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Ci scrive il nostro amico “Ipazia …e Bakunin”: « Camminando…sono inciampato Nella notte della terra di Roger Bernard, poeta e partigiano francese, giustiziato in mezzo alla strada, dalla canaglia nazista.
un abbraccio!!»
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Non
passare
sotto
l’albero:
Piove una dolcezza
troppo
pesante
da
sopportare!
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Notte della terra, proteggimi!
che il mio scheletro non sia più triste e battuto come la terra schiacciata da un portico di chiesa. Non sono brutto. Faccio solo paura. Ma lo spavento è gioia isterica.
Sono colui che si vuole resuscitare.
La carogna puzza sul tetto;
E tutto muore di respirare.
Un solo buon odore mi piace:
quello della radice. No. Non voglio rinascere grano identico a quello che si è seminato – pesante, uniforme ma sottilmente distinto come i dodici grani di mezzanotte!
Sono colui che non resusciterà!
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Addio biancore tagliente d’estate.
Addio cotone del pioppo,
bava di tamarisco,
fiamma di santoreggia.
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La cicala ha trebbiato il grano!
Dolore
vieni sul mio cuore;
che si sottometta.
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Adesso penetro ciò che il tuo dito mi indica.
Io vivrò.
Io vivo!
Vivo
Sull’eterna gioia vivente di morire!
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Pronuncia la parola gioia;
il mio respiro ora s’accorcia.
Comincio ad ottenere tutto.
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Dobbiamo separarci.
Hai sofferto in me
e penetri la gioia di te stesso.
Sono tuo amico
e ti abbraccio.
Ma allontanati da me, per la nostra pace!
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Allontanati da me e avrai la gioia.
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L’anno muore, un pigmento rosso
sul bordo di ogni ciglio.
Qui termina
il libro del tuo stupore.
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Quelli che hanno sofferto non parlano più.
(e quelli che hanno la gioia; silenzio).
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La gioia viva di morire!
La gioia
viva
di morire.
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Un bacio
e
che la pace sia nei tuoi occhi!
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Roger Bernard
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Moulin du Calavon, 1943
[Ma faim noire déjà, 1945]
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