Postato da Licia
T’ho costruito cantando
Io ti ho creato, ti ho inventata in Italia.
Ero solo.
Il mare tra le fenditure
spargeva violento
la sua spuma seminale
Così si preparava
la scabra primavera.
I semi addormentati schiudevano
i capezzoli bagnati,
segreta sete e sangue
ferivano la mia testa.
Io di mare e di terra
ti costruii cantando.
M’era necessaria la tua bocca, l’arco puro
del tuo piccolo piede, la tua chioma
di cereale tostato.
Io ti chiamai e venisti nella notte,
e alla luce semiaperta dell’aurora
trovai che tu esistevi
e che da me come dal mare la spuma
tu sei nata, piccola dea mia.
Dapprima fosti un seme coricato
che aspettava
sotto la terra scura
la crescita della primavera,
ed io che allora dormivo
sentii che mi toccavi
sotto la terra,
perché stavi per nascere e io ti avevo
seminato
nella mia esistenza. Poi il tempo
e l’oblio vennero
e io dimenticai che tu stavi con me
crescendo solitaria
dentro di me, e d’improvviso
trovai che la tua bocca
era uscita dalla terra
come un fiore gigante.
Eri tu che esistevi
Io ti avevo creato.
Il mio cuore allora
tremò riconoscendoti
e volle respingerti.
Ma non potemmo.
La terra era piena
di grappoli sacri.
Mare e terra nella tue mani
esplodevano
con i doni maturi.
E così la tua dolcezza si sparse
nel mio respiro e nei miei sensi
perché da me fosti creata
per aiutarmi
a vivere l’allegria.
E così, la terra,
il fiore e il frutto, fosti,
così dal mare venivi
immersa aspettando
e ti stendesti vicino a me nel sogno
da cui non ci svegliamo
(da: Le uve e il vento)