Christian Von Wernich, “Queque”, durante il processo
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Gian Carlo Zanon
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«El imputado también desde su lugar de capellán y con la sotana manchada de sangre sostenía y justificaba e incluso arengaba a quienes torturaban y cometían todos estos delitos de lesa humanidad, incitando de este modo a su práctica y reiteración. (…) La Dra. Miriam Bregman señaló que no fueron delitos aislados, sino que fueron parte de un proceso económico y político, cuyo objetivo era cambiar la estructura del país, disciplinar y aumentar la explotación de la clase trabajadora. (…) el rol de la Iglesia se volvió fundamental, incluso el método de exterminio basado en arrojar personas vivas al mar “había sido consultado con la jerarquía eclesiástica, que lo aprobó por considerarlo una forma cristiana de muerte”. » (1)
Brani raccolti dalla sentenza del Tribunale Oral en lo Criminal Federal N°1 de La Plata, Dres. Carlos Alberto Rozanski que lo preside, Horacio Alfredo Isaurralde y Norberto Lorenzo, al fine di fondare il verdetto nella causa Nº 2506/07 procedente dal Juzgado Federal Nº 3 della città de La Plata, contro Christian Federico von Wernich, L.E. Nº 5.812.677, soprannominato “Queque”. (qui il testo completo della sentenza)
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«Él (Bergoglio N. d. R.) aportó a oscurecer todo. Se encargó de ocultar sistemáticamente y de ser parte de ese manto que intentaron poner los militares.» (2)
Penso sia doveroso aver un po’ di timore quando si denunciano persone e/o episodi di cui si è venuti a conoscenza. Ciò non deve impedire però di denunciare il legame tra un essere mostruoso, il sacerdote Christian Von Wernich, e chi, Jorge Mario Bergoglio – essendo considerato uno dei maggiori difensori della morale e avendone la possibilità – non escluse e non esclude quell’essere inumano dall’istituzione ecclesiastica di cui è il capo supremo.
Nondimeno il timore di calunniare ingiustamente mi ha spinto a investigare a fondo su questo caso. Poi, ancora con molte certezze ho scritto quanto segue citando ogni volta la fonte da cui ho attinto le informazioni.
I fatti
Il sacerdote Christian Von Wernich, cappellano della Polizia di Buenos Aires, il 9 ottobre 2007, fu condannato dal Tribunal Oral Federal 1 (TOF 1) a “reclusión perpetua” per vari delitti tra cui sette omicidi, torture e privazioni illegali della libertà, commessi in Argentina durante l’ultima dittatura.
I delitti, come scritto nella sentenza di condanna del mostro de “el pozo de Quilmes”, non furono un fatto isolato di un criminale o di un pazzo fuori controllo. Il cappellano torturatore ed assassino non è una una oveja descarriada (una pecora uscita dal gregge) come disse Bergoglio a Estela de la Cuadra.
In realtà Von Wernich faceva parte di un ingranaggio ben oliato da chi tirava le fila dello sterminio, vale a dire potere economico, Chiesa cattolica e il loro braccio violento, la giunta militare guidata da Videla, Massera, Agosti.
«La componente religiosa – scrivono Ariel Lede e Lucas Bilbao in un articolo titolato Militar, civil y religiosa – fu un elemento chiave nella repressione come lo furono, la politica, e l’economia. Se non fosse così non sarebbe giunta a tale profondità ed estensione» (leggi qui)
Anche Diego Martínez, su Pagina 12 in un articolo dal titolo eloquente, Las sotanas del terrorismo de Estado, (Le sottane del terrorismo di Stato) sottolinea l’ipocrisia di Bergoglio e il comportamento criminale della Chiesa cattolica:
«Mentre papa Francesco chiede perdono in nome della Chiesa Cattolica per i crimini contro i nativi durante la cosiddetta “conquista dell’América”, i cappellani militari che parteciparono al terrorismo di Stato sfruttano impuniti e in silenzio i loro ultimi anni di vita.
