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di Roberto Cursi
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Nell’articolo “Vuelta a la Isla …”, scritto da G.C. Zanon, mi si rivolgono delle osservazioni su alcune cose che ho scritto, se ne contestano altre e infine mi si chiede di esprimere il mio pensiero sul futuro di Cuba.
Lui quando scrive usa il secondo pronome plurale (“…a sentir voi… / ma voi come pensate il futuro di Cuba?” ecc…) chiamando in causa anche Elena -una lettrice di questo Diario polifonico- che avendo “simpatie” per Cuba aveva scritto dei commenti a margine del mio articolo “Cuba: … ne Santi, ne santini”.
Voglio però precisare che in questo articolo scriverò esclusivamente il mio punto di vista, cosa gli altri ne possano pensare di questi temi io non ne ho idea.
Tra me e G.C. Zanon pochi giorni fa c’è stato anche un acceso scambio di opinioni nei commenti al suo articolo “Quando il Condor e il Tocororo volavano insieme …” ed anche lì mi invita ad entrare nel merito di diversi argomenti da lui citati, anche se su alcuni di loro in passato mi ero espresso ampiamente.
Accolgo comunque il suo invito e senza fare lunghe premesse andrò immediatamente ad affrontarli, e mi dispiace se in alcuni passaggi dovrò riportare pensieri di cose già dette in altre occasioni.
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Il terrorismo contro Cuba: opinioni o realtà.
Il primo argomento è quello sugli attentati terroristici subiti da Cuba, dove nel suo articolo si scrive che è “fuorviante e imbarazzante” l’elenco di quelli che io ho ricordato, mettendo in copia la frase da me scritta: <<oltre all’embargo, subiva attentati, bombe sui propri aerei di linea, attacchi con armi biologiche/batteriologiche -colpendo piantagioni, allevamenti, e soprattutto esseri umani.>> Io avevo anche aggiunto che <<..Lo stesso terrorista Eduardo Arosena confermò che il virus fu introdotto a Cuba in tre distinte località, e che lui stesso tre anni prima partecipò ad un operazione per diffondere nell’Isola altri germi patogeni. Le sue dichiarazioni sono depositate agli atti di un processo svolto in democratico tribunale degli Stati Uniti d’America, e non estorte nelle segrete delle carceri cubane.>>
Nell’articolo di G.C. Zanon si delegittima l’elenco di attentati da me citati, scrivendo: “le dichiarazioni rese in tribunale e messe agli atti possono essere false dalla testa ai piedi. Vuoi che ti ricordi le dichiarazioni che Berlusconi faceva in aula e che , ovviamente, venivano messe agli atti?”
Rispondo dicendo che io non faccio riferimento alle deposizioni in tribunale per “certificare” la veridicità dei quei fatti; non ne ho bisogno perchè è tutto documentato, le bombe esplose non si inventano, le bombe esplose uccidono, fanno morti, e i morti non sono opinioni personali.
L’aereo della compagnia cubana è saltato in area per l’esplosione di due ordigni, basta fare una ricerca digitando -attentato volo 445 Cubana-.
Come anche i 3.500 cubani rimasti senza vita a causa di questi attentati -tra cui tantissimi bambini- sono una realtà inconfutabile, e confermo che non è una mia opinione.
C’è un saggio su questo argomento “Il terrorismo degli Stati Uniti contro Cuba” frutto di una campagna internazionale condotta dalla scrittrice sudafricana Premio Nobel Nadine Gordimer, con interventi e testimonianze di politici, ex funzionari del Dipartimento di Stato americano, diversi giornalisti e intellettuali di fama mondiale -per citarne uno, Noam Chomsky-.
Detto anche questo non riesco a capire perché mi si dica che le mie affermazioni erano “fuorvianti e imbarazzanti”.
Il fatto che io abbia nominato il terrorista Eduardo Arosena -che prese una condanna negli USA superiore a 30 anni- era solo per ricordare i diversi attentati batteriologici che Cuba ha subito nel corso del tempo, come quello della “fiebre porcina” che ha decimato migliaia di suini, e l’altro, dove hanno introdotto in territorio cubano il virus del “Dengue emorragico” per il quale sono morti anche 101 bambini.
Un altro punto che secondo me non è molto attinente è il paragone che si fa tra le deposizioni in tribunale di Berlusconi e quelle del terrorista Arosena. L’ex Premier italiano le dichiarazioni le faceva a sua discolpa, sperando di trarne vantaggi, mentre le deposizioni del terrorista non facevano altro che aggravare la sua colpevolezza.
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Quella “stretta di mano” con Félix Ismael Rodríguez
Il secondo argomento è se Y. Sanchez avrebbe veramente “stretto la mano all’assassino materiale di Ernesto Che Guevara” frase scritta da Gennaro Carotenuto e riportata in un commento ad un mio articolo dove mi si chiede se so qualcosa in più su quel fatto.
Gian Carlo, tu scrivi che è ridicolo dar credito a quella frase perchè non si è saputo mai con certezza chi sia stato veramente a sparare al Che.
Aggiungi poi che “l’unica notizia certa è che un certo Felipe Rodríguez alias “Lázaro” – che si autodefinisce un agente della CIA e che ordinò l’assassinio di Ernesto ‘Che’ Guevara – nell’aprile del 2013 elogiò a mezzo stampa la bloguera cubana Yoani Sánchez”.
Scrivere che lui “si autodefinisce un agente della CIA” non è esatto, perchè nell’Agenzia americana ci ha lavorato veramente, ma per me non è tanto fondamentale chi sia “l’assassino materiale”, ma quello che mi interessa è se la persona a cui si riferiva G. Carotenuto faceva parte della catena di comando che diede l’ordine di uccidere Guevara.
È senz’altro più responsabile chi da un ordine invece del povero soldato che lo dovrà eseguire, anche se una delle svariate testimonianze -mai confermate- racconta che dopo la sequenza di spari che uccisero il ‘Che’, altri entrarono nella stanza e “il colpo di grazia al cuore, fu sparato da Félix Rodriguez” –ma noi non prendiamo per buona questa versione-.
Però che sia stato lui a dare l’ordine di uccidere il Che al “povero” Sergente Terán penso che ormai non ci siano più dubbi, perchè era lui che comandava il gruppo di soldati che lo presero, perchè fu lui che ne “certificò” la morte e ne fece arrivare la notizia al Direttore generale della CIA, ma soprattutto perchè questo, insieme a tante altre cose, è stato dichiarato da lui stesso nella autobiografia pubblicata nel libro “IL GUERRIERO OMBRA: l’eroe della CIA e di cento battaglie sconosciute” la cui pubblicazione è dovuta passare anche sotto l’autorizzazione dell’ Agenzia d’Intelligence americana.
Una sintesi della sua biografia si può leggere anche su “es.wikipedia.org-Félix Ismael Rodríguez” (è in spagnolo, perchè su la pagina in italiano c’è poco o nulla.
Ma torniamo ai fatti, e non all’interpretazioni.
La cosa certa è che la sua organizzazione abbia ricevuto Y. Sanchez con tutti gli onori, andando anche in trasmissioni televisive per confermare la sua stretta vicinanza e condivisione politica con la bloguera cubana.
Se poi si siano scambiati anche una stretta di mano non so dirtelo, e non penso che l’atto in se sia di particolare importanza, visto che Y. S. non ha mai manifestato imbarazzo per la calda accoglienza che le ha riservato l’ex agente della CIA, anche con le sue apparizioni televisive.
In questo video: BRIGADA 2506 APOYA LABOR Y VISITA DE YOANI SANCHEZ A MIAMI si può vedere l’intervista a Rodriguez.
Essendo in spagnolo anticipo che le prime immagini parlano della visita di Y. Sánchez al Santuario della “Ermita de la Caridad” (il più importante riferimento cattolico per i cubani di Miami) e dell’incontro che ha avuto con “el Obispo” il Vescovo del santuario. Solo in seguito il video continua con l’intervista a Rodríguez.
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Las Damas de Blanco, tra finzioni e realtà
Su questo argomento G.C. Zanon contesta alcune mie affermazioni nelle quali si evince il fatto che io non credo più nella buona fede di queste donne come movimento di protesta verso il Potere cubano, e mi dice: “a sentirti, stringi stringi, queste donne hanno fatto in modo di far incarcerare mariti, fratelli, figli, per poi farsi riempire di soldi dagli americani… lo so che non hai scritto queste parole ma il senso percepito da chi ti legge è questo”
Io sfido chiunque, andando a leggere le mie parole, a dimostrare che il mio intento era quello che tu dici, ma se qualcuno, alterandone il senso, avesse percepito questo, lo rassicuro immediatamente dicendogli che si sta sbagliando perché mai arriverei a pensare a tanto.
Anni fa il movimento è nato a seguito di quella che fu chiamata “la Primavera negra” perché alcuni dei loro parenti erano stati arrestati (capire poi se alcune motivazioni erano legittime o meno è un’altra storia ancora). Le loro prime proteste erano nate in modo spontaneo, ma immediatamente dopo, come sempre accade in quell’Isola, c’è stato subito qualcuno dagli USA che ci ha messo “il cappello sopra” e la loro protesta ha preso una forma e un fine molto, ma molto, discutibile.
Non voglio sfuggire all’invito nel quale mi si chiede di dire cosa ne penso delle Damas de blanco, ma mettermi ora a scrivere della loro storia mi farebbe andare troppo “lungo” con questo articolo.
Non è facile, e soprattutto non è corretto, parlare in poche righe di queste donne, delle loro messe domenicali nella chiesa de L’Avana, delle loro marce, della loro lider Berta Soler e di chi le sta “dietro”.
C’è il rischio che le poche parole che dovrei usare verrebbero interpretate come affermazioni poco credibili, in particolar modo da chi non conosce bene le complicate realtà cubane.
Allora consiglio, a chi ne fosse interessato, di fare una propria ricerca sul web e poi ne tragga le personali valutazioni (ma anche qui vale quello che ho appena detto, capire quali sono le menzogne o le verità delle diverse posizioni diventa veramente difficile).
L’esempio di quello che ho detto è tutto concentrato in questo video: LA PRODUZIONE DI MENZOGNE DEI MEDIA SU CUBA.
Non invito a vederlo per screditare le Damas de blanco, se ne trovano molti altri che lo fanno, ma perché è l’esempio perfetto di come si possono manipolare e diffondere notizie false.
Da questo video si possono dedurre due ipotesi: la prima è quella che tantissime informazioni su Cuba che negli anni sono arrivate sui nostri mass-media erano manipolate.
Mentre nella seconda ipotesi -con un grande esercizio di fantasia- qualcun’altro potrebbe pensare che sia stata fatta una falsa ricostruzione da parte dei media filo castriti per diffamare le Damas de blanco.
Sempre di manipolazioni stiamo parlando.
Qualunque sia l’interpretazione questo video fa capire molto bene come non ci si possa fidare di qualsiasi informazione ci arrivi, pensando che quella sia la realtà dei fatti.
Comunque, ribadendo la mia convinzione che le loro proteste sul nascere erano spontanee, legittime e motivate dalla prigionia dei loro famigliari, ora dico, senza ipocrisia, che la mia opinione è molto più vicina alle parole che ha pronunciato su di loro la rappresentante delle “Madres de Plaza di Mayo” -la Signora Hebe de Bonafini- e a quelle dell’attivista anticastrista Eliecér Avila -come vedete non sto parlando di frasi dette da Gianni Minà-.
Eliecér è un giovane cubano che per la sua recente storia viene definito dai media cubani un “venduto controrivoluzionario appoggiato e finanziato dagli anti castristi di Miami” e questo dice tutto sulle sue posizioni contro la gestione del potere a Cuba.
Eppure, il ragazzo, in una sua dichiarzione video a chi lo invitava a partecipare ad una marcia insieme alle Damas de blanco risponde: “YO NO MARCHO CON CORRUPTOS Y GENTE SIN MORAL”, esprimendo il suo pensiero completo in queste parole: “Io non marcio insieme a corrotti e a gente senza morale. Quella gente che il popolo di Cuba non sopporta. Se l’avessimo organizzata con lavoratori, medici, studenti, con semplici persone, allora saremmo stati in prima fila”.
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Yoani Sánchez,
percorsi tra riferimenti politici e socio/economici
Su un altro punto mi si chiede se basta solo il fatto che la blogger cubana è stata ricevuta a Miami da F. Rodríguez con grandi onori per aver scritto in un mio commento degli <<stretti rapporti che Y. S. ha con politici, Istituzioni, personaggi, e poteri mediatici/economici che rappresentano un Sistema ed un pensiero economico/sociale della Destra neo-liberale>>.
No Gian Carlo, certamente non basta, io non facevo riferimento a quel fatto, ci sono molte altre situazioni in cui Y. Sanchez ha dimostrato che quello che io ho scritto è vero, altrimenti come potrei affermare una cosa del genere se non ho nessun elemento che ne certifichi l’accaduto, sarebbe veramente poco serio e non ne sarei capace.
Se lei si sente vicino a quel pensiero e ne frequenti seminari, dibattiti e forum, io non mi metto certamente a farle un “acto de repudio” a discrminarla o disprezzarla, perchè da questi estremismi ne rimango ben lontano.
Io posso dire che non mi piace quella linea di pensiero, che non la condivido, quindi ne prendo fortemente le distanze e non potrei dire diversamente, altrimenti mentirei.
