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ROMA – I «tentativi» di rendere il matrimonio «fra un uomo e una donna» «giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione» sono «un’offesa contro la verità della persona umana» e «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace». Così il Papa nel Messaggio per la Giornata della pace.
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«Penso che non dimenticherò mai questo momento e ringrazio Dio per l’opportunità che mi ha dato», ha detto Kadaga dopo l’incontro. Il Papa ha benedetto la delegazione ugandese e la stessa Kadaga, che era accompagnata da diversi parlamentari. La delegazione ugandese si trova a Roma per partecipare a un’assemblea della Corte Penale Internazionale, dove ha fatto richiesta di poter portare avanti autonomamente i processi ai criminali di guerra come Joseph Kony.
Rebecca Kadaga, 56 anni, è un avvocato e il primo presidente del parlamento donna nella storia dell’Uganda, eletta nel maggio del 2011. Nel 1989 è stata eletta al parlamento per la prima volta e da allora è stata più volte ministro. A proposito della legge anti-omosessuali ha dichiarato: «Chi siamo noi per opporci a quello che la gente ci chiede? Questa gente non dovrebbe pregarci».
Kadaga ha pronunciato queste parole in seguito a una petizione che un movimento anti-gay le aveva rivolto personalmente: «Presidente, non possiamo restare fermi mentre un fenomeno così distruttivo prende piede nel nostro paese». Kadaga ha anche partecipato direttamente ad alcuni incontri organizzati dai movimenti anti-omosessuali e dalla chiesa evangelica. Nel corso di uno di questi incontri l’omosessualità è stata definita «una seria minaccia», mentre alcuni sacerdoti di confessione evangelica hanno chiesto a Kadaga di far passare la legge come «regalo di Natale» al popolo ugandese.
Pubblicato su da africafulviobeltrami2012
Giovedì 13 Dicembre 2012 una delegazione di giudici Ugandesi guidata dalla portaparola del Parlamento, Rebecca Kadaga é stata ricevuta dal Papa Benedetto XVI presso la Basilica di San Pietro, riporta il quotidiano ugandese Daily Monitor.
”Questo é un momento irripetibile. Ho letto molto sul papa, lo seguo su Twitter ma non l’ho mai incontrato di persona e non ho mai visitato la Basilica di San Pietro. É un avvenimento da ricordare e ringrazio Dio per avermi concesso questa opportunità.”, ha dichiarato Kadaga.
Durante l’incontro il Papa ha benedetto la delegazione ugandese e in special modo Rebecca Kadaga.
La delegazione é a Roma per attendere alla Settima Assemblea dei Parlamentari della Corte Internazionale dei Crimini e alla Conferenza Mondiale dei Parlamentari per i Diritti Umani.
Il secondo appuntamento sarà molto difficile e delicato per la delegazione ugandese capitanata dalla promotrice (assieme al parlamentare David Bahati) della riforma dell’attuale legge contro i “comportamenti sessuali devianti”: omosessualità e bisessualità.
La proposta di legge, che sarà discussa in parlamento il 15 dicembre prossimo, intende introdurre i concetto di malattia mentale per l’omosessualità e la pena di morte o l’ergastolo per i gay recidivi.
É dal 2009 che questa proposta di legge é presentata a varie riprese al Parlamento e regolarmente bocciata su indicazione del Presidente Yoweri Museveni che, fino ad ora non intende rovinare l’immagine internazionale dell’Uganda con una legge omofobica così estrema, nonostante che la First Lady sia una accanita simpatizzante del provvedimento.
I promotori di questa palese violazione dei diritti umani si rifanno ai testi biblici e al vangelo per dimostrare che l’omosessualità é contro natura e contro il volere di Dio.
Sono appoggiati dalla Chiesa Anglicana Ugandese, della Chiesa Anglicana Americana e la neutralità della Chiesa Cattolica.
“Il gesto del Santo Padre é incomprensibile. Come si fa a benedire una figura politica criticata a livello internazionale per voler introdurre la pena di morte contro le minoranze sessuali in Uganda, a due giorni dal dibattito parlamentare sulla legge omofobica? Non si é valutato che questo gesto sarà utilizzato per rafforzare l’approvazione delle legge?”, si domanda un attivista gay dell’Università di Makerere che richiede l’anonimato per la sua salvaguardia fisica.
La riforma della legge peggiorerebbe il già grave clima delle violazioni dei diritti umani in Uganda nei confronti degli omosessuali.
Nel gennaio 2011 David Kato, attivista ugandese dei diritti umani e omosessuali fu trucidato in una stanza di hotel. Le autorità ugandesi archiviarono il caso facendolo passare come un incontro sessuale finito male tra Kato e un prostituto.
Il 07 dicembre 2012 un gruppo di prominenti leader delle Chiese Cristiane Americane ha reso pubblico la determinata opposizione alla legge definita discriminatoria, chiarendo che la criminalizzazione dell’omosessualità é incompatibile con a Fede Cristiana e le società democratiche.
“I Cristiani possono essere divisi a livello teologico ma sono uniti al richiamo di Cristo di prendere le difese delle minoranze perseguitate nella propria comunità e nel mondo. Sotto le festività del Santo Natale, noi invitiamo tutti i Cristiani del mondo ad unirsi a noi nel rigettare l’idea di questa legge che mira le minoranze vulnerabili e non é certo un modo appropriato di celebrare la nascita di Cristo.”, recita il comitato congiunto.
Rebecca Kadaga é confidente che la proposta di legge omofobica troverá la maggioranza necessaria al Palamento. “Sará il regalo di Natale al popolo ugandese”, ha promesso. La presenza di Kadaga alle due Conferenze Internazionali in Italia, non permetterá la partecipazione al voto prevista per domani, sabato 15 dicembre 2012.
18 dicembre 2012
Fulvio Beltrami
Kampala Uganda
Reporter dall’Africa per L’Indro.