Antonio, un nostro attento lettore, ci ha inviato questi frammenti poetici di Lorenzo Calogero, un poeta sconosciuto ai più e molto amato ai figli di divinità minori.
Antonio scrive : «Montale disse di lui: “questo poeta, incapace di vivere, si era creato un habitat di parole poco o nulla significanti”. Forse il sommo poeta, premio Nobel per la letteratura … lui si capace di vivere e bene anche, leggendo Calogero… le uniche poesie insignificanti capì… di averle scritte lui».
Un giudizio molto severo, che io non approvo ma comprendo. Comprendo che dentro le dure parole di Antonio c’è il mondo degli incompresi e della solitudine lunare che per mille e mille volte desertifica per poi far rifiorire quel campo di primavera scomparso troppo presto e ritrovato in mille e mille stanze notturne svanite al mattino … immagini che perdurano nelle immagini aggrappate alle ciglia del giorno.
Giulia De Baudi
ipazia e ..........bakunin
18 Luglio 2014 @ 20:25
CLXVII
e sembra un sogno, ma non ho nessuno.
O anima, o madre dei poeti
e al tuo benigno regno, io poveruomo,
forse nessuno. E languisco nelle tenebre
che mi ha lasciato il tuo smaltato
smalto; io due volte, pronto,
sul punto di uccidermi e anche questo
mi assale in dubbio. I detriti potranno fare
povere cose miracolose e questo mi sale
al labbro, ove io avevo un punto povero
un punto povero di poeta ….
ps
non sono riusciti come tu giustamente temevi ,a ” SEPPELLIRTI VIVO” il tuo povero punto, dolce come il canto notturno di un’usignolo, arricchisce e addolcisce……… questa mia vita.