di Gian Carlo Zanon
«Come spesso accade, sono i dettagli a fare la Storia.» scrive Daniela Ranieri su Il FattoQ il 14 marzo 2018.
E la foto di copertina ben rappresenta i dettagli umani dei dirigenti del Pd immortalati nella loro devastante assenza mentre il reggente renziano Martina parla assiso sul pulpito ancora intriso di sudore del tiranno deposto.
Mentre il rito della Direzione post-elettorale consuma le sue arroganze, i “migliori” del Pd chattano compulsivamente ignorando completamente le parole di chi si rivolge loro.
La loro assenza, qui ben rappresentata, è la ragione per cui il Pd e i suoi fuoriusciti liberugualisti hanno subito la gogna elettorale ed è la causa della débâcle dei partiti che si ostinano ad autodefinirsi di sinistra: Pd, LeU in primis.
Lo squallido sfacelo identitario, di questi attoruncoli del teatrino della politica, va in scena e chi aveva ostinatamente pensato a loro come alfieri del popolo degli oppressi, deve ora far i conti sia con la propria incapacità di vedere, sia con la propria disonestà intellettuale, sia con la propria volontà di annullare la realtà in nome di una delirante “responsabilità civile”.
Questa foto rappresenta bene la “statura etica” e la miseria umana di una classe politica che ha perduto ogni contatto con la realtà sociale, economica e politica dei cittadini che, a causa di una cataratta identitaria, vedono in loro alfieri pronti a proteggerli dal neoliberismo berlusconiano, dal razzismo leghista, dal qualunquismo pentastellato. Deliri….
Ma in fondo “chi si assomiglia si piglia” dice un antico proverbio. Questa devastante dinamica inconscia fa sì che le proprie istanze si alienino sempre nelle figure “carismatiche” ovvero in individui somiglianti al votante. Per chi è abituato alla propria e all’altrui assenza umana, e la vive come una “normalità”, il comportamento dei politici che smanettano fregandosene altamente di ciò che dice il politico sul pulpito è normale, normalissimo.
Per questo li hanno votati, perché fondamentalmente riverberano la loro assenza, più o meno pesante, nei rapporti interumani. Loro, gli smanettatori della Casta, sono la propria immagine riflessa nelle stanze del potere.
La “crisi della presenza” incistata nel renzismo, ha i suoi estimatori. È divenuta una moda, un modo di essere à la page … l’onda dell’assenza psicotica durante il rapporto con l’altro da sé si espande… tra un po’ due innamorati che parlano per ore al ristorante, perdendo la cognizione del tempo, sarà merce rara. Come merce rara è ormai assistere a un qualsiasi spettacolo senza che a qualcuno di questi cyber-mascalzoni durante la proiezione di un film squilli il telefono o senza vedere decine di cyber-decelebrati chattare sui social durante uno spettacolo teatrale. Due giorni fa al Metropolitan di Catania Raoul Bova e Chiara Francini disturbati dai continui squilli hanno interrotto lo spettacolo.
Ormai siamo circondati da zombie spalmati sul cellulare immersi nei loro stagni oscuri che si escludono da rapporto interumano ed escludono gli altri da sé… mentre il display rimane sempre acceso. Zombie che confondono la connessione web con i legami affettivi.
E i “migliori” della Casta politica col loro esempio non fanno altro che rendere congruo il loro isolamento…
16 marzo 2018