• Kafka – Lettere a Elsi

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    di Gian Carlo Zanon

     

    Un’amica mi ha raccontato una storia. È una storia vera. Ve la racconto cercando di rammentare anche le sensazioni che mi ha trasmesso. Sono importanti le sensazioni.

    Fanz Kafka e Dora Dymant si conobbero nel 1923. Lei era volontaria in una colonia di Grall Müritz. Svolgeva mansioni di cuoca. Li si incontrarono. Racconta la mia amica che quando Franz la vide per la prima volta la ragazza era intenta a pulire il pesce e di come lui  fosse rimasto colpito dal contrasto tra le mani delicate di Dora e l’operazione sanguinaria che stavano compiendo. I due si guardano a lungo e … spatatrac , nasce il grande amore. Non si lasciano neppure per un momento per tre settimane. Fanno piani per vivere insieme. Dopo una breve parantesi in cui lo scrittore torna a Praga, si ritrovano a Berlino dove vivono insieme fino alla morte di lui. 3 giugno 1924.

     

    Sostiene la mia amica che una mattina, mentre Franz e Dora passeggiavano nei giardini berlinesi di Steglitz park, videro una bambina che singhiozzava disperata. Le chiesero il motivo del suo dolore. Elsi, così pare si chiamasse la bambina, disse loro, tra le lacrime, che aveva perso la sua bambola tanto amata. Brigida si chiamava.

     

    Franz vedendola così disperata le disse di non preoccuparsi: Brigida, mentì, si era solo stancata di quella vita così monotona e aveva deciso di viaggiare un po’. A lui, che era il postino delle bambole viaggianti, Brigida aveva detto che gli avrebbe scritto per spiegarle il motivo di quella separazione.

    Racconta Dora che Franz non appena tornato a casa entrò nel suo studio e si mise subito a scrivere la lettera alla bambina. Dora non ricordava tutto ciò che la lettera diceva; ricordava solo poche frasi « …ci sono bambole che non partono mai per nessun viaggio. Hanno paura: Rimangono con le loro bambine, ma non per amore nei loro confronti, tutto il contrario: lo fanno per paura.»

     

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    Il giorno dopo Franz, come aveva promesso a Elsi, si fece trovare nel punto del parco concordato. Dopo pochi minuti la bimba comparve in lontananza. Non appena lo scorse si mise a correre verso di lui. Franz, il postino delle bambole, le consegna la lettera, ma Elsi non sa leggere ancora. Kafka gliela legge. La bambina sembra rasserenata ma ancora molto triste. «Non essere così triste – le dice il postino – come ha scritto Elsi, questa prima lettera l’ha scritta solo per non farti preoccupare troppo. Ma da domani ogni giorno te ne scriverà una, che io ti porterò qui, sempre alla stessa ora.»

     

    Fu così che per quindici giorni consecutivi, Kafka scrisse e consegnò le lettere di Brigida a Elsi. Non sappiamo cosa c’era scritto in quelle lettere perché non sono state mai ritrovate. Sappiamo però che Brigida scriveva dei suoi viaggi intorno al mondo Tokyo, New York, Bogotà, Messico, L’Avana,  Hong Kong. Sappiamo anche che mentre passavano i giorni Elsi era sempre meno triste, e creava nella sua mente l’idea di una possibile libertà. Sappiamo anche che nell’ultima lettera Brigida le scrisse che aveva incontrato un principe azzurro. Le scrisse che si sarebbero sposati, e avrebbero viaggiato, e che lei non si sarebbe mai scordata di Elsi, la bambina del Steglitz park, che aveva tanto pianto per lei …

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