di Nora Helmer
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Domani o dopodomani ai lavoratori italiani sconfitti, umiliati ed offesi, non rimarrà altro che mettersi il lutto al braccio, e preparare la loro vendetta.
Da ieri i media parlano e straparlano dell’accelerazione che la premiata ditta Renzi and Company sta dando alla cancellazione dell’articolo 18 che impedisce un licenziamento “senza giusta causa”.
Per chi non lo sapesse l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, fa riferimento alla legge del 20 maggio 1970, n. 300, che regola le «Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento».
L’articolo 18 disciplina in particolare i casi di licenziamento illegittimo, ovvero effettuato senza una grave causa e quindi se ingiustificato o discriminatorio.
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Ho abbastanza esperienza nel mondo del lavoro per sapere con certezza che la cancellazione di questa barricata, alzata dopo anni di lotta dei lavoratori, permetterà alla classe dirigente degli industriali di saccheggiare la parola “dignità” inscritta nello Statuto dei lavoratori.
All’indomani di questo provvedimento antisociale, moltissimi dipendenti verranno licenziati e alcuni di loro, quelli che per continuare a mantenere uno status quo almeno praticabile rinunceranno alla propria dignità umana, verranno riassunti con contratti capestro. Ogni donna che rimarrà incinta, verrà licenziata temporaneamente o definitivamente e, poi riassunta, se le va bene, come dipendente a tempo determinato.
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Questo, naturalmente, senza che prima si siano aperte possibilità di ammortizzatori sociali che consentano almeno la sopravvivenza fisica delle persone. Sopravvivenza che come succede già, sarà completamente affidata alla zakat ovvero all’elemosina della Caritas cattolica tradotta dal terzo pilastro dell’Islam .
Domani o dopodomani sarà completato il sogno che Renzi ha ben illustrato nella sua prefazione al libro di Norberto Bobbio Destra e sinistra, rieditato pochi mesi fa da Donzelli … qual è il sogno di Renzi? La parabