• Incontri ravvicinati del quarto tipo: non gettate l’ancora nelle isole della rete abitate da feroci webioti

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    webioti

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    di Gian Carlo Zanon

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    Certamente, mie care sorelle e miei cari fratelli di sangue cibernetico, cavalcando nelle infinite pratereie del Far Web, vi sarete imbattuti anche voi in una o più “tribù web”. Si vero? Lo sapevo!

    Io in una ventina. Alcune, due o tre o quattro, le frequento ancora, perché sono isole felici. Altre ancora, un paio, le frequento un po’ con gioia un po’ con fatica ma le frequento … guardingo.

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    Molte di queste tribù, non tutte, molte, hanno le stesse caratteristiche che si possono riscontrare  nelle famiglie psicotiche, dei collegi ecclesiastici, e negli apparati di partito, nei comitati di quartiere ecc.: un capo supremo (admin), alcuni ministri, uno o due responsabili della purezza ideologica, qualche spione, e poi una schiera di impauriti e ignari subordinati ben addomesticati.

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    Ci sono le tribù crudiste che se scrivete di aver messo del cibo a più di 40° gradi vi mandano a casa i carabinieri;  le chiese stagionali in cui se scrivi che hai mangiato un pomodoro a fine maggio vieni immediatamente intercettato in privato da un inquisitore, al cui confronto  Torquemada era un libertario, che ti interroga sulla provenienza del vegetale … e se per sbaglio viene da una serra a più di 10 chilometri da casa tua sono cazzi amari; ci sono gruppi adoratori di una radio, o di un programma televisivo o di un serial – tipo Un posto al sole – o di un sequel ecc. ecc..

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    Ebbene molte di queste tribù – in cui io ad esempio sono entrato per racimolare ricette di cucina – sono gestite come un apparato piramidale e se sgarri, interpretando male i Comandamenti e le regole ferree del gruppo, vieni tacciato da eretico e messo alla gogna webiotitica (l’aggettivo sta per idiota del web) e poi gettato dalla rupe Tarpea con ignominia.

    A causa di passate esperienze extraweb poco lungimiranti, ora colgo subito i miasmi di questi apparati. Apparati che abitano isole web che sono dei piccoli mondi a sé i cui membri vivono per qualche tempo in simbiosi annullando poco, tanto o completamente la realtà esterna. Ovviamente regole e leggi vengono inventate, addomesticate, interpretate solo da coloro che gestiscono l’apparato in modo impersonale:  “il gruppo pensa così, crede in questo, noi vogliamo questo e non quest’altro, noi di qua noi di là , ecc. ecc.”

    Questi gruppi di webioti  sono convinti di difendere la purezza delle loro idee che in realtà sono quelle del admin.

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    Un modo sicuro per rendersi conto di essere distrattamente entrato in uno di questi luoghi impregnati di demenza claustrofobica è quello di leggere un commento in cui vi viene detto “sai qui non si può parlare di questo o di quello” .. ecco se qualcuno vi scrive una cosa del genere salutate cortesemente e scappate a gambe levate dall’isola webiotica…

    Inoltre, molto spesso, all’interno di queste tribù incontri individui, molto malati, che tengono sotto scacco l’intero gruppo con i loro commenti che hanno il solo scopo di far star male gli altri paralizzandoli con le loro facezie che tolgono senso alla realtà umana. Pochi stupidi violenti riescono a gestire il gruppo impedendo che si sviluppino filoni di ricerca collettiva che potrebbero rivelarsi interessanti ma anche solo gradevoli. Questi esseri sono coloro che io definisco “gli stolidi e gli anaffettivi” categorie che evocano ottocentesche, ma sempre valide, classificazioni psichiatriche.

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    23 settembre 2017

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