–
La sonata dei salici che ridono
—
Imparò a riconoscere l’odore della belva
pronta ad azzannarle l’anima inquieta,
e a decifrare indizi di realtà
e maschere del desiderio fatuo.
Rimestò fango in un acquitrino muto
e prestò occhi alle mani
che avevano pescato fiori di loto.
E pianse quando si accorse che
non era inverno
ad abitarle il cuore.
E così piantò un ramo di biancospino
nel corpo rugoso di un vecchio albero
e attese senza fretta il cambio di musica.
Aveva raffinato i sensi
e colto la sonata dei salici che ridono.
–
Rosa Rivelli
anna schettini
13 Giugno 2012 @ 23:07
E pianse quando si accorse che
non era inverno
ad abitarle il cuore.
La conoscevo questa perla e l’avevo commentata da Rosa, lo stupore per queste parole fu tanto. Come a comprendere il suo stesso intenso dolore che si libera nell’affinare i sensi, per rinascere,
Dalla redazione
14 Giugno 2012 @ 11:35
Anna mi hai fatto venire i brividi, e non fa freddo. Mi piace quello che hai scritto e come lo hai scritto. Rosa Rivelli sa …. sa, punto. Gli chierò La supplicherò per poter pubblicare qualche sua poesia.
Grazie
Gian Carlo