• Compagni di Potere al Popolo non scherziamo con cristi e santi… l’eguaglianza è un dato scientifico.

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    La scienza biologica, che afferma l’uguaglianza «naturale» cioè psico-fisica di tutti gli elementi individuali del «genere» umano: tutti nascono allo stesso modo ecc.

    Quaderno 7, § 38, 887 di A. Gramsci

     

    «Oggi sappiamo che non ci sono più isole e che i confini sono effimeri. Sappiamo che in un mondo in accelerazione costante, nel quale si attraversa l’Atlantico in meno di un giorno, in cui Mosca parla con Washington in poche ore, siamo condannati alla solidarietà o, a seconda dei casi, alla complicità». 

    Albert Camus, 26 novembre 1946 – Né vittime né carnefici – Democrazia e dittatura internazionali; Combat, 26 novembre 1946

     

     

    «L’alienazione religiosa ha la medesima origine dell’alienazione economica»

    Albert Camus – L’uomo in rivoltaOpere, romanzi, racconti , saggi – Editore Classici Bompiani – Febbraio 1992 – pag. 837

     

     

    «La realtà materiale differente determina un cortocircuito, per il quale il nero o il giallo, ecc., è considerato un essere inferiore, al pari di un animale che può essere trattato in quanto tale (deriso, ignorato, escluso, ucciso). Invece l’identità umana si fonda su una realtà non materiale, non razionale, non spirituale: la mente umana, che «si sviluppa dopo essere nata spontaneamente dalla realtà biologica alla nascita grazie allo stimolo della luce»  (Massimo Fagioli – Left del 16 luglio 2016) ; il neonato fa sparire la realtà materiale e compare invece la certezza di rapporto con l’altro essere umano. Tutti gli esseri umani hanno questa uguaglianza fondamentale, solo dopo si svilupperanno le differenze tra ognuno (anche quelle culturali) che arricchiscono l’umanità.»

    Rossella Carnevali – Left 16 marzo 2018

     

    … cari compagni ritorniamo nella realtà

     

    Erano i primi di febbraio quando incontrai alcuni compagni di Potere al Popolo che, in vista delle elezioni del 4 marzo, chiedevano una mano per il volantinaggio. Mi resi disponibile. Poi parlammo, dissi loro che mi ero avvicinato per un motivo specifico: sul programma di PaP, oltre ai  richiami ai grandi temi della sinistra – eguaglianza, centralità e dignità per le lavoratrici e per i lavoratori, ripudio della guerra,  c’era scritto «… lottiamo per (…)  abrogare l’articolo 7 con il richiamo ai Patti Lateranensi, per la piena affermazione del principio di laicità dello Stato in tutte le sfere della vita pubblica.»

    Era questo il movente primario che mi spingeva verso Potere al Popolo. Lo dissi chiaramente e mi spinsi anche più in là dicendo che il lavoro che andava fatto era soprattutto culturale, perché il problema era l’alienazione religiosa che stava alla base della religione. Religione cattolica che faceva farneticare i politici ex Pci  i quali affermavano che Bergoglio era “il leader della sinistra”. Ricordo che qualcuno disse che bisognava andare cauti con la religione perché c’erano molti militanti a cui piaceva molto Francesco papa perché aveva detto questo e quest’altro e bla bla bla. Poi qualcun altro disse qualcosa come “ma queste cose le sistemeremo dopo”. Come dire “adesso stiamo nel vago, per prendere i voti anche dai cattocomunisti, poi faremo chiarezza”.

     

    É passato un mese dalle elezioni e vedo spesso, troppo spesso, riproporre dai compagni discorsi su un lussureggiante “messaggio cristiano originale”  il quale risolverebbe il problema dello sfruttamento e delle diseguaglianze. Messaggio cristiano “originale”  che – secondo questi compagni devoti che come Vendola non escono di casa senza rosario in tasca – è stato tradito dalla Chiesa cattolica “che ha chiuso le porte all’egualitarismo”.