Come ho già scritto varie volte, con alcuni contenuti dei suoi articoli io mi trovo pienamente d’accordo, mentre su altri molto meno perchè trovo alcuni passaggi molto strumentali.
Ben vengano le persone come lei che escono allo scoperto mettendoci la faccia -soprattutto in un Paese come Cuba dove non esiste quasi pluralità di informazione- e per questo mi piaceva e leggevo con interesse le sue cose. Ma se poi inizio a capire che la diffussione in tutto il mondo del suo pensiero e della sua immagine è stata pianificata scientemente da “organismi” e “associazioni” anti castriste e che i suoi riferimenti politici e socio/economici sono quelli del neoliberalismo, … Caspita! Allora per me le cose cambiano, eccome se cambiano!
Su questo argomento mi chiedi anche se io abbia: “una registrazione in cui Yoani dice che la pensa esattamente come costoro e che tra loro vi sono stretti rapporti”.
Sono sicuro che tu non intenda che io dimostri che Yoani S. pronunci letteralmente quelle stesse parole, ma quello che scriverò dimostrerà senza nessun equivoco che le mie affermazioni si basano su dei fatti concreti e non sono semplici supposizioni come forse qualcuno avrà pensato.
Il fatto che lei lavori per la SIP (Sociedad Internamericana de Prensa) come Vicepresidente di una loro commisione su Cuba, e che collabori come giornalista in testate di loro proprietà penso che qualche cosa voglia dire.
La SIP è il più potente Gruppo editoriale latinoamericano che da sempre sostiene le politiche di destra o centrodestra che nel corso degli ultimi decenni si sono succedute in Sud America, e in queste non mancano i governi golpisti di Pinochet, Videla e delle altre dittature.
Con questo non voglio dire che lei sia complice morale di quei regimi, ma che semplicemente fa parte di una potentissima impresa di mass-media che li ha sempre sostenuti e dalla quale viene laudamente stipendiata.
In questi ultimi mesi il suo editore ha combattuto mediaticamente qualsiasi Governo di sinistra sostenendo le destre neo-liberiste, sia nei referendum che nelle campagne presidenziali.
E sta succedendo anche ora in Brasile, con una campagna di stampa tesa a diffamare l’ex Presidente Lula e quella attuale Dilma Roussef, spianando così la strada all’opposizione.
Questo è successo anche in Argentina, dove hanno sostenuto massivamente la campagna elettorale del nuovo Presidente.
A proposito di quelle elezioni vinte da Muricio Macri, il quale tu critichi ferocemente nei tuoi articoli accusandolo di complicità e copertura per il violento attacco che ha subito recentemente Hebe de Bonafini -la fondatrice delle Madres de Plaza de Mayo-, e in un altra occasione scrivi che <<Ora un nuovo golpe liberista, ancor più silenzioso del precedente e per questo ancor più subdolo, sta prendendo piede in Argentina>>, e riporti anche questa frase, che <<Con il governo di Mauricio Macri, … Si va avanti a forza di decreti annullando diritti e spianando la strada al pieno ritorno del neoliberismo>>.
Io aggiungo che in tempo record dalla sua elezione si è già compiuto il primo arresto politico, con il fermo e la detenzione della parlamentare indigena Milagro Sala – lider dell’organizzazione Tupac Amaru-.
E per non farsi mancare niente il neo Presidente ha chiuso anche TeleSur, TV che rappresenta la voce dei Paesi di sinistra in America latina, la sola in contrasto con il pensiero unico neoliberista.
Solo queste cose farebbero rabbrividire chiunque, o almeno qualcosa le proprie “antenne” dovrebbero pur percepire.
Allora penso che sia molto strano che la blogger cubana, paladina contro la violazione diritti umani e così sensibile per le libertà di stampa, non dica nulla su temi così delicati.
Si potrebbe pensare che lei della politica Argentina non se ne occupa, ma purtroppo non è così, perchè nel suo giornale telematico “14Ymedio.com” ci sono vari articoli dedicati esclusivamente al “nuovo corso” argentino e al suo neo Presidente, ma non si spende nemmeno una parola sull’indicibili cose che tu ed io abbiamo ricordato, anzi … !
… Non solo non viene spesa una parola, ma Y. Sanchez manifesta pubblicamente la sua vicinaza politica con Mauricio Macri congratulandosi con lui dopo la sua vittoria elettorale, inviando un twitter dove scriveva: “Macri lo logra y el eje empieza a desarmarse por Argentina“.