A dieci anni dalla riapertura delle cause per delitti di lesa umanità, l’unico condannato è Christian von Wernich, ex cappellano della polizia di Ramón Camps, che non ha mai ricevuto nessuna sanzione canonica da parte della Chiesa. Nonostante che la Corte Suprema de Giustizia abbia confermato la sentenza all’ergastolo, egli ostenta la sua condizione di sacerdote nella prigione di Marcos Paz senza che a nessun vescovo gli si alzi un pelo.»
La Chiesa cattolica fu protagonista del terrorismo di stato e quindi fu ed è stata sempre al fianco e rimane di un sordido criminale colpevole di delitti orrendi. Un essere immondo che dopo aver ottenuto denaro dai genitori dei ragazzi sequestrati li faceva ammazzare come fossero animali da macello. La Chiesa che non abbandona le sue ovejas descarriadas per un motivo molto semplice: la gerarchia ecclesiastica sa che se abbandonasse i criminali colti sul fatto essi denuncerebbero i mandanti dei crimini da loro commessi. È un sistema mafioso.
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el Queque si nasconde
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Caduta la dittatura in Argentina Christian von Wernich scompare dalla vita pubblica protetto sia dall’omertà ecclesiastica sia dalle leggi varate dai governi “democratici” succedutesi dalla caduta della giunta militare: la Ley del punto final, la Ley de la obediencia debida e il successivo indulto concesso da Carlos Menem annullarono ogni delitto commesso durante gli anni della dittatura. Con l’elezione – 25 maggio 2003 – di Carlos Kirchner cambia radicalmente il clima politico e la Corte suprema di giustizia argentina, dopo la proposta di abrogazione presentata dalla deputata Patricia Walsh nel 2003, riesamina le due leggi e il successivo indulto e, il 14 giugno 2005, le leggi infami vengono dichiarate incostituzionali e viene consentita la riapertura dei processi e la cattura dei criminali.
Nel frattempo von Wernich, protetto dall’ala di santa madre chiesa e nonostante fosse stato spiccato dal tribunale di La Plata un ordine di cattura, viveva tranquillo da anni in Cile: località El Quisco. Scoperto, anche grazie al giornalista Hernán Brienza, continua ad essere protetto dal suo vescovo – Gonzalo Duarte García de Cortázar- che allo stesso tempo nega che il sacerdote argentino abbia «carichi sulla sua coscienza» e che porti un nome falso. Il mostro del Pozo de Quilmes si faceva chiamare padre Christian González, ma in parrocchia dissero che veniva chiamato con quel nome solo perché il cognome von Wernich era difficile da pronunciare. (leggi qui)
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Nei giorni che precedettero la sua estradizione – settembre 2003 – la Chiesa cattolica sollecitata dalla stampa cilena la Chiesa cattolica affermò che aveva fiducia nell’innocenza del suo sacerdote: «Queste accuse esistono ma lui mi ha assicurato che è innocente» disse il vescovo di Valparaíso Duarte superiore gerarchico di Von Wernich e massima autorità della Chiesa Cattolica della Quinta Región che in una conferenza stampa aggiunse. «Lui venne in Cile, chiese di essere ricevuto e la Chiesa lo ricevette confidando nella sua innocenza» Poi mostrò la pagina 91 della Guida ecclesiastica cilena dell’anno in corso dove Von Wernich figurava come parroco di El Quisco con tanto di indirizzo e telefono.
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Processo e condanna
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Durante il processo Von Wernich fece interventi che da una parte potrebbero essere considerati deliranti e dall’altra molto lucidi e mirati. Il giorno della sua condanna, citò espressamente l’omelia di Bergoglio della domenica precedente quando, riferendosi al perdono dei criminali, il titolare dell’episcopato disse «chi impedisce la riconciliazione è il demonio».
«Il falso testimone è il demonio – gli fece eco Von Wernich – perché è pieno di malizia» (leggi qui) mettendo così in dubbio le testimonianze che lo accusavano. Il prete criminale si riferì poi al “sacramento della riconciliazione” è affermò «in 2000 anni di storia nessun sacerdote della Chiesa cattolica apostolica romana violò i sacramenti».