    Compagni che fino a ieri erano al mio fianco a distribuire volantini per Potere al Popolo e ora parlano sui social di un fantasmatico dio a cui piacerebbe tanto «l’uguaglianza degli uomini e la comunanza dei beni».

     

    Compagni che il giorno in cui i cattolici festeggiano la Pasqua, non trovano di meglio da fare che postare messaggi in cui Giovanni Crisòstomo – uno dei teologi  più misogini venerati dalla Chiesa cattolica – dichiara che l’uguaglianza è opera del divin demiurgo il quale durante la creazione si è premurato di non creare diseguaglianze , «Dio non ha fatto uno ricco e un altro povero, né alla creazione ha donato all’uno molti tesori e all’altro ha impedito di scoprirli, ma a tutti ha donato la stessa terra da coltivare». Inoltre Dio, marxista ante litteram, ha eliminato le diseguaglianze per il semplice fatto che «Per i beni comuni non si lotta, c’è sempre pace mentre, appena uno tenta di appropriarsi di qualche cosa, scoppiano zuffe». Ergo debbiamo ringraziare dio per l’eguaglianza.

     

    Non me ne vogliano i compagni cresciuti a Capitale e Vangelo se utilizzo il loro delirio religioso che assegna al “cristianesimo originario” l’idea di uguaglianza in chiave cristo-materialista, per dir loro che con questi discorsi fritti e rifritti non si va da nessuna parte.

     

    Io, in questi ultimi decenni ho dato retta a Gramsci quando diceva «Studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza», e ho studiato. Anni fa, per esempio, ho studiato il libro di Flores d’Arcais, Gesù -L’invenzione del dio cristiano. Robetta, intendiamoci, ma tanto basta per essere un minimo documentati sulla favoletta cristologica per idioti che marca il territorio culturale da quasi due millenni.

    Compagni di Potere al Popolo non scherziamo con cristi e santi… con queste favolette sono state create le fabbriche dell’ubbidienza e della sopportazione – gli ultimi saranno in primi ecc. ecc.

     

    Mi sono chiesto quali avrebbero potuto essere le intenzionalità politiche di chi ripropone questi schemi alienanti. Vuole usare ancora, come fa D’Alema, personaggi come Bergoglio, per oscurare le menti dei compagni riducendoli a un gregge di mentecatti credenti e deliranti? Pensa che in fondo in fondo il Popolo deve rimanere ignorante perché “chi crede a Gesù può credere a qualsiasi stronzata” purché venga detta da uno che si mette a capotavola o su uno scranno ministeriale blaterando di giustizia per volere di dio?

     

    No, no scusate cari compagni, ma non ci siamo. Va bene dare Potere al Popolo… ma non a un Popolo di credenti deliranti… il cui delirio viene rinvigorito da discorsi tanto religiosi quanto dissociati… quelli, i credenti, lasciamoli alla Lega, a Berlusconi ai fratelli d’Italia. Noi cerchiamo menti pensanti umane solo così faremo un salto culturale che è vitale… altrimenti…

     

    Che fare…

     

    «È adesso che Marx incontra il pensiero di Feuerbach che gli restituisce concretezza attraverso uno studio dell’uomo «in carne e ossa» e attraverso la critica dell’alienazione religiosa. All’amore per Dio occorre sostituire l’amore per gli uomini.» Scrive Elisabetta Amalfitano in Il giovane Marx di cui abbiamo bisogno, un articolo apparso su Left del 30 marzo 2018.

     

    Ecco partiamo da qui:  facciamo finta che Marx, dopo la fatidica “lettera al padre” (leggi qui) scritta nel1837 , «in piena crisi esistenziale», non abbia perduto “la perla delle perle” ovvero quella «natura spirituale altrettanto necessaria, concreta e solidamente fondata quanto la natura fisica» di cui parla nella missiva.

