• Renzi : i dodici comandamenti che cambieranno la Costituzione

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    Di Giulia De Baudi

    Ecco i 12 comandamenti incisi sulle tavole costituzionali dettate dal Signore

    (della finanza) al profeta Renzi sul Monte dei Banchi di Siena

    Primo Comandamento – L’Italia è una impresa privata, fondata sulla rottamazione.
    La sovranità appartiene al Renzi e ai suoi discendenti, che la esercitano seguendo i dettami dell’alta finanza.

    Secondo  Comandamento – Renzi non riconosce e quindi non garantisce i cosiddetti “diritti inviolabili dell’uomo”, sia come persona sia nelle formazioni sociali. Formazioni sociali in cui è espressamente proibito realizzare la propria, inutile, personalità. Lo Stato renziano richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di sudditanza politica, economica e sociale.

    Terzo Comandamento – I cittadini, ovviamente, non hanno pari dignità sociale e sono diseguali davanti alla legge, in quanto geneticamente diversi. Le condizioni personali e sociali saranno quindi discriminate basandosi sulle palesi differenze di censo, di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche.
    È compito dello Stato di polizia e dei giudici promuovere ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediranno il pieno sviluppo dell’utopica identità umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

    ComandamentoComandamento

    Quarto Comandamento – Come scritto sulle tavole costituzionali che LUI ha donato a Renzi, non si riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e all’esistenza: in caso contrario lo stato rimuoverà le condizioni che possano ancora rendere effettivo questo abominio.
    Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo quanto gli viene ordinato, il proprio compito come fosse un mero ingranaggio di una grande macchina ben oliata, in modo da concorrere al progresso materiale e religioso dello Stato teocratico.

    Quinto Comandamento – Lo Stato, nelle mani di Uno e quindi indivisibile, non riconosce nessun tipo di autonomia locale; Inoltre attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio concentramento amministrativo e adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze del concentramento dei poteri.

    Sesto Comandamento – La Stato cancella con apposite norme le minoranze linguistiche.

     

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    Settimo Comandamento – Lo Stato e la Chiesa cattolica sono legati dai patti Lateranensi, (volute da Mussolini e confermate da Togliatti e da Craxi) e sono quindi interdipendenti e i loro poteri sono sovrapponibili: il potere temporale è secondo solo al potere spirituale.
    I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi e rafforzati da un’unità di intenti. Le modificazioni dei Patti, se accettate dalle due parti, richiedono soltanto una stretta di mano tra il Capo del potere temporale e il Papa.

    Ottavo Comandamento- Tutte le confessioni religiose non sono egualmente libere davanti alla legge e sono considerate figlie di dei minori.
    Le confessioni religiose diverse dalla cattolica non hanno alcun diritto di organizzarsi secondo i propri statuti: ciò contrasterebbe con l’ordinamento teocratico italiano.
    I rapporti delle religioni acattoliche con lo Stato sono regolati dalla legge sulla base della loro congruità morale che ha per modello la Chiesa cattolica.

    Nono Comandamento – La Stato non promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica: al potere spirituale è affidato il compito di incanalare e guidare cultura e ricerca; inoltre ha il compito di vigilare su eventuali deviazioni ideologiche ed eretiche.
    Lo Stato non tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico all’interno dei nostri confini geografici in quanto esso è ormai interamente di proprietà privata.

    Decimo Comandamento – L’ordinamento giuridico italiano non si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute, ma alle leggi dettate da LUI direttamente al profeta Renzi cha ha avuto, da LUI, anche il mandato di interpretare i segni che la divinità cattolica invierà nel creato .
    La condizione giuridica dello straniero e del clandestino è regolata dalle leggi renzianiche senza tener conto delle inutili norme umanitarie e dei fantasiosi trattati internazionali.
    Il clandestino, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio della sudditanza garantita dalle nostre tavole Costituzionali, ha il dovere di rimanere nel proprio paese facendo valere le proprie ragioni.
    L’estradizione dello straniero e del clandestino è a discrezione del Ministro dell’interno A. Alfano e dei suoi eredi. (Il caso Shalabayeva estradata con sua figlia a forza dai nostri servizi segreti in Kazakistan, è il paradigma su cui si dovranno basare le leggi alfaniane di estradizione)


    Undicesimo Comandamento – L’Italia ripudia la guerra ma non se questa è fatta per esportare democrazia, religione e civiltà. Se la guerra è motivata da questi logici presupposti, potrà essere intrapresa, a discrezione del Ministero della Guerra (ex Ministero della difesa), perché non sarà più un mero strumento di offesa alla libertà degli altri popoli ma il giusto mezzo per portare le altre nazioni al nostro stesso livello di civiltà.

     

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    Dodicesimo Comandamento – La bandiera dello Stato rimane il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a cui verrà sovrapposto il Giglio di Firenze a imperitura memoria del luogo in cui ebbe i natali la stirpe renziana.

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