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di Gian Carlo Zanon
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Lentezza [ lat. lentitia(m) , da lěntus ‘lento’ ] Lentezza = pieghevolezza, flessibilità, anche mancanza di energia, irresolutezza. Contrario di durezza intesa come inflessibilità.
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Allentare, piegare, moderare, prolungare. Si dice comunemente: “la cinghia è lenta”.
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Lěntus: pieghevole , flessibile.
Lentos ponere fastus = deporre l’orgogliosa ostinazione
Placido, tranquillo; addirittura insensibile (che non reagisce subito).
Hannibalem lenti spectamus: Stiamo a guardare senza far nulla, Livio.
Indifferenza apparente.
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Potremmo prendere alcuni di questi significati e tessere un elogio alla lentezza.
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Ad esempio: un’indifferenza apparente in un corpo “lento” può nascondere una mente energica e risoluta. Il prolungare può significare protrarre un incontro importante o procastinare … altro. La lentezza può essere l’immagine dello scorrere senza fretta del tempo tra due amanti che vivono un movimento interno trasformando il cronos, il tempo astrale, in cairos, il tempo giusto … giusto per loro. Possiamo parlare di lentezza come tempo irrazionale, che si lascia scivolare addosso, indifferente, la fretta e lo stress quotidiano. Ma anche di un “lento” movimento della realtà psichica che non asseconda né si adegua al tempo storico convenzionale perché sceglie i ritmi della propria realtà umana, magari ricreando quella dei primi mesi di vita. O perchè no, ricreare la lentezza di quando il nostro tempo non era ancora iniziato, o di quando, dopo la nascita, la “lentezza” delle braccia che ci avvolgevano diceva che era vero amore…
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Leggete qui Elogio alla lentezza, di Gian Carlo Zanon