Le affermazioni e soprattutto la citazione di Von Wernich devono intendersi come chiari segnali inviati a Bergoglio e all’istituzione cattolica. Sia Bergoglio che la Chiesa cattolica intesero bene il “pizzino” di “el Queque” e reagirono di conseguenza.
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Christian Von Wernich come se nulla fosse accaduto rimane in seno alla santa madre Chiesa cattolica apostolica romana, e nelle patrie galere argentine continua a esercitare le sue “sacre funzioni” con il permesso dei suoi superiori. (leggi qui)
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Le reazioni di Bergoglio
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Le reazioni di Bergoglio? Lo ha detto apertamente, lui è un furbo, «Sì, posso forse dire che sono un po’ furbo, so muovermi, (…) ». (leggi qui) Ma qualcosa è trapelato.
Nella comunicazione tra l’Ambasciatore e il Segretario di Stato USA, – potete vedere qui sotto il cable di Wikileaks fotografato risalente all’11 ottobre del 2007, due giorni dopo la condanna di Von Wernich – emerge come la carcerazione di Von Wernich mise in difficoltà il cardinal Bergoglio .
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All’epoca della condanna di Christian Von Wernich l’attuale Bergoglio era a capo della Conferenza Episcopale Argentina e non rilasciò mai le scuse formali ai parenti delle vittime.
Inoltre in quel periodo ci fu una “richiesta di grazia” nella quale, sostanzialmente, Videla, Von Wernich e decine di altri responsabili dei crimini contro il popolo argentino chiesero un’amnistia. «Con questa lettera ufficiale, – recitano le ultime parole del testo – vi invitiamo a dimenticare e ci riconosciamo argentini nella sofferenza, nella dignità e nella mutua accettazione delle aberrazioni umane. (…) Che Dio abbia cura del signor arcivescovo». Altro “pizzino” per Bergoglio.
Secondo ciò che pubblica Fan Page New (leggi qui) «le cronache dell’epoca la lettera dei detenuti fu avanzata attraverso un vescovo. All’epoca dei fatti Bergoglio era a capo della Conferenza Episcopale Argentina: chi fu il vescovo incaricato? Bergoglio ne era a conoscenza? Non è dato sapere. L’unico punto fermo è la respinta della richiesta da parte del governo. Nella richiesta si sarebbero elencati tutti coloro che avrebbero dovuto beneficiare dell’amnistia: da Videla a Bignone, da Santiago Omar Riveros a Higo Siffredi, e oltre 100 altri militari dell’esercito, della marina e dei servizi segreti. E tra i nomi c’era anche quello di Cristian Von Wernich» ovvero il mostro del Pozo de Quilmes.
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Note
(1)«L’imputato utilizzando il suo ruolo di cappellano e con la sottana macchiata di sangue sosteneva, giustificava e arringava chi torturava e commetteva tutti questi delitti di lesa umanità, incitando in questo modo la sua pratica e la sua reiterazione. (…) La Dra. Miriam Bregman fece notare che (quelli di Von Wernich) non furono delitti isolati, ma fecero di un processo economico e politico il cui obiettivo era quello di mutare la struttura del paese e quello di disciplinare e aumentare lo sfruttamento della classe lavoratrice (…) lì il ruolo della Chiesa divenne fondamentale, incluso il metodo di sterminio basato sul gettare le persone vive in mare che “era stato concordato con la gerarchia ecclesiastica, che lo approvò considerandolo una forma cristiana di morte”»
(2)«Lui (Bergoglio N. d. R.) contribuì a oscurare tutto. Si incaricò di sistematicamente e di essere parte di queste mantello che tentarono di porre i militari» (2) Estela de la Cuadra: “El rol de Bergoglio fue proteger a los ejecutores de la dictadura” intervista di Daniel Satur (leggi qui)
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