• Giovanni Reale – Orazione funebre per la morte di un teologo

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    C’è giunta questa orazione funebre da un estimatore di Giovanni Reale, (a sinistra

    nella foto) che pubblichiamo volentieri

    Amici, correligionari, coinquilini di questa valle di lacrime, prestatemi orecchio; io vengo a seppellire un teologo, non un filosofo. Gli errori filosofici che gli uomini fanno restano nella cultura; le brillanti interpretazioni teologiche spesso vengono sepolte con le loro ossa, amen; questo succede al caro estinto Giovanni Reale.
    Filosofi e giornalisti v’han detto che Reale fu un filosofo: se questa è la verità, egli visse un grave difetto e nel peccato. Ma così non fu. Qui, col permesso degli “esperti in filosofia”, – ché sono uomini d’onore, tutti, tutti “uomini d’onore” direbbe, Antonio, U curtu, un caro confratello di Corleone – io vengo a scrivere un epitaffio per Reale. Egli fu  amico, collega, credente appassionato, giusto verso di me e soprattutto verso la conoscenza: ma gli “addetti ai lavori” dicono che fu un filosofo; e son tutti uomini d’onore; son tutti uomini d’onore ma la filosofia è ricerca empirica sulle verità dell’esistente mentre la teologia è la strada che conduce ad una visione metafisica della creazione divina. Ho letto in una delle tante laudationes post morte «Per lui la filosofia greca non è stata altro che una lunga preparazione – voluta e guidata “ab aeterno” da Dio – al pensiero cristiano…» ecco un prova della sua fede che non poteva che divenire credo religioso e quindi teologia.

    Le ultime notizie che ci giungono dalle ricerche dei medici della The State University of New York Stony Brook sulla premorte confermano la credenza di noi cattolici. Poco importa se i soliti medici atei dicono che questi morti, che tornano in vita senza aver attraversato completamente la porta dischiusa del paradiso, non sono affatto morti. Essi assumono gli assurdi protocolli di Harvard in cui viene stabilito che il fine vita è certificato solo dalla fine del pensiero … questo sono le solite scuse che i non credenti inventano per negare l’esistenza della vita eterna. Vita eterna che per Reale, e per me, era ed è la sola ed unica forma di vera esistenza.

     

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    Ma io non sono qui a certificare ciò che da duemila anni è certo quanto la salvezza dopo la morte donataci dal Cristo redentore. Alleluia. Io sono qui per cancellare l’ignominia dell’aggettivo filosofo dalla storia del defunto e per narrare le sue gloriose imprese nel campo della pura teologia.
    Cari correligionari , come potrebbe essere stato Reale un filosofo dedito alla ricerca delle cosiddette verità del transeunte? Egli aspirava all’infinito. Non era un sordido positivista; il caro estinto era un noto cattolico fondamentalista e integralista, ovviamente di obbedienza platonica. Come potrebbe Reale non essere un teologo, egli ha studiato all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si è laureato con don Francesco Olgiati (1). inoltre ha insegnato all’Università Cattolica del Sacro Cuore e infine dal 2005 all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano la “creatura” di don Luigi Maria Verzé (2) in cui ha insegnato anche Massimo Cacciari.

     

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    La stigmate di filosofo che Giovanni Reale ha portato per tutta la vita come una croce sul Calvario, amen, è dovuta alla sua vicinanza a Platone e a Martin Heidigger che è stato vilmente accusato di antisemitismo per quattro innocue frasette trovate nei suoi scritti (leggi qui) . Come ha scritto Antonio Gnoli il 16 ottobre su Repubblica, Giovanni Reale ammirava Heidegger . Probabilmente egli perché aveva intuito che sotto la sua uniforme nazista aveva sempre celato l’anima di un prete cattolico mancato, e questa è anche una verità storica. Scrive Gnoli : «C’è bisogno di idee forti, altro che pensiero debole, aveva sostenuto, (Reale N.d.R.) vedendo crescere l’interesse attorno alla figura di questo controverso pensatore. Contrariamente a quello che in genere si pensa, e cioè che Heidegger sia un antimetafisico, Reale sostenne che egli sia stato uno dei più grandi metafisici della storia del pensiero occidentale. Anche sulla religiosità Reale intuì il profondo coinvolgimento di Heidegger.» Grande intuizione del caro Giovanni: infatti Heidegger , come Pio XII, Freud, Jung, e altri grandi pensatori vissuti a cavallo tra ottocento e novecento fu un  grande ammiratore sia del nazifascismo che della metafisica cristiana.

    Queste sono le prove con le quali libererò il caro estinto dall’accusa di filosofo … Eppure molti dicono ch’egli fu filosofo; e, invero, tutti, sono uomini d’onore. Non parlo, no, per smentire ciò che il volgo dice, ma qui io sono per dire ciò che io so. Tutti lo amaste una volta, né senza ragione, come ora amate Francesco, il papa che viene da quel paese lontano dove la mala erba comunista veniva fatta sparire nell’oceano con la benedizione dei cappellani militari e di Woytjla, Dio l’abbia in gloria , amen: qual ragione vi trattiene dunque ora? Perché non volete definirlo un grande teologo? O senno, tu sei fuggito tra gli animali bruti e gli uomini hanno perduto la ragione. Scusate la mia veemenza; il mio cuore giace là nella bara con Giovanni Reale e dovrei tacere sinché non ritorni a me.

    O correligionari, io sono disposto a guidare vostro cuore e la vostra mente a ridefinire le caratteristiche di Reale chiamandolo con il proprio nome: teologo. Forse faccio un torto ai molti filosofi che hanno veduto in lui un filosofo. E questi filosofi, lo sapete tutti, sono uomini d’onore: non vorrei far loro torto, ma non posso far torto al defunto, né far torto a me stesso e a voi che come me cercate la verità nei Vangeli. Ma qui ho i libri del caro defunto che sono i suoi sigilli in cui si può leggere chi egli fu realmente. Questi testi sono il suo testamento: che i filosofi leggano questo testamento, che, perdonatemi, io ora non intendo leggere, e poi vadano a baciar la tomba del defunto, chiedendo perdono per la propria cecità.

    Io attendo di rivederlo nel Regno dei cieli

    Don Manzo Brodo

     

    Ringrazio Segnalazioni delle informazioni su Giovanni Reale, di cui mi sono avvalso per scrivere questa mia orazione funebre in suo onore.
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    Note a cura della Redazione

    (1) Don Francesco Olgiati (1886-1962, fu insignito da Pio XI del titolo di Cameriere Segreto e da Pio XII di Protonotario Apostolico. Inoltre, assieme a “padre” Agostino Gemelli – noto fascista, antisemita, anticomunista -, fu uno dei fondatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore).
    (2 ) Don Verzè – morto nel 2011 – pregiudicato e plurinquisito per “gestione mafiosa”, colluso con Pio Pompa del Sismi, ammiratore di Gheddafi, molto legato a Silvio Berlusconi e a Nichi Vendola, Rettore della medesima istituzione). (leggi qui)

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