di Giulia De Baudi
Finalmente ieri sera sono riuscita vedere il film Viva la libertà. Il film è tratto dal romanzo Il Trono vuoto di Roberto Andò, vincitore del Premio Campiello Opera Prima 2012, che non ho letto.
La storia in sé potrebbe essere banale. Il tema del doppio come alter ego è già stato ampiamente visitato dalla letteratura a cominciare dal William Wilson di E.A.Poe, e il cinema, con Kagemusha, l’ombra del guerriero di Akira Kurosawa, ha già esplorato i misteri dell’identità dell’essere umano che si appropria in un’immagine che non gli appartiene.
Questa pellicola, forse per la maestria interpretativa di Toni Servillo, forse per un tema caldo come quello di un partito di sinistra alla ricerca di un’identità etica e culturale in gran parte svanita, offre sfumature inedite capaci di far luce sul nostro inquietante scenario politico.
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La trama in due parole:
Un segretario del principale partito d’opposizione – che potrebbe essere benissimo un Bersani – è entrato, anche a causa dei sondaggi che lo valutano come perdente alle prossime elezioni, in una profonda crisi esistenziale. All’indomani di un deludente intervento, nel quale viene anche contestato, egli lucidamente decide di dileguarsi, lasciando solo un laconico biglietto.
Il suo assistente e portavoce, interpretato da un grande Valerio Mastandrea, cerca di rimediare a questa sparizione che sta mettendo in difficoltà tutto l’apparato del partito: in accordo con la moglie del politico scomparso lo sostituisce con il fratello gemello. E così, Giovanni Ernani, un filosofo geniale, gravato da una malattia psichiatrica non ben definita (forse schizofrenia) assume il ruolo politico del fratello latitante facendo alzare, con i suoi interventi ed interviste, il favore della base del partito e i sondaggi. Ad ogni nuovo intervento del “segretario”, che ora si esprime con un sorprendente linguaggio poetico, le quotazioni del partito riprendono a salire, l’opinione pubblica e le piazze tornano ad infiammarsi d’entusiasmo, e i suoi nemici interni, non comprendo più dove egli voglia andare a parare, lo temono.
Il finale che non svelerò, assomiglia in po’ a La Vida es sueño di Calderón de la Barca, con tanto di sognatore che svegliatosi non sa più distinguere con certezza la realtà dal sogno.
Il film non è solo questo naturalmente. Il film è costellato da colte citazioni: oltre Calderón, il regista Roberto Andò ha inserito nel film quel camminare strano del gemello folle che ne evidenzia la psicosi, come fece Buñuel in El . E forse qui, ci ho visto qualche difetto nel senso che l’incedere di Giovanni viene rappresentato come una cosciente pantomima e non come un sintomo psicotico. Ma forse mi sbaglio. Un’altra citazione viene dall’Atlante di Jean Vigo, quando nella scena della piscina, emergono le persone che lo scomparso cercava inconsciamente di cancellare dal suo pensiero. Chi scompare, Chi l’ha visto docet, crede sempre che così facendo farà sparire il mondo che lo circonda.
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Ma al di là di queste osservazioni intellettualoidi, il film appassiona, perché consiglia una ventata di vera passione alla sinistra senza la quale la realtà degli accadimenti si appiattisce fino a divenire indecifrabile.
Quanto vorrei che Bersani domani salisse su un palco e trovasse la forza di esprimere tutta la verità che tiene vigliaccamente nascosta. Vorrei tanto sentirgli dire le parole che dice il “pazzo” che si è impadronito del ruolo politico del gemello “sano”: «chi vota per un ladro è un ladro o vorrebbe diventarlo»; «l’unica alleanza da fare è con la coscienza della gente»; «Sono venuto qui a dirvi la verità perché domani non si dica “I tempi erano oscuri perché loro hanno taciuto”».
Certo forse anche in questo film, in fondo in fondo, forse, vuole suggerire surrettiziamente che solo chi è pazzo può dire tutta la verità fino in fondo e che il sogno della libertà svanisce sempre all’alba. Chissà, forse, chi può dirlo.Vi posso solo dire che il finale è aperto a molte interpretazioni e a molti piani di lettura, e questo lo rende già un’opera d’arte …
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Da non perdere assolutamente …
4 marzo 2013
Scheda del film
Regia Roberto Andò.
Cast : Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto, Eric Trung Nguyen, Judith Davis, Andrea Renzi, Gianrico Tedeschi, Massimo De Francovich, renato Scarpa, Lucia Mascino, Giulia Andò, Stella Kent.
La colonna sonora è stata curata da Marco Betta.
Direttore della fotografia, Maurizio Calvesi.
Montaggio Clelio Benevento.
Costumi Lina Nerli Taviani.