–
di Gian Carlo Zanon
–
Marco Politi su Il FattoQ il 5 luglio scorso pubblica un articolo dal titolo Scandali in Vaticano, cosa ci insegna la crisi nel governo di papa Francesco. In questo pezzo il giornalista elenca una serie di “manchevolezze” che, che secondo lui, marcherebbero fortemente una profonda crisi «nel governo di papa Francesco».
–
Scrive M.Politi «Troppi casi si sono accumulati in rapida successione. Le dimissioni di Marie Collins dalla commissione per la protezione dei minori a marzo, l’addio improvviso di un professionista di primo rango come Libero Milone dal suo incarico di Revisore generale dei conti in Vaticano, l’affaire del neo-cardinale del Mali Jean Zerbo incapace di spiegare il destino di 12 milioni parcheggiati a suo nome in banche svizzere, il brusco allontanamento (che nessuno crede provvisorio) del cardinale George Pell – membro del consiglio della corona dei 9 cardinali che assistono il pontefice e responsabile della Segreteria economica della Santa Sede – costretto a recarsi in Australia per rispondere ad accuse di abusi, l’inaspettata rimozione del prefetto della Congregazione per la dottrina delle fede cardinale Gerhard Ludwig Müller, la sua sostituzione alla testa dell’ex Sant’Uffizio con il gesuita Luis Ladaria, rivelatosi firmatario di un documento che invitava il vescovo di Lucera a non scandalizzare i fedeli con la notizia della dimissione dallo stato sacerdotale del prete pedofilo Gianni Trotta (che approfittando dell’omertà diventerà allenatore di una squadra giovanile di calcio commettendo nuovi crimini).»
–
Il giorno prima il suo collega Marco Marzano, sempre su Il FattoQ, scrive un articolo simile: Luis Ladaria Ferrer, la scelta pericolosa di papa Francesco, in cui racconta la strana incoerenza che ha portato alla scelta di un ultraconservatore da mettere a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, ex Sant’Uffizio, ex Tribunale della santa Inquisizione.
–
Marzano scrive: «Francesco si sta rivelando, con le sue gigantesche ambiguità, un meraviglioso investimento per la Chiesa Cattolica: da un lato assicura il rilancio di una immagine appannata grazie alla sua effervescente simpatia, alla semplicità del suo linguaggio e all’efficacia di qualche frase gettata come per caso nel mezzo di una conferenza stampa (la più famosa è stata ovviamente quel “chi sono io per giudicare un omosessuale?” che ha fatto il giro del mondo e che si è poi rivelata, per ammissione dello stesso Francesco, una citazione del catechismo), dall’altro, non fa un solo graffio all’apparato istituzionale, anzi lo preserva e lo protegge da ogni attacco esterno, in assoluta continuità con i predecessori, (…)» e finisce l’articolo con una frase di gattopardesca memoria affermando che Bergoglio «(…) riesce a nascondere magnificamente il fatto di essere il capo di un’organizzazione che continua a non cambiare.»
–
Ovviamente non può essere un caso se il giornale del prode Travaglio si ponga in modo così critico sull’operato del “papa venuto da lontano”. Tutto ciò per altro è più che legittimo e, manco a dirlo, incontra il mio favore ma … ma mi hanno insegnato a chiedermi sempre il perché delle prese di posizioni mediatiche. E quindi mi chiedo perché Il FattoQ, attacchi così frontalmente la governance francescana … e mi rispondo che l’intento è quantomeno di sminuire la mitografia di Francisco (noi lo chiamiamo affettuosamente Cisco primero) perché per tutti i rappresentanti politici che sconsideratamente si definiscono di sinistra questo papa è il loro vate, il loro faro. Dai fondachi del Pd renziano alle “luci rivoluzionarie” dell’ultimo movimento “di sinistra” di Tommaso Montanari e Anna Falcone è tutto un richiamarsi alle parole – che come scrive M. Marzano non portano a nulla – di Juan Mario Bergoglio. Quel Bergoglio che dai confini più estremi del peronismo di destra, cioè dalla Guardia de hierro di cui faceva parte, è miracolosamente migrato alla guida della sinistra italiana.
–
Lo so, Fantozzi direbbe che questa idea che pervade la pseudo sinistra italiana «è una cagata pazzesca» ma purtroppo questo è ciò che va di moda oggi nella narrazione sinistrese che usa il papa come testimonial. E ciò non giova al M5s di cui Il fattoQ è invaghito.
L’intenzionalità della claque del FattoQ è quindi quella di rimpicciolire la figura del testimonial di questa sinistra misericordiosa, pacifista, terzomondista, tanto quanto lo è stato e lo è Cisco primero? Non lo so, forse sì … di fatto: «Forse è più a sinistra di noi» ha detto pochi giorni fa al Brancaccio Tommaso Montanari durante il vernissage “Assemblea per la Democrazia e l’uguaglianza” … e Anna Falcone non lo ha smentito … silenzio –assenso? Bah …
–
Per finire vorrei mettere in evidenza che i pretoriani del Fatto Q criticano solo la Curia romana come la cattivella continuasse a remare sempre contro l’impavido “Francesco senza paura”. Infatti Politi induce a pensare che «Bergoglio, ha bisogno di una pattuglia di guida animata dagli stessi obiettivi.» e che l’incongruenza tra ciò che dice Francesco è ciò che accade in realtà è dovuto a «disfunzioni nel campo della gestione». Come dire … che è sempre la solita storia che si ripete: si denunciano i ministri del re ma mai il re. È sempre la curia romana la colpevole di ogni nefandezza (e lo è ovviamente) mentre il Bergoglio è sempre lì con l’aureola sacrale di guida spirituale della sinistra… che dio ci aiuti!!!!
–
Altre due piccole correzioni … non è vero che il Cardinale George Pell non è stato «costretto a recarsi in Australia per rispondere ad accuse di abusi» lo hanno detto i giornalisti. Il porporato accusato di stupro di minore non ha mai detto che sarebbe andato in Australia e, come riportato dal Corriere, durante la famosa conferenza stampa «Alla domanda se fosse disposto ad andare in Australia ha ripetuto: «continuerò a cooperare pienamente». Tanto è vero che, contrariamente da ciò che si potrebbe dedurre dall’articolo di Politi, sta ancora in Sede vaticana.
Quanto a «elaborare linee-guida obbligatorie» vorrei dire a Politi che linee-guida “nuove” sulla pedofilia dei clerici già ci sono dal 2012 … solo che lì c’è scritto che vescovi e cardinali non sono obbligati il chierico che stupra un minore. (leggi qui)
–
7 luglio 2017
Leggi anche
https://left.it/2017/07/04/chi-dice-messa-don-turturro-il-prete-condannato-per-pedofilia/
http://retelabuso.org/2016/03/08/pedofilia-i-fantasmi-di-bergoglio/
https://left.it/2017/06/26/pedofilia-premiato-il-docufilm-italiano-che-inguaia-papa-bergoglio/
–