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Il blog Segnalazioni ha pubblicato domenica 6 aprile 2014 un’importante nota a margine di Susanne Portmann che spiega in modo accurato il problema del “tedesco antisemita” coniato per l’occasione da Heidegger.
La nota la trovate in calce alle traduzioni degli articoli pubblicati dai periodici tedeschi che parlano dei Quaderni neri di Heidegger.
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Pubblichiamo alcuni brevi stralci della nota di Portmann rimandando per la lettura completa a Segnalazioni
Piccola nota a margine degli articoli tradotti
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Il tedesco antisemita di Heidegger
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di Susanne Portmann
“I Quaderni neri lasciano pochi dubbi che dallo stato nazista [Heidegger] si aspettasse molto di più: una eliminazione di ogni vuotaggine civilizzatoria, una “distruzione dell’era moderna”, una realizzazione della sua fantasia filosofica del nuovo inizio della “Storia dell’essere” […]. Sviluppa a proposito di volta in volta termini propri di razza, popolo, storia, potere, Germania, università, che insieme fanno quasi una lingua privata. Per questo l’opera di nessun filosofo come quella di Heidegger conta tante parole virgolettate.” Così scrive Jürgen Kaube sulla Frankfurter Allgemeine il 12 marzo scorso (“La battaglia finale…”).
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Gli ebrei dovevano scomparire non soltanto dalla ‘terra’ tedesca, ma dal ‘mondo umano’, dalla storia e dalla coscienza umane, perché secondo Heidegger non erano dotati della “Menschentümlichkeit” (peculiarità umana) in senso metafisico; perché dovevano essere sradicati da quel ‘fondo’ che i mistici tedeschi si sono spesi a ‘coltivare’ perché potesse attecchirvi ‘l’essenza’ dello spirito divino cristiano greco-romana solo grazie al quale si appartiene ‘legittimamente’, al genere umano.
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Questa summa agghiacciante del pensiero antisemita di Heidegger dimostra che per arrivare a sradicare la presenza ebraica dalla memoria e dal pensiero umano e impedire che continuasse a diffondersi, egli riteneva necessario anche la loro ‘preventiva’ eliminazione fisica: “L’ebraismo mondiale incitato dagli emigranti che si sono lasciati uscire dalla Germania”, non è altro che un rimprovero al regime nazista che non ha saputo badare a trattenerli tutti: quelli che si sono salvati per Heidegger continueranno ad essere presenti nella storia e nel pensiero umano, nel ‘mondo’ da cui secondo lui debbono essere eliminati, oltre che fisicamente, con il pensiero; perché anche un solo sopravvissuto poteva corrompere il suo progetto della purezza del ‘pensiero tedesco’, che era ben più “gründlich” di quello della ‘purezza del sangue’ dei nazisti.
Susanne Portmann
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