• “Costantino, sotto questo sole vincerai … ma se piove …” Le ultime ricerche rivelano che Costantino era un adoratore del dio Sole … e un gran bastardo

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    di Inés Cottoli

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    Scusate il ritardo, riprendo rapporto con questo Diario polifonico … dunque la nostra cultura, è un dato di fatto, troppo spesso si esprime attraverso dogmi, agiografie, storiografie alterate per scopi politici, votazioni che definiscono una ragazza dai facili costumi “nipote di Mubarak  ecc. ecc.. Fortuna vuole che esistano individui che si sono salvati da questa immondizia che avvolge il pensiero con i suoi veleni.

    Con coloro che sono immersi fino al collo in questa cultura che la fa da padrona, è difficile convivere e confrontarsi senza vivere continuamente nell’atto di sbattere la porta. Non puoi mandare al diavolo zia Carolina o il parrucchiere o l’estetista  ogni volta che ti propongono prodotti provenienti dalla cultural trash globalizzata. Con queste persone bisogna conviverci. Una sana indifferenza e via. Il problema sta quando la cultural trash ti viene proposta da una persona che ti interessa veramente e con la quale vorresti continuare a tenere un rapporto dialettico e perché no anche a un certo livello affettivo … nel senso più ampio del termine.

     

    Domenica, mi sembra fosse domenica, mi è capitato fra le mani un giornale, credo fosse l’inserto culturale del Corriere … aspetta un po’ … a si eccolo qua, s’era ficcato sotto la mia biancheria …  in cui … leggo il titolo ch’è meglio «Costantino imperatore trasformista – Bisogna superare l’immagine di un convertito che abbraccia la fede cristiana senza ripensamenti -Dall’indagine di Alessandro Barbero emerge il percorso mutevole di un monarca mai simile a se stesso che persegue a lungo forme di sincretismo religioso.» Firmato Amedeo Feniello

     

    La faccio breve perché c’ho poco tempo : lo storico Alessandro Barbero, invece, nel suo ultimo, importante lavoro intitolato Costantino il vincitore sostiene che, contrariamente alla vulgata cristiana,  Costantino non solo fu un vero e proprio farabutto, e su questo non ci sarebbe  molto da meravigliarsi visto i suoi compagni di merenda, ma che fosse pure un pagano inveterato.

     

    L’articolo è interessante soprattutto perché fa notare che non appena si lasciano da parte le cazzate scritte da preti, monaci con e senza tonaca, e si fa un vero lavoro filologico rivolgendosi solo a fonti, non dico certe al 100%,  ma almeno ragionevoli, vengono a galla verità incontrovertibili.

    «Basta non essere pedissequi – scrive Feniello – e seguire una prospettiva originale e metodologicamente avvincente. Così Barbero accantona la storiografia sedimentata nel tempo, spesso caotica e fuorviante, ricca di episodi che fanno ormai parte della vulgata (ricordate la visione della Croce con la scritta in hoc signo vinces ?), ma spesso fondati su «un mero montaggio di congetture». E sceglie, da par suo, un’altra strada. Irta di insidie, ma filologicamente corretta, che è quella di riprendere le fonti originarie».  

     

    Con la cultura però c’è un problema. Se nel campo scientifico si scopre qualcosa che possa aiutare  l’umanità per esempio la cura di una malattia mortale, questo diviene un dato acquisito ineliminabile dalla prassi e dal pensiero scientifico.

    Nella cultura invece questo non accade. Hai voglia a dimostrare, carte alla mano, che Freud, Heidegger, Jung erano non solo amici e sodali di fascisti e di nazisti ma anche emeriti imbecilli fusi di cervello… te li ritroverai belli e ripuliti sulla bocca di presentatori televisivi che, come se nulla fosse successo, come se nulla fosse trapelato, ridiranno che Freud è un gigante del pensiero, che Heidegger è il più grande pensatore del diciannovesimo secolo, e che Jung ha scoperto … non so che cosa.

    Non so come andrà a finire con Costantino, ma dubito che la Chiesa cattolica alla luce di queste “scoperte” cambi la sua narrazione sull’imperatore che per primo pose il cristianesimo sullo stesso piano delle altre religioni esistenti. Nel senso che non vietò il culto  del dio cristiano come non vietò il culto degli altri dei. A parte queste disposizioni che regolavano i culti religiosi il rapporto dell’imperatore col cristianesimo fu «un percorso fu tutt’altro che lineare, con continui andirivieni, scompensi, cambiamenti che solo la tradizione e la vulgata hanno appiattito, fino a regalarci un’immagine, uniforme e incontrovertibile, di un sovrano che abbraccia la fede senza ripensamenti.(…)
    Ci si aspetterebbe, ad esempio, dopo la battaglia di Ponte Milvio, svolta della nuova epoca, l’utilizzo dei simboli cristiani. E invece sulle monete non c’è la Croce, ma il dio Sole. Più di metà di tutte le monete messe in circolazione a nome di Costantino fra la vittoria di Ponte Milvio e il decennio successivo sono insomma dedicate al Sole che è, parole di Barbero, «l’invincibile compagno dell’imperatore, segno inequivocabile di una scelta religiosa clamorosamente ostentata e certo popolare».

     

    Insomma avevamo lascito Costantino che facendo il battesimo si curava dalla lebbra, che sotto il fulgente segno della croce sbaragliava i nemici del cristianesimo, e invece ci ritroviamo con un assassino parricida, uxoricida e figlicida, con un abile propagandista di sé stesso e con un devoto al culto del sole.  «Verrebbe da dire: e le visioni cristiane? E il signum raccontato da Lattanzio a Ponte Milvio? E la cristianizzazione dell’imperatore?»

    Appunto verrebbe da dire : ma che sono tutte ‘ste cazzate ecclesiastiche? Ma non si vergognano?

     

    1 in_hoc_signo_vinces - Copia“Εν Τουτῳι Νικα”

    Ma anche la celebre storia dottrinaria, con cui hanno martirizzato milioni di studenti di ogni età e provenienza, e che narrava della visione della croce con sotto scritto in hoc signo vinces  “con questo segno vincerai” è una balla clamorosa, visto che le cronache dicono  che qualcuno, forse un suo consigliere militare,  consigliò a Costantino, che non parlava in latino ma in greco, “Εν Τουτῳι Νικα” che letteralmente si deve tradurre “in questo modo vinci”. Vedi sopra il particolare dell’affresco.


    Ma in che mondo vivo? Mi chiedo. E mi rispondo;  Vivi in mezzo a una cultura in cui si pasce un gregge addomesticato dai cani pastori travestiti da informatori mediatici.   Una cultura idiota e dissennata. E chi andrà ora sulla luna a cercare il senno perduto da tutta questa gente? Boh, fatemi sapere … ora vado … poi ripasso …

     

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