    Facciamo finta che Marx abbia scritto che l’uguaglianza non è “l’uguaglianza della soddisfazione dei bisogni materiali”.  Facciamo finta che anche lui pensasse, che la trasformazione dei rapporti umani non può accadere solo perché la struttura economica viene modificata con l’abolizione della proprietà privata: «(…) è con i Manoscritti economico-filosofici (1844) che Marx pretende di descrivere la vera liberazione dell’uomo: non più solo politica, ma economico-sociale. Gli uomini saranno davvero uguali quando verrà abbattuta la proprietà privata, il perno su cui si fonda il capitalismo e la distinzione tra operai e padroni.» scrive E. Amalfitano nell’articolo citato.

     

    Gli uomini “sono uguali” per nascita e non perché un’inesistenza divinizzata ha deciso “di dare a tutti lo stesso identico appezzamento di terra da coltivare” o perché ha detto di vestirsi tutti allo stesso modo indossando un saio o una giacchetta maoista che uniformando la percezione annullerebbe l’identità umana. Non “devono” essere uguali perché solo così non si rubano le cose uno con l’altro disubbidendo alle leggi mosiache.

    Sono uguali semplicemente perché nascono tutti allo stesso modo «solo dopo si svilupperanno le differenze tra ognuno (anche quelle culturali) che arricchiscono l’umanità.» scriveva Rossella Carnevali su Left del 16 marzo 2018.

     

    «Noi – scrive Matteo Fago sempre su Left del 30 marzo 2018 – invece pensiamo che l’uguaglianza non sia un diritto ma sia invece una caratteristica fondante dell’essere umano. È un’uguaglianza per costruzione, come direbbe un matematico, perché legata alla dinamica della formazione della realtà psichica che si ha alla nascita. La realtà psichica si forma, o meglio si crea, come reazione della biologia del corpo e della sostanza cerebrale, allo stimolo luminoso che colpisce per la prima volta la retina.
    La reazione è la comparsa di un pensiero di esistenza di un altro essere simile a se stessi con cui avere rapporto. È la comparsa dell’essere umano che prima della nascita non c’era.(…) Questa reazione e formazione è identica in tutti gli esseri umani. Non c’è distinzione. In questo senso è un’uguaglianza universale che non ha bisogno di leggi per essere affermata. È una verità scientifica, ossia prescinde da quello che può pensarne Salvini, Renzi o il papa.»

     

    Noi cari compagni non abbiamo missioni sacre da compiere, né dobbiamo divenire sacerdoti cattocomunisti che declamano frasi dei padri della Chiesa cattolica che fin dal suo nascere si è sempre schierata con il potere ed è stata la mandante di crociate, stragi, pogrom, genocidi, desapariciones,  compiuti dal loro braccio secolare istituzionalizzato.

     

    Ricominciamo dal giovane Marx, da Gramsci, da Camus e doniamo almeno una rosa allo psichiatra Massimo Fagioli,  recentemente scomparso, che, con la sua Teoria della nascita (leggi qui), ha dato all’eguaglianza un valore inequivocabilmente scientifico.

     

    Gian Carlo Zanon – Castiglione delle Stiviere – 4 aprile 2018

     

    Per la Teoria della nascita di Massimo Fagioli leggi anche Qui e Qui

     

    Testi sulla Teoria della nascita

    Massimo Fagioli, Istinto di morte e conoscenza, L’asino d’oro edizioni, Roma 2010 (prima edizione 1972).
    Massimo Fagioli, La marionetta e il burattino, L’asino d’oro edizioni, Roma 2011 (prima edizione 1974).
    Massimo Fagioli, Teoria della nascita e castrazione umana, L’asino d’oro edizioni, Roma 2012 (prima edizione 1975).
    Massimo Fagioli, Bambino donna e trasformazione dell’uomo, L’asino d’oro edizioni, Roma 2013 (prima edizione 1980).
    Ai suddetti volumi di teoria, Fagioli ha poi affiancato numerose altre pubblicazioni. La teoria della nascita è stata approfondita e ampliata, in costante confronto con scoperte scientifiche che confermano gli assunti delle formulazioni originarie.

     

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