Una traduzione letterale sarebbe poco comprensibile, ma il contenuto è questo: <<Macri ci riesce, e senza l’Argentina l’alleanze socialiste iniziano a perdere i pezzi>>. La parola “eje” comunemente viene tradotta come asse portante/linea principale, ma in questo caso prende il significato di “ideale di riferimento/alleanza dei Paesi socialisti dell’America latina”.
Come dicevo, nel giornale di Y. S. sono stati pubblicati diversi articoli su Mauricio Macri, ma ne segnalo solo due perchè sono più che sufficienti.
Il primo di Mario Félix -14Ymedio.com LA VICTORIA DE MACRI ANIMA LOS DEMÓCRATAS CUBANO-, dove la prima frase dell’articolo è questa: “Ha vinto Mauricio Macri. Per chi aspetta la democrazia a Cuba, ha vinto la migliore opposizione” e l’altro è di Carlos Alberto Montaner -14Ymedio.com MACRI Y EL FIN DEL POPULISMO EN ARGENTINA- e qui la prima frase è molto più disarmante: “La vittoria di Mauricio Macri in Argentina è il trionfo del buon senso contro il discorso irritante e inconcludente delle emozioni. È anche l’arrivo della modernità e il funerale di una tappa populista che sarebbe dovuta sparire già da molto tempo”
Una volta letti si capisce senza possibilità di equivoci da che parte sta la testata della giornalista cubana.
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Seminario per gli 80 anni di Vargas Llosa
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Un altro evento in cui ha partecipato Y. Sanchez si è svolto pochi giorni fa in Spagna -Paese in cui da sempre la blogger cubana ha avuto come riferimento politico e di amicizia personale l’ex Presidente Aznar.-
- S. è stata invitata insieme ad altri giornalisti, politici ed ex Presidenti di area neoliberale al seminario: “Vargas Llosa: Cultura, Ideas y libertà”.
In questa presentazione c’è anche il video di tutti gli interventi e, a prescindere dalle mie distanti posizioni, ce ne sono di interessanti.
La sessione nella quale è intervenuta la blogger cubana trattava del Populismo nei Paesi latinoamericani di area socialista e del possibile “riscatto” che invece può avere l’America del Sud una volta scelti governi che promuoveranno politiche socio/economiche neoliberali.
Il gruppo di partecipanti alla sessione in cui Yoani Sánchez partecipava era composto dal suo amico Carlos A. Montaner, Plinio Apuleyo, Mauricio Rojas e Alex Chafuen.
Non mi metterò certamente a parlare di tutte le loro “biografie”, ma per esigenza di sintesi di ognuno riporterò solo una piccola frase pronunciata proprio negli intervent fatti al convegno.
La semplice frase serve solo a far capire con quanta spontaneità si sentano a pieno titolo neoliberali.
- C. Montaner dice che negli anni ’90 in Americalatina la parola “Neoliberale” aveva una connotazione dispregiativa, veniva usata quasi come un insulto, mentre ora, fortunatamente, le cose sono cambiate perchè la connotoziane negativa viene data alla parola “Neopopulismo” (termine per indicare le politiche dei Paesi socialisti dell’Americalatina.)
Plinio Apuleyo Mendoza. Con lui tralascio le parole del suo intervento, perchè penso basti dire che nel corso degli anni, dai suoi numerosi articoli, ha continuamente difeso militari e politici vincolati in strettissimi rapporti con i paramilitari che svolgevano il “lavoro sporco” nelle dittature latinoamericane.
Alex Chafuen inizia il suo intervento citando una scrittrice spagnola che in un suo libro -Las Tribus Liberales- scrive che “i Liberali prima entravano in un furgoncino, mentre ora noi Liberali entriamo in un autobus”
Mauricio Rojas ricorda a loro stessi che non devono esagerare con il troppo ottimismo per le differenti sconfitte (presidenziali e referendarie) che i governi “populisti” di Venezuela, Bolivia e Argentina hanno ultimamente subito, “anche se, senza dubbio, ne abbiamo di motivi per celebrare”.
- Sánchez il suo intervento lo ha invece dedicato esclusivamente al suo Paese, e come è nel suo stile lo ha fatto con efficaci metafore.
Ha parlato del “Populismo cubano”, dell’ormai evanescente figura di Fidel, e della crisi di controllo sulla società che il Potere non ha più, grazie anche alle nuove tecnologie che consentono di acquisire e veicolare una pluralità di informazioni prima impossibile.
