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di Gian Carlo Zanon
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Molti intellettuali, come lo storico Giovanni Gozzini, affermano che sia fuorviante tirar fuori il fascismo per Trump o Meloni, «perché siamo di fronte a un altro fenomeno, con altre forme di consenso e altre motivazioni». A me francamente queste affermazioni fanno tanto pensare al solito adagio: “io non sono fascista… ma” che pretende di mitigare la vergogna di essere fascista interiormente con tutto ciò che ne consegue. E quindi è il caso di chiarire cosa sia il fascismo e chi sia fascista.
Il fascismo non è una teoria economica e sociale come per esempio il marxismo, l’ideologia fascista è una legittimazione culturale di un sistema politico neoliberista e razzista in cui si afferma e si auspica il dominio del più forte sul più debole, di una religione o di una ideologia su un’altra, di una casta su un’altra. Il fascismo giustifica la doppia etica colonialista per cui ciò che è etico all’interno dello stato colonialista non lo è per lo stato colonizzato dove il colonizzatore può agire senza alcuna etica verso i colonizzati di cui disconosce non solo i diritti sociali e umanitari ma anche un grado di umanità pari al suo.
Il fascismo è soprattutto legittimazione culturale del non riconoscimento dell’altro da sé come umanamente uguale, e questo pensiero delirante annulla la libertà dell’altro, i suoi diritti, il principio di uguaglianza, la giustizia sociale e la solidarietà umana estesa a tutti gli esseri umani. Chi dice “prima gli italiani” è un fascista; chi vede nell’altro da sé un mero oggetto da sfruttare nel mondo del lavoro è un fascista; chi vede la donna come un oggetto più debole da usare sessualmente è un fascista; chi dal pulpito afferma «un bambino battezzato non è uguale a un bambino non battezzato» è un fascista; chi depreda le risorse naturali di un territorio che non gli appartiene o/e si accaparra una terra non sua spodestando la popolazione locale è un fascista; eccetera, eccetera.
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Basta questo per riconoscere il fascismo, per vedere dove si annida, per notare un comportamento fascista. Quindi affermare che il fascismo oggi non esista è una negazione della realtà.
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Scriveva Albert Camus nel suo romanzo La peste «lui sapeva quello che ignorava la folla, ossia che il bacillo della peste non muore né scompare mai, che può restare per decine di anni addormentato nei mobili e nella biancheria, che aspetta pazientemente nelle camere , nelle cantine, nelle valigie, nei fazzoletti e nelle cartacce e che forse verrebbe il giorno in cui, per sventura e insegnamento agli uomini, la peste avrebbe svegliato i suoi topi per mandarli a morire in una città felice.»
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17 novembre 2022