• L’olocausto della verità consumato sull’altare del neoliberismo rampante. Confondere con le parole…

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    di Gian Carlo Zanon

    «Il pensiero di destra è elementare, si basa sul principio vita mea mors tua, vorrebbe imporre un’idea di società chiusa, egoista, cementata dalla costruzione di un nemico, basata sull’ideologia del clan padrone a casa propria.»

    Simona Maggiorelli : Left 20 settembre 2019

    Ho letto la “Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa” tanto criticata quanto non letta.

     

    Ovviamente non sono d’accordo sull’uso indiscriminato della parola “comunismo”, che aleggia costantemente anche quando non esplicitata. La parola “comunismo” viene in questo documento troppo spesso usata, scientemente, per definire uno stato di terrore e di oppressione che nulla ha a che fare con l’utopia reale comunista. Non definire scientemente la differenza tra stalinismo e comunismo è un crimine politico.

     

    Il comunismo è un idea politica ed economica – con molte carenze teoriche e aporie dal punto di vista antropologico, sociale e psicologico e per quanto riguarda la libera espressione delle libertà individuali  –  di società umana  che si fonda sull’utopia reale di una società in cui tutti gli esseri umani sono uguali e solidali tra loro; il nazismo invece è l’idea di società inumana in cui il più forte prevale e sfrutta il più debole. Un’ideologia delirante di cui Heidegger è il degno ideologo.

     

    Il comunismo, idealmente, tende a realizzare la socialità naturale della natura umana al suo primo sorgere; il nazismo, e il fascismo nominato solo due volte nel documento, tendono a realizzare l’antico delirio religioso che  intende la natura umana allo stesso modo delle religioni monoteistiche e di Freud citato dal suo epigono Massimo Recalcati che su Repubblica lo scorso 11 settembre scriveva «La colpa di Caino apre la narrazione biblica dell’entrata dell’uomo nella storia. Il primo gesto dell’uomo fuori dal giardino dell’Eden è quello della violenza fratricida. Lo affermava anche Freud: all’origine della vita non c’è l’amore, ma l’odio.»

     

    Quindi nell’ideologia nazifascista è sottesa quell’antica visione sulla natura umana che dice homo homini lupus, ovvero il tutti contro tutti al più mitigato con l’alibi proposto da Max Weber che parlò di un auspicabile “dualismo etico” come “valvola di scarico”: mentre il rapporto tra i membri della comunità di appartenenza dovrà essere eticamente regolato, l’opposto potrà avvenire al di fuori di essa. All’esterno di una società di “identici” non si imporrà ai cittadini un’eticità culturalmente indotta, ma varrà la legge della forza e dell’arbitrio: in famiglia, nel clan, nello stato e nella città in cui vivo mi dovrò comportare “civilmente”, ma al di fuori vale il “tutti contro tutti”, vale il dominio del più forte sul più debole, sul più povero. Esattamente ciò che realizzarono ferocemente  tutti i totalitarismi storici nel rapporto con i nemici interni e con i cittadini dei loro paesi satelliti. Esattamente ciò che vorrebbero che si realizzasse politici razzisti seguiti da milioni di persone: prima gli italiani.

    In conclusione, a mio giudizio, è chiaro quindi che questa “Risoluzione del Parlamento europeo” è stata scritta, malamente scritta – l’uso assurdo della parola Olocausto è negativamente esemplare –  per scopi che nulla hanno a che fare con la lotta a tutte quelle forme politiche contemporanee le quali, con altre forme mascherate di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, vogliono perpetuare l’oppressione del più forte sul più debole. Parlo delle democrature, ovvero dell’attuale stato delle cose totalitarista del neoliberismo che, usando come in questo specifico caso lo spauracchio degli orrori dello stalinismo e del nazifascismo – le cui forme sono identiche in tutti gli stati totalitari in cui è azzerato lo stato di diritto individuale – tiene paralizzati i cittadini trasformati in semplici spettatori/consumatori che si muovono manovrati dai fili invisibili di loschi pupari dell’alta finanza.

     

    Parlare ora di pericolo comunista è tragicamente ridicolo. La paura per questa parola ce l’hanno solo coloro che non hanno ancora capito che la solidarietà tra esseri umani è ineludibile, pena l’annientamento della civiltà. Si tratta solo di cercare insieme le forme più congeniali e umane per realizzare questa ineludibile solidarietà tra esseri umani.

     

    Parlare di nazifascismo e di totalitarismo capitalista è invece importante perché il primo da sempre è legato al secondo. Il nazifascismo, lo dice la storia del ventesimo secolo che ha visto – come ora in Russia, in brasile, in Argentina, in America –  il capitalismo liberista, sempre al fianco di dittatori sanguinari e psicopatici, servirsi di forse eversive assetate d’odio verso l’altro da sé ovviamente più debole: le nuove forme di nazionalismo e suprematismo altro non sono che nuove parole che per definire nuove forme di nazifascismo al soldo dei pupari del neoliberismo rampante mondiale.

     

    Si, c’è uno spettro che si aggira per l’Europa, ed è questo spettro che si vuole nascondere con tali proclami mirati a nascondere il vero pericolo che sottende una visione disumana della realtà umana.

     

     Anche ora, come al solito, si gioca sui termini per confondere la realtà delle cose. Il totalitarismo contemporaneo è un sistema economico/sociale/politico fondato sul neoliberismo in cui tutti i poteri sono concentrati nelle mani di  alcune oligarchie – spesso in lotta tra loro –  le quali, con un sistema piramidale, gestiscono in modo apparentemente ordinato, ma di fatto caotico e dispotico, le sorti dell’intera comunità globale.

     

    Di questo dovrebbe parlare una seria “Risoluzione del Parlamento europeo sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, e non di fantasmi reali creati appositamente e “tenuti in caldo” per tenere lontano i cittadini dall’oscura cripta all’interno della quale viene custodita gelosamente la verità vera.

     

    Castiglione delle Stiviere – 23 settembre 2019

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