• Martha Medeiros “Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine …”

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    1martha

    Questo testo è stato attribuito, anche da noi, per molto tempo a Pablo Neruda. Grazie alla segnalazione di una lettrice abbiamo corretto la paternità di questo scritto di grande spessore umano e Gian Carlo Zanon l’ha ritradotto dallo spagnolo visto che le traduzioni che girano non sono corrette.

    Ci  scusiamo con i lettori e soprattutto con l’autrice per l’inconveniente. Abbiamo aggiunto anche il testo di Martha Medeiros in lingua originale.

    Giulia De Baudi

    Muore lentamente chi non cambia le proprie idee, chi non cambia il suo solito discorso, chi evita le proprie contraddizioni.

    Muore lentamente chi diviene schiavo delle proprie abitudini ripetendo tutti i giorni lo stesso tragitto e gli stessi acquisti allo stesso supermercato. Chi non cambia la marca, non rischia un nuovo colore, chi non da chiacchiera a chi non conosce.

     

    Muore lentamente chi fa della la televisione il suo guru e il suo su amico giornaliero. Molti non possono comprare un libro, o pagare il biglietto di un cinema, ma molti possono e senza dubbio alienano se stessi davanti a un tubo di immagini che porta informazioni e intrattenimenti più di quanto dovrebbe e che, con i suoi 14 pollici, occupa troppo spazio in una vita.

    Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero e non il bianco e la pioggerella piuttosto che un turbinio di emozioni indomabili, quelle che creano il brillio degli occhi, che trasformano gli sbadigli in sorrisi, che riscattano i cuori di fronte a urti e sentimenti.

     

    Muore lentamente chi non rovescia il tavolo quando è infelice del suo lavoro, chi non rischia ciò che è certo per l’incerto di un sogno, chi non si permette, una volta nella vita, di fuggire dai consigli sensati.

     

    Muore lentamente chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non ride di se stesso.

    Muore lentamente chi soffoca l’amor proprio. Può essere depressione, che è una malattia seria che necessita aiuto professionale, e quindi muore ogni giorno chi non si fa aiutare.

    Muore lentamente chi non lavora e non studia, e quasi sempre questa è una scelta non un destino; quindi un governo (di sé) trascurato può uccidere una buona parte della popolazione.

    Muore lentamente chi passa i giorni  lamentandosi della sfortuna o della pioggia incessante, desistendo da un progetto prima di iniziarlo, non facendo domande su un tema che non conosce, e non rispondendo quando gli chiedono ciò che egli sa.  

     

    Molta gente muore lentamente, e questa è la morte più ingrata e traditrice, e quando Lei si approssima veramente, siamo troppo stanchi per poter percorrere il poco tempo che ci rimane.  

     

    Che il domani dunque si trattenga a lungo per poter fare da noi i giorni. Giacché non possiamo evitare un finale repentino, almeno facciamo in modo di evitare la morte in piccole dosi. Ricordando sempre che essere vivi esige uno sforzo maggiore del semplice fatto di respirare.

     

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    A morte devagar

    Morre lentamente quem não troca de idéias, não troca de discurso, evita as próprias Morre lentamente quem não troca de idéias, não troca de discurso, evita as próprias contradições.


    Morre lentamente quem vira escravo do hábito, repetindo todos os dias o mesmo trajeto e as mesmas compras no supermercado. Quem não troca de marca, não arrisca vestir uma cor nova, não dá papo para quem não conhece.


    Morre lentamente quem faz da televisão o seu guru e seu parceiro diário. Muitos não podem comprar um livro ou uma entrada de cinema, mas muitos podem, e ainda assim alienam-se diante de um tubo de imagens que traz informação e entretenimento, mas que não deveria, mesmo com apenas 14 polegadas, ocupar tanto espaço em uma vida.

    Morre lentamente quem evita uma paixão, quem prefere o preto no branco e os pingos nos is a um turbilhão de emoções indomáveis, justamente as que resgatam brilho nos olhos, sorrisos e soluços, coração aos tropeços, sentimentos.

    Morre lentamente quem não vira a mesa quando está infeliz no trabalho, quem não arrisca o certo pelo incerto atrás de um sonho, quem não se permite, uma vez na vida, fugir dos conselhos sensatos.

    Morre lentamente quem não viaja, quem não lê, quem não ouve música, quem não acha graça de si mesmo.

    Morre lentamente quem destrói seu amor-próprio. Pode ser depressão, que é doença séria e requer ajuda profissional. Então fenece a cada dia quem não se deixa ajudar.

    Morre lentamente quem não trabalha e quem não estuda, e na maioria das vezes isso não é opção e, sim, destino: então um governo omisso pode matar lentamente uma boa parcela da população.

    Morre lentamente quem passa os dias queixando-se da má sorte ou da chuva incessante, desistindo de um projeto antes de iniciá-lo, não perguntando sobre um assunto que desconhece e não respondendo quando lhe indagam o que sabe.

    Morre muita gente lentamente, e esta é a morte mais ingrata e traiçoeira, pois quando ela se aproxima de verdade, aí já estamos muito destreinados para percorrer o pouco tempo restante. Que amanhã, portanto, demore muito para ser o nosso dia. Já que não podemos evitar um final repentino, que ao menos evitemos a morte em suaves prestações, lembrando sempre que estar vivo exige um esforço bem maior do que simplesmente respirar.

    Martha Medeiros

     

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