Ho condiviso in pieno le sue analisi, ma anche qui ci racconta un piccolissimo fatto che sicuramente ai più passerà inosservato, ma a me ha ricordato quelle cose “di troppo” che spesso mette nei sui articoli e che rischiano solo di “sporcare” la pulizia e l’efficacia della sua narrativa, ed è un peccato, perchè non ne ha proprio bisogno.
Chi conosce bene la realtà cubana le percepisce subito come strumentali, perchè ……
Preferisco non entrarne nel merito per non andare fuori tema, ma l’episodio da lei raccontato parla di una ripresa video con smartphon fatta in una via pubblica de L’Avana, dove “la Polizia stava arrestando per strada un’attivista, ma le persone del vicinato gliela toglievano dalle mani e la liberavano. Tutto questo -dice- se fosse successo anni fa nessuno l’avrebbe saputo”.
Ritornando al convegno, posso anche dire che alcuni passaggi degli ospiti li ho trovati interessanti, e penso che alcune di quelle persone siano anche in buona fede quando dicono che un governo neoliberale sia la giusta soluzione per una crescita della ricchezza e della sua ridistribuzione, anche se io non lo condivido.
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Gian Carlo, cambiando leggermente discorso, nel tuo articolo mi ha portato l’esempio del “famoso storico” sempre presente su Rai 3, apostrofandolo anche con l’appellativo di “criminale” perchè dava la responsabilità a Salvador Allende del colpo di Stato in Cile e dei massacri che ne sono seguiti.
Voglio dirti che il tuo appellativo, così com’è, si dovrebbe applicare anche a Mauricio Rojas, perchè anche lui da la colpa alla politica di Allende e al MIR cileno (Movimento Izquierda Revolucionaria) del fatto che Pinochet prese il potere con un golpe militare.
Personalmente io non darei mai del “criminale” a nessuno, a meno che non sia coinvolto direttamente nei crimini, e soprattutto non lo darei a Muricio Roja dopo aver letto anche qualche suo articolo (lui stesso giovane militante del MIR e poi, da adulto, deputato del partito Liberale).
Però posso dire che, secondo i tuoi parametri, dovremmo affermare senza problemi che Y. Sanchez ha per amici dei criminali -cosa che invece io non penso-.
Riporto l’ultimo esempio -e poi basta- per dimostrare i rapporti di Y. S. con il mondo delle Destre neoliberali.
Cercate questo articolo: “La Bottega del Barbieri – ARGENTINA: GOLPISTI DEL CONTINENTE A CONVEGNO”- dove si parla di un altro incontro tenutosi qualche anno fa, propedeutico a capire come contrastare e sconfiggere i governi socialisti dei Paesi latinoamericani, al quale era stata invitata anche Y. Sánchez.
Devo dire che le varie personalità che sono intervenute al Seminario spagnolo, di cui ho appena parlato, passerebbero per degli estremisti di sinistra messi a confronto con quelli del convegno argentino.
Per correttezza devo informare che proprio all’ultimo momento Y. S. non riuscì a partecipare, perché il rilascio del visto all’ambasciata Argentina non è stato possibile per la data in cui la blogger cubana doveva presenziare all’incontro.
Yoani Sanchez comunque si rammaricò molto per la sua assenza, facendo presente agli organizzatori la sua presenza morale.
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Cuba dopo la Revolución
Gian Carlo, l’ultima domanda a cui mi inviti a rispondere è quella su cosa ne penso io del futuro di Cuba.
Non lo so, è difficile al momento intuirlo con precisione, penso che siano possibili diversi scenari.
Da alcune cose si potrebe pensare ad una transizione graduale verso il libero mercato, mantenendo il più possibile quello che si può del “wellfare” per il quale Cuba è stata sempre un esempio di speranza per quei milioni di “miserabili” che popolano l’Americalatina.
Un altra possibilità è quella da te prospettata, ma non perchè, come tu dici, la stragrande maggioranza del popolo cubano è infetto da lebbra -a Cuba fino adesso, a differenza di quello che tu pensi, ce molta meno lebbra di quanta se ne trovi in giro per il mondo-, ma quello che tu prevedi potrebbe diventare realtà, perchè così è successo anche in alcuni degli ex Paesi socialisti.
A maggior ragione, essendo stata Cuba -prima della Rivoluzione- una “ex colonia” del capitalismo americano, potrebbe anche accadere, con dolore, che ritornerà ad essere quello che tutti i partecipanti del seminario “Vargas Llosa: Cultura, Ideas y libertà” si augurano vivamente, e cioè, un Paese capitalista con politiche neoliberali.
