Denis Hart.

    Le motivazioni? A quanto scrive il National Catholic Reporter, un portale di informazione religiosa con sede a Kansas City, il prete è stato scomunicato per le sue posizioni di apertura sulle nozze omosessuali.

    La notizia ha trovato conferma in Vaticano: «Il dossier è stato curato dalla Congregazione per la dottrina della fede, anche se la scomunica è automatica e significa essere fuori dalla Chiesa, ovvero non poter ricevere nessun sacramento. In questo caso la decisione è stata presa per le posizioni del sacerdote che non collimano con la dottrina della Chiesa. Si tratta della prima scomunica del Pontificato di Papa Francesco. Ovviamente il procedimento era iniziato con Benedetto XVI, ma la decisione finale è stata di Papa Francesco».

    Come scrive Repubblica.it «Il documento della Santa Sede, scritto in latino e senza una spiegazione dettagliata, porta la data del 31 maggio. Già nel 2011 il sacerdote era stato sospeso dal suo ministero dall’arcivescovo di Melbourne. Padre Greg, dunque, non avrebbe potuto più celebrare la messa. Ma nonostante ciò, il sacerdote ha continuato a presiedere pubblicamente la celebrazione (…) Il prete ha anche fondato un movimento, chiamato “Inclusive Catholics”, che esprime posizioni di apertura e sostegno verso le nozze gay.»
    «Mi aspettavo di poter essere ridotto allo stato laicale
    – ha affermato padre Greg – ma di certo non mi sarei aspettato di essere scomunicato. Un tempo la scomunica era considerata un qualcosa di enorme, ma oggi le gerarchie ecclesiastiche hanno perso ogni fiducia e rispetto. Nessuno dal Vaticano mi ha mai contattato e non mi hanno dato alcuna spiegazione».
    Reynolds come successe a Giordano Bruno è accusato di eresia, secondo il Canone 751 del diritto canonico, ovvero «l’ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica o il dubbio ostinato su di essa».
    La decisione del Vaticano è definitiva : «Una scelta effettuata per il bene della Chiesa», si legge nella comunicazione a padre Greg Reynolds.

     

    Io non mi stupisco di questa scomunica. Sono 1700 anni che la chiesa cattolica si comporta in modo schizofrenico:  Bergoglio non fa altro che seguire quella tradizione millenaria. Ma d’altronde parafrasando Bergoglio francescano si potrebbe dire al suo alter ego gesuita «se uno è dissociato e cerca di curarsi da un buon psichiatra, chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare i dissociati, lo scrive il DSM-5 e lo disse anche Basaglia che di malattia mentale non ci ha mai capito nulla. Il problema non è la tendenza al disturbo psichico di chi dice una cosa e poi dissociandosi ne fa un’altra. Anche i dissociati sono fratelli. Quando uno si trova perso così va aiutato, e si deve distinguere tra schizofrenia simplex e alienazione mentale ormai cronicizzata».

    5 maggio 2014

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