–di Gian Carlo Zanon
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Ribelle letteralmente è colui che rinnova la guerra. Questa è la definizione di Ribelle che troverete nei dizionari etimologici. Ma in realtà il ‘ribelle’ non rinnova nessuna guerra in senso stretto. Il ribelle è colui che sta sempre sulle barricate a contendere al finto ‘imbelle’ la zona indefinita dove finisce l’umano ed inizia il disumano.
In questi giorni ho letto il libro di Domenico Guarino e Chiara Brilli, Ribelli! e subito dopo ho visto il documentario di Paola Traverso e Massimo D’orzi allegato. Da questa giornata di full immersion ne sono uscito come si esce da un bel sogno dal quale non si vuole uscire.
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Certo i temi trattati sono estremamente drammatici ma vedere donne e uomini ultraottantenni che non solo hanno una memoria personale degli accadimenti della resistenza, ma hanno anche le idee chiare sulle somiglianze tra quel periodo e il nostro, mi fa ben sperare sugli anni che verranno. Forse solo chi, negando la realtà, fa giochetti stupidi con il proprio pensiero finisce in uno stato di demenza senile.
L’unica amarezza che traspare è la delusione per la realtà presente che non si è trasformata come i Ribelli avevano immaginato. Vedere vanificate le loro lotte, vedere, come dice uno degli ex partigiani intervistati, un La Russa al governo per loro che hanno rischiato la vita, lottando contro ciò che quel signore rappresenta, è una delusione cocente.
Questi Ribelli, al contrario dei nostri giornalisti ingessati di perbenismo qualunquista, percepiscono benissimo i ‘fascisti in doppiopetto’ che siedono su almeno metà degli scranni parlamentari, negli uffici regionali, nei comuni, nelle circoscrizioni. Ne parlano senza mezzi termini, come chi avendo sfidato la morte non teme certamente di essere politicamente scorretto.
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Leggendo le interviste di questi Ribelli e guardandoli nei filmati del documentario si può capire da dove è scaturita la nostra Costituzione, che a parte qualche grave caduta, come quella dell’art. 7 che ancora ci costringe ad un legame contro natura con lo Stato vaticano, è un grande documento di civiltà. «Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione». Cosi diceva Piero Calamandrei in un famoso discorso ai giovani tenutosi alla Società Umanitaria, Milano, il 26 gennaio 1955.
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Eppure questa Costituzione costata lacrime e sangue è stata attaccata e sbeffeggiata per vent’anni da un guitto amico di mafiosi italiani e russi e di tiranni come Gheddafi e company.
Ora, in questa nuova cornice governativa “tecnica” la costituzione non viene più attaccata frontalmente, viene semplicemente ignorata o meglio annullata, fatta sparire. C’è, ma non nominandola, non tenendo conto della sua esistenza e del suo senso profondo, essa diviene un ferro arrugginito da non toccare perché portatore di un tetano mentale molto pericoloso. Per i plutocrati naturalmente.
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Per questo sapere da dove nasce, come nasce, chi l’ha scritta, chi l’ha voluta, sapere anche chi ha inserito dentro di essa qualche porcheria, è importantissimo perché mostra i suoi contenuti e da loro un senso politico.
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Ribelli è un importante documento storico che racconta epicamente le storie dei Resistenti che ancora rimangono tali denunciando ciò che pochi hanno il coraggio di denunciare: Maria Pellegrini Ferri, staffetta partigiana con il nome di battaglia di Mimì, che vediamo ancora giovane nonostante i suoi 86 anni, vede bene la realtà del passato che continua ad esistere «Cos’era il fascismo? Era il braccio armato del capitalismo. Un obbrobrio. (…) Il Duce, ad esempio era un buffone. Un uomo assurdo, pieno di boria, arrogante, molto ignorante.
– Chi vi ricorda? –
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(…) Purtroppo il nostro Paese vive sotto una cappa di piombo che è quella del Vaticano.(…) Il maschilismo più assoluto sta nella Chiesa. Pensate ai simboli: padre, figlio e spirito santo …». È sempre lei che ricorda una storia ben nota e ben celata: fu Togliatti, su ordine di Stalin, a volere fortemente che gli infami patti Lateranensi voluti da Mussolini rimanessero inalterati e fossero inseriti nella Costituzione.
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I suoi nipotini del Pd continuano a seguire la strada segnata da nonno “Migliore” genuflettendosi al potere ecclesiastico ben radicato all’interno del partito. Non dimentichiamo che D’Alema è spesso presente nelle manifestazioni indette dall’istituzione nata in seno al franchismo e spalla ideale del capitalismo occidentale: parlo de la Obra de dios, por supuesto.
24 aprile 2012
Resistenza, articoli correlati
Video completo https://left.it/2020/04/23/ribelli-docufilm/
Scheda
Ribelli! – Gli ultimi partigiani raccontano la Resistenza. Di ieri e di oggi.
di Domenico Guarino e Chiara Brilli
Il volume contiene il documentario in DVD Ribelli!
di Paola Traverso e Massimo D’orzi
Infinito edizioni – pagg 220 – Euro 18,00
Altra recensione ul libro/DVD “RIBELLI!”
noemi
17 Aprile 2012 @ 08:04
Grazie … anch’io ho visto Ribelli: più che un documentario, lo definirei un film, grazie al lavoro di regista e montatrice, che sanno riprendere e costruire in modo originale, e allo stesso tempo sparire rendendo inavvertibile la loro presenza. Straordinaria alchimia di soggettività artistica e di rispetto della realtà, che fa emergere la verità storica del lontano evento in tutta la sua portata universale. La ribellione spontanea di chi è sano e giovane, e non si piega a compromessi e a considerazioni opportunistiche. Un’epopea straordinaria, che fu subito appannata e manipolata nel dopoguerra, da destra e da sinistra. Se ne intuiva l’esistenza, se ne sentiva la nostalgia struggente, come di qualcosa di perduto. Poi venne il Sessantotto, il terrorismo, e l’occasione della rivolta sembrò irrimediabilmente perduta. Ribelli ce ne restituisce il senso e il suono!
Dalla redazione
17 Aprile 2012 @ 11:35
Sono d’accordo conte Noemi, questo di Massimo D’orzi e Paola Traverso è, per la poesia che esprime, più un film che un documentario … ma forse, e lo hanno già dimostrato con Adisa, questo è il loro modo oroginale per rappresentare la realtà al di là delle categorie che tendono ad imbrigliare e classificare la creatività.
Tu accenni al suono portatore di senso, in effetti ho pensato molto a quelle sequenze dove i suoni del bosco suggerivano qualcosa di indefinito. Forse nei boschi, i suoni della natura si contrapposero al rumore innaturale dell’orrore del nazifascismo
GC
web promotion
30 Giugno 2012 @ 18:18
Questo articolo sul http://www.igiornielenotti.it dà la luce in cui possiamo osservare la realtà.
Sara
7 Luglio 2012 @ 21:40
Si poteva certamente vedere il vostro entusiasmo nel lavoro che scrivere su http://www.igiornielenotti.it. Il mondo spera ancora di più gli scrittori appassionati come voi che non hanno paura di dire come si crede. Seguire sempre il tuo cuore.
Dalla redazione
7 Luglio 2012 @ 22:47
Grazie, eppure per vedere la realtà ci vuole tanto poco, basta guardare con la pancia e non con gli occhi accecati dalla ragione
GdB
Maurizio
26 Febbraio 2013 @ 03:22
Everything is very open with a clear clarification of the issues. It was really informative. Your site is extremely helpful. Many thanks for sharing!
Clara
13 Marzo 2013 @ 16:40
Tenint en compte que el Twitter de Duran l’únic que feia era reproduïr els seus posts frase a frase és molt trist que no tingui temps per donar-li al robotet que ho fa. La veritat.
Cristina
2 Aprile 2013 @ 03:10
Hey there! Sono al lavoro la navigazione intorno al tuo blog dal mio nuovo iPhone di Apple ! Volevo solo dire che mi piace leggere il tuo blog e sono ansioso di tutti i tuoi post ! Continuate l’ottimo lavoro ! auguri
nunzio scotto di covella
28 Aprile 2013 @ 10:01
….la memoria storica!
Piazza Giacomo Matteotti.
Eppure in territorio veneto, dove, io napoletano, mi sento come se fossi in esilio (ascoltando i suoni che vengono dalla natura durante le mie solitarie passeggiate…. così!) ci sono ancora i segni di questa sbiadita memoria della lotta al nazifascismo:: si forse qui è solo una sbiadita memoria…. forse amano Eugenio Scalfari e non Stefano Rodotà!
Perchè!? ….dovremmo chiederlo a loro, ma possiamo dedurlo anche da soli!?
Ho ricevuto un email del circolo PD locale e mi invitavano a leggere un articolo di Eugenio Scalfari!
Io, bastian contrario, a volte fino al limite del suicidio, gli ho risposto: perchè non leggete…. Stefano Rodotà, Silvia Scialanca, Massimo Fagioli.!?
Dalla redazione
28 Aprile 2013 @ 10:54
Io invece sarei andata e poi avrei letto un articolo di quel c…ne storpiandolo, sai le risate
GDB
nunzio scotto di covella
6 Aprile 2015 @ 06:42
Purtroppo solo chi è veramente “ribelle” può “smascherare l’istituzione che si fascistizza”. “Sono uscito da un bel sogno dal quale non volevo uscire”.