Ma non credo che questo possa accadere finché Raul sarà Presidente e, certamente, non prima che Fidel decida di “andarsene dalla sua Isola”.
P.S. Chiudo dicendoti che il primo articolo che ho inviato su Cuba a “i giorni e le notti” mi era stato in qualche modo sollecitato. Gli altri, come questo, sono nati esclusivamente come “risposta” ad articoli o commenti che mi vedevano chiamato in causa. Solo l’inchiesta su Y. Sanchez ve l’ho inviata di mia iniziativa.
Ma ci tengo a precisare che ogni cosa che ho scritto sulle molteplici realtà cubane non è mai stata motivata dall’intento di voler screditare qualcuno, ma ho cercato, semplicemente, solo di voler “chiamare le cose con il proprio nome”, ovviamente sempre dal mio punto di vista, …… ci mancherebbe!
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Leggi qui l’articolo in risposta a questo di Gian Carlo Zanon
Dalla Redazione
18 Aprile 2016 @ 17:37
Roberto sbaglio o hai scritto «Un altra possibilità è quella da te prospettata, ma non perché, come tu dici, la stragrande maggioranza del popolo cubano è infetto da lebbra -a Cuba fino adesso, a differenza di quello che tu pensi, c’è molta meno lebbra di quanta se ne trovi in giro per il mondo- (…).» ed è preoccupante: quando parlo di lebbra intendo quella del pensiero, penso che tu sappia di cosa sto parlando … o no? sai cos’è? Ma ti rendi conto che hai scritto che io penso che la maggioranza del popolo cubano abbia la LEBBRA nel vero senso della parola? Almeno così io capisco da quanto hai scritto altrimenti dovevi scrivere in un altro modo.
La lebbra di cui io parlo è quella malattia psichica che impedisce di vedere la realtà fino in fondo e quindi impedisce di dare un senso alla realtà che si presenta sotto gli occhi anche in forma di pensiero verbale espresso nella scrittura.
G.C.Z.
Roberto Cursi
19 Aprile 2016 @ 07:42
Gian Carlo, ma come puoi pensare che io sia così imbecille da interpretare addirittura che tu ti riferivi alla LEBBRA fisica, è impossibile confondersi.
Le tue parole fanno capire chiaramente a tutti che parli di pensiero contaminato, perchè dici: “si è impedito ai cubani di pensare con la propria testa e solo pochi si sono salvati da quella lebbra.”
Ed era scontato che la mia risposta riprendeva il tuo gioco di parole, infatti non parlo di persone lebbrose, ma dico che a Cuba c’è ne molta meno di quanta se ne trovi in giro per il mondo, intendendo che in altri Paesi ci sono forse più “imbecilli” di quanti se ne trovino in quell’isola.
Roberto
Dalla Redazione
19 Aprile 2016 @ 11:49
Beh allora scrivi meglio, perché, ovviamente, chi legge non ha sottomano il mio testo. Scritto così senza la mia frase si può interpretatre solo in un modo.
Per quanto riguarda il primato di non imbecillità sull’Isola posso capire che chi ha degli “affetti cubani” possa pensare una cosa del genere … anch’io penso che i Sardi siano più intellettualmente onesti del resto del pianeta, sai la nonna … ma questi primati valgono solo per scherzarci sopra , crederci veramente mi sembra un tantino esagerato .
GCZ.
GC.Z.
Dalla Redazione
23 Aprile 2016 @ 16:18
a) Scusa ma a questo punto non capisco cosa volevi dire con quel tuoi “a differenza di quello che tu pensi, c’è molta meno lebbra di quanta se ne trovi in giro per il mondo- (…).» “, intendendo che in altri Paesi ci sono forse più “imbecilli” di quanti se ne trovino in quell’isola.”
Leggendo le due frasi non si può che capire che secondo te, e a differenza di ciò che penso io, in quell’isola (Cuba) la gente è meno imbecille che in altri paesi. E quel “forse” non cambia la sostanza Se non è così riscrivi la frase in modo comprensibile perché tutto ciò che ho scritto dopo, “affetti cubani” compresi, è conseguenza di ciò che tu avevi scritto.
Allora io scrivo “la gente di Cuba è per nascita uguale, dal punto di vista della realtà umana, a quella di qualsiasi altro paese del mondo”.
E tu per cortesia non continuare a far girare le parole che poi ti incarti e scrivi “non penso che la gente di Cuba sia più intelligente che in altri paesi” così è tutto chiaro e non stiamo qui fino a Natale su una frase che trascina con sé tutta una serie di considerazioni che a quel punto non hanno nessun senso.
b) Il fatto che tu “conosca bene“ la realtà cubana nulla toglie al fatto che le tue interpretazioni possono essere assolutamente sbagliate. Se fosse solo un fatto di conoscenza nel senso temporale allora nel confronto tra te e Yoani S. tu usciresti perdente … o no?
c) Si tu conosci Cuba ma non è che se tu descrivi la nascita del fenomeno de jineterismo cubano quel problema sociale scompaia come neve a sole. Non è che se definiamo la prostituzione giovanile jineterismo cambiamo la sostanza di una tragedia. Non è che se tu dici che Yoani S. ha incontrato quello e quell’altro questo il suo impegno sociale venga cancellato e così anche il suo modo di esprimerlo poeticamente. Ma, come ci siamo già detti un milione di volte, ogni persona filtra le proprie percezioni sensoriali attraverso la propria griglia psichica e le proprie intenzionalità coscienti ed inconsce. C’è sempre un agente conscio ed inconscio nei nostri atti anche se sono solo verbalizzazioni di un pensiero.
Tu, (solo per fare per esempio) sei contento che il comitato politico del PCC abbia deciso che i suoi membri non possono avere meno di sessant’anni e che per occupare incarichi di elevata responsabilità si debbano avere almeno 70anni? e io penso che invece la gerentocrazia sia un abominio !!!! è solo un esempio, per dire che tu noti alcune cose e io ne noto altre. Tu dai importanza a certe cose e io ad altre.
Tu ami soffermarti su certe cose e io su altre. Tu (solo per fare un esempio) ce l’hai contro chi scrive denunciando il castrismo e la corruzione a Cuba e io ce l’ho contro chi, come Minà, nutre e inneggia al castrismo e sono contro la corruzione, e so che senza Y. S. molte cose di Cuba non le saprei.
Mi hai mai raccontato de la Dama de Blanco? NO! Mi hai mai parlato degli infami actos de repudio? NO! Y. S. me lo ha raccontato e senza di lei forse continuerei a pensare, ideologicamente, che Cuba sia un’Isola felice e che i problemi siano soli quelli esterni reali come l’inumano embargo degli USA.
Ma lo sai cosa pensa la gente comune di Cuba? Il macellaio del mercato ad esempio è stato un mese a L’Isola con i suoi amici e pensa che Cuba sia un’isola di puttane e di ruffiani. Io non ci sono mai stato e penso che non sia vero nel vero senso che hanno le parole, ma che il problema esiste eccome. Vogliamo parlare dei “mariti cubani” delle nostre conoscenze? Meglio lasciar perdere vero? Altrimenti, per diretta esperienza, cosa dovrei pensare dei cubani?
c) Difensore del Socialismo cubano? Si l’ho scritto ironicamente ma no, non credo che in fondo sia questo il punto. Forse ora ho capito meglio e quindi penso che sia un problema di rapporto tra te e me. E quindi penso che anche le tue considerazioni sul nostro cosiddetto disinteresse per la realtà di Cuba siano inficiate da questo rapporto che sta divenendo sadomasochistico al punto tale che … e quindi frasi come “All’inizio immaginavo che da parte della redazione potesse esserci un po’ di interesse ad ascoltare su Cuba opinioni diverse e contrastanti dalle proprie,” le rispedisco al mittente … e lo vedi anche tu che praticamente è impossibile capirci è come se parlassimo due lingue diverse o peggio diamo alle parole e alle frasi un senso completamente diverso.
Io penso che è meglio che ci diamo un calmata altrimenti non se ne esce…
Gian Carlo
Roberto Cursi
24 Aprile 2016 @ 13:28
Gian Carlo, anche in questo caso potrei continuare a contestare i contenuti del tuo commento, perché mi sembra che le tue affermazioni non …., ma anche io preferisco che il discorso si fermi qui, perché entrambi abbiamo già scritto e riscritto ampiamente
quello che pensavamo.
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Voglio concludere dicendoti solo che non penso sia un problema di rapporto tra te e me (anche se la nostra storia passata …), perché molti dei miei interventi sono nati in risposta a chi riportava i miei pensieri e le mie parole in modo diverso dalle miei intenzioni, e
quindi ritenevo necessario farlo presente.
.
Purtroppo, come tutti e due abbiamo capito, continuiamo a scrivere
e a interpretare i fatti su due piani diversi, e in questo modo non è possibile andare avanti, e allora, come tu dici, …. è meglio veramente fermarci qui.
Ciao.
Roberto