–
“Che cosa ti piace di me, insomma?”
Di te? Ma niente.
Mi piace di me, piuttosto, il sentirmi così bene accanto a te.
Mi piace di me avvertire il peso opprimente del tuo corpo che si allontana.
Non lo sai? Non importa.
Importa a me sentire quello che riesci a muovere in me.
Sei uno sconosciuto, ti guardo tra tanti, attraverso i vetri. Non è buffo? Tu non sai niente eppure sei tutto.
Come un naufrago dopo le onde, attraversata la burrasca, ritrovo quel linguaggio sottile e silenzioso di uno sguardo accolto, di una vita che incuriosisce.
Ci sarà spazio per costruire una trama? Si troveranno mai parole leggere da incastonare tra le risate? Non sappiamo, ma non è essenziale.
Ascolto in silenzio questa mal celata allegria, è fatua, è strana, è sincera.
Nasce dal sapere, e dal riconoscere che niente è andato perduto. Era certo impossibile perdersi del tutto, ma io non lo vedevo. E non lo credevo.
Non sapevo delle infinite possibilità umane di tessere racconti, scrivere e descrivere rapporti, intense vicende. Lo sapevo negli altri, in realtà, ma non lo trovavo in me. Ma poi eccola la certezza di essere e di poter essere tra gli altri.
Il lavoro era già stato fatto, le ragnatele piano piano sciolte. Ho cominciato a sentire, che poi è come dire vivere.
Finalmente ho sentito il caldo e il freddo sulla pelle e dentro, i miei piedi hanno imparato a distinguere la terra su cui camminano.
Seguo il vento invernale, estraneo, che allontana o quello acceso, invece, splendido, luminoso che avvicina e riscalda. Una donna bellissima ha aperto tutto questo sentire.
E poi eccoti!
Non mi interessa chi tu sia, non ti intimidire, non mi riguarda ciò che pensi, la tua energia, che si lega alla mia, però, mi appartiene. Il tuo sguardo ha rotto il silenzio. E in silenzio continua ad arricchirsi la curiosità, la stupida allegria.
Ma non sono affari tuoi, questa allegria è mia.
Io ti conosco, tuttavia, e riconosco il codice invisibile, umano, che ci unisce.
Adesso so, perché ritrovo quello che ho smarrito tra braccia spente, troppo stanche per accorgersi dell’essere umano appena nato che cercava, perché sapeva, di un desiderio da raccogliere. Ma li non c’era legame umano, troppo lontana per vedermi, troppo debole per cercarmi. E quel silenzio era terribile.
Ma adesso ci sei, e sento tutti i suoni che arrivano.
C’è il rumore dei ciottoli che scivolano sotto le scarpe, c’è una mano alzata in un saluto dolcissimo e tristissimo di chi si chiede , stupito , ma perché andare se andare non è la cosa giusta?
C’è poi quella confusione nella pancia, che si scioglie in un abbraccio taciturno. Ma che persiste, ancora, nel percorso ombroso verso casa. Quella confusione sempre più forte, che diventa pensiero, ricordo bellissimo, desiderio.
Diamogli un nome a questa energia, affinché possa lei rinascere e noi poterla riconoscere di continuo:
che ne dici di rapporto umano?
–
Francesca
16 Maggio 2014 @ 13:20
Bella, toccante.
Redazione
16 Maggio 2014 @ 14:22
Un linguaggio originalissimo, che libera l’emozione …
Gian Carlo
Rosario
17 Maggio 2014 @ 00:17
Un soliloquio,apparentemente scostante, che richiama,risuona in ogni parola…..la vicinanza di un’assenza mai accettata e,perciò,sempre presente……..Riverberi di un presente mai passato……!!!!
Bellissima,sentita e toccante……..
Brava Marina hai fatto il ritratto del tuo io nascosto,ma vibrante,anelante e vivo!!!
francesco
17 Maggio 2014 @ 06:05
L’emozione, il nostro sentire, sensazioni. Eccezionale Marina, racconti e parli di tutti, di te, delle nostre storiechenessun libro di storia mai riporterà , ma sono quelle che ci fanno vivere e danno un senso, un sapore al tutto. Chiamiamolo rapporti umani, ma è il nostro bisogno di dire al mondo che ci siamo….vivi e presenti, capaci di amare, di dare e qualche volta anche di chiedere. Che bella la vita, che bello saper scrivere, cioè tradurre in delle righe le più profonde sensazioni, il nostro sentire. Grazie Marina sei un dono ed un sollievo per chi ha grazia di leggerti e di sentirti anche quando non parli e non scrivi
nicoletta
30 Settembre 2014 @ 08:48
Mi piace ciò che scrivi perchè in esso mi ci sento, ritorno a sentire quando provo a non farlo…non pensavo che la vita fosse così generosa…ti offre in ogni attimo, la possibilità d’incontrare persone meravigliose, come te che arricchisci il mio essere, ad ogni tuo sguardo, ad ogni tuo consiglio…e nelle bellissime cose che metti su carta; sono doni, tu sei un dono e te ne sono grata!!!