di Gian Carlo Zanon
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“…una luce sempre più forte sollecitò i miei nervi fino a costringermi a chiudere gli occhi. Caddi nell’oscurità e questo mi turbò”.
Leggendo questo lungo racconto ci si rende conto della modernità di quest’opera che aprì la strada al romanzo gotico epistolare che ebbe molto successo per tutta la seconda metà dell’ottocento. ‘Dracula il Vampiro’ di Bram Stoker ne fu un altro famoso esempio.
La Shelley scrisse tre volte il suo libro: la prima versione 1816 -1817 non fu mai pubblicata, la seconda venne stampata nel 1818, la terza nel 1831.
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Mary Wollstonecraft Shelley
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Inquietanti le risonanze tra il vissuto dell’autrice e il romanzo: pochi mesi prima della prima stesura dell’opera. che la rese famosa, la scrittrice inglese sognò la figlia morta prematuramente senza che le fosse dato un nome: “Ho sognato che la mia piccola tornasse a vivere, che ella fosse semplicemente diventata fredda e che noi la scaldavamo con il fuoco e che quindi vivesse”. Così sarà per la Creatura del dottor Frankenstein creata nella mente dell’autrice: anche lui prenderà energia vitale dal fuoco venuto dai nembi, il fulmine, anche lui non avrà un nome: egli sarà semplicemente la Creatura.
Il racconto che la Creatura fa della propria nascita è decisamete geniale: “…una luce sempre più forte sollecitò i miei nervi fino a costringermi a chiudere gli occhi. Caddi nell’oscurità e questo mi turbò”. Proseguendo nel racconto l’autrice rappresenta la Creatura come un essere nato buono che, solo in seguito, perché deluso, offeso e percosso dagli esseri umani, divenuto ormai un mostro criminale, maledirà la propria nascita e il proprio creatore. “Sono malvagio perché sono infelice”,dirà la Creatura a Victor Frankenstein, a colui che gli da la vita ma che, nel momento stesso della nascita, lo abbandona.
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Mary Wollstonecraft Shelley inconsapevolmente, come tutti gli artisti di genio, scrisse questo romanzo epistolare un anno dopo Waterloo, e viene da pensare che forse la Creatura potrebbe rappresentare la Rivoluzione francese nata da istanze di libertà e uguaglianza e finita negli anni del Terrore e nella paranoia di Napoleone. Una Creatura nata buona dalle mani e dalle idee di uno scienziato illuminista, il dottor Frankenstein, come la Rivoluzione, ma che poi finisce per diventare un strumento di desolazione e morte, come la Rivoluzione.
Il nesso è quasi d’obbligo visto che la madre della Shelley, morta di setticemia dopo la nascita della scrittrice, visse in prima persona i giorni del Terrore e scrisse un saggio ‘A Vindication of the Rights of Woman’, nel quale rivendicava i diritti delle donne che neppure la Rivoluzione aveva loro riconosciuto.
Intrigante il racconto che la Creatura senza nome fa al suo creatore dei suoi primi mesi di vita vissuti in uno sgabuzzino, quasi fosse un marsupio, dove egli osservando gli abitanti della casa, una famiglia buona e felice, impara la lingua degli esseri umani e anche a leggere libri che lo rendevano infelice: attraverso quei testi egli si rendeva conto della propria inadeguatezza dovuta alla sua mostruosità fisica.
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Questo marsupio ricorda la seconda nascita di Dióniso: anch’egli dopo una prima nascita, viene tolto dal sacco amniotico della madre morente da Zeus, il quale lo cuce dentro la coscia portando a termine la gravidanza. Anche la Creatura nasce due volte, e la seconda volta trova il rapporto umano in un vecchio cieco, forse a rappresentare la madre cieca che toglie al bambino appena nato la vitalità necessaria per realizzare la propria nascita umana. Quasi a rappresentare il bambino polimorfo perverso e mostruoso codificato poi da Freud o rappresentato nel film di Polansky, Rosemary Baby.
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Diversa è la lettura da parte di Tim Burton dell’opera della Wollstonecraft-Schelley. Nel film ‘Edward mani di forbice’, che è una libera trasposizione cinematografica del romanzo, Burton crea un protagonista il quale, nonostante la sua ‘mostruosità’ e la cattiveria sociale che si scatena contro il non uguale, manterrà saldo il suo amore per gli esseri umani.
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‘Frankenstein’ è un testo importante da leggere lentamente, nel quale poeticamente e forse inconsapevolmente Mary Wollstonecraft Shelley afferma la nascita sana degli esseri umani i quali però si possono ammalare ed impazzire se vengono deluse le loro speranze di un rapporto umano con l’altro da sé.
Il romanzo si può trovare in eBook Einaudi: pp. 260 – ISBN 9788858404478 – € 2,99 – con una introduzione di Nadia Fusini .
Oppure in edizione tascabile Editore Garzanti – pp.182 – € 6,80 –
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