• Cuba: Raúl Castro dice a suocera perché vuole che nuora intenda

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    Senza compromessi

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    di Yoani Sánchez

     Rosso e nero, sono i colori del quotidiano Granma. Però a differenza della famosa opera di Stendhal, il lettore nelle sue pagine non troverà realismo, ma solo proselitismo. Quando l’organo ufficiale del partito comunista adotta un titolo, ha più intenzione di imporre un’idea che informare su questa.  

     Questo è accaduto con la frase che giovedì scorso veniva messa in evidenza nella prima pagina di quel giornale. Isolate dal discorso di Raúl Castro a Santiago de Cuba, queste parole ponevano in evidenza che «La rivoluzione va avanti come sempre, senza impegni privilegiati con nessuno, soltanto con il popolo!». Con questa premessa, sia l’oratore che gli editori volevano enfatizzare qualcosa che in realtà preferivano che rimanesse indefinito. Vale la pena tentare di reinterpretare il suo significato.  

     Sono passati 55 anni da quando ha avuto inizio la cosiddetta Rivoluzione Cubana, quindi il riferimento a possibili compromessi non riguarda le sue origini. Immaginare che Generale non alludesse alla rottura e all’ingratitudine per certi privilegi e sovvenzioni di cui hanno beneficiato i ribelli per mezzo secolo, ci può anche stare.

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    Non suona allora come un addio ai vecchi compagni di strada che misero il loro lavoro e il denaro per sostenere  per decenni questo sistema.  

     Chi è allora questo “nessuno”?  Chi spoglia Raul Castro di ogni possibilità di reclamo? Evidentemente non punta il dito sul Palazzo di Miraflores (1) per l’eccessivo sussidio che Cuba riceve dal Venezuela. A ben vedere questo appoggio economico ha generato più impicci politici al governo mantenitore che al mantenuto.  

     Pensare che si tratti di un’insinuazione per superare le responsabilità legate all’appartenenza alla CELAC (2) risulterebbe quanto meno ingenuo. Allora, che  significato avevano le frasi ritrite di un discorso preparato di quest’uomo in uniforme militare? A cosa si riferiva? La risposta punta il dito sia sulla Casa Bianca sia su Bruxelles.

     Ogni negoziato o dialetica ha bisogno di un minimo di obblighi da compiere. Ogni parte implicata in un accordo si assicura che l’altra ceda in uguali o maggiori misure ciò che ella cede. È evidente che nel 2013, tanto gli Stati Uniti come l’Unione Europea compirono passi in avanti per far intiepidire la temperatura diplomatica tra loro e la Piazza della Rivoluzione.  

    Ammiccamenti, distensioni, annunci di un nuovo cammino, giunsero a dire alcuni politici rispetto  a Cuba. Il piatto era già stato servito per la festa dell’accordo e il dialogo. Per tutta risposta, l’ingrato convitato si è fermato e ha rovesciato il tavolo.  

     “Senza compromessi…”, ha gridato Raúl Castro e si è affrettato a marcarlo in lettere rosse sul quotidiano Granma. Coloro ai quali è stata indirizzata la frase adesso lo sanno, sono stati avvertiti.

     

     (1)Luogo istituzionale in cui si è tenuto lo scorso dicembre Convenio Integral de Salud  tra Cuba e Venezuela

    (2)Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi

    Tradotto da Nora Helmer

     

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    Sin compromiso

     

    di Yoani Sánchez

     

     

    Rojo y negro, son los colores del periódico Granma. Pero a diferencia de la famosa obra de Stendhal, en sus páginas el lector no encontrará realismo, sino proselitismo. Cuando el órgano oficial del partido comunista elige un titular, tiene más intenciones de imponer una idea que de informar sobre esta.

     

    Así ocurrió con la frase que el jueves pasado se destacaba en la primera plana de este diario. Sacadas del discurso de Raúl Castro en Santiago de Cuba, aquellas palabras recalcaban que “¡La revolución sigue igual, sin compromisos con nadie en absoluto, solo con el pueblo!”. Con esa portada, tanto el orador como los editores querían enfatizar algo que en realidad no dejan muy claro. Vale la pena intentar descifrar su significado.

     

    Han pasado ya 55 años desde que comenzara la llamada Revolución Cubana, por lo que esta referencia a posibles compromisos no debe remontarse a sus orígenes. Cabe imaginar que el General no aludía con ella a la ruptura y el desagradecimiento con ciertos respaldos y subvenciones que tuvieron los rebeldes hace medio siglo.

     

     raulc1-CNo suena entonces como un adiós a los viejos compañeros de ruta que pusieron el hombro y el bolsillo para sostener por décadas a este sistema.

     

     ¿Quién es entonces ese “nadie” a quien despoja Raúl Castro de cualquier posibilidad de reclamación? Evidentemente tampoco apunta al Palacio de Miraflores por el abultado subsidio que recibe Cuba desde Venezuela. Pues este apoyo económico le ha generado más ataduras políticas al gobierno mantenedor que al mantenido.

     

     Pensar que es una insinuación a saltarse las responsabilidades políticas por pertenecer a la CELAC, resultaría cuando menos ingenuo. Entonces ¿de qué estaba hablando este hombre de uniforme militar, frases manidas y discurso por escrito? ¿A qué se refiere? La respuesta apunta tanto a la Casa Blanca como a Bruselas.

     

    Toda negociación o conversación necesita un mínimo de obligaciones por cumplir. Cualquier parte implicada en un acuerdo se asegura que la otra ceda en igual o mayor medida que ella lo hace. Es evidente que en 2013, tanto Estados Unidos como la Unión Europea dieron pasos para atenuar la temperatura diplomática entre ellos y la Plaza de la Revolución.

     

    Guiños, flexibilizaciones, anuncios de un nuevo camino, llegaron a decir algunos políticos con respeto a la Mayor de las Antillas. El plato había quedado servido para el festín del acuerdo y el diálogo. En respuesta, el desagradecido convidado se ha parado y ha volcado la mesa.

     

    “Sin compromisos…” lo ha gritado Raúl Castro y se apresuró a enmarcarlo en letras rojas el periódico Granma. A quienes va dirigida la frase ya lo saben, ya están advertidos.

    Articolo di Generaciòn Y

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