Di primavera, i meli
cidonî , fra le irrigue correntie
fluviali, ove c’è il giardino
delle vergini intatto,
e i pampini, graniti
entro il segreto ombroso
dei tralci, danno fiore.
Non sa, per me,
stagione al sonno Eros…
è come il tramontano che divampa
di folgori: impavido, fosco,
sfoga alla Cipride con aride
follie.
Vigile guarda, già dalle radici
di puerizia, il cuore …
–
(VI sec. a.C.)
–
ipazia.......e bakunin
23 Aprile 2013 @ 21:30
rhegion …..città natale di ibico
di ibico rimangono solo pochissime poesie, si racconta che avesse scritto migliaia di versi, persi nel rogo della biblioteca di alessandria d’eggitto , appiccicato dai sgherri del santissimo dottore della chiesa cattolica : il sadico appunto: cirillo d’alessandria.
ciao
ipazia.....e bakunin.
30 Aprile 2013 @ 22:33
ho trovato questi versi attribuiti ad ibico in vecchio libro di storia sulla magna grecia.
là c’è un molo di pietra
scelta da mano d’uomo
era una volta un regno
di crudivori pesci e di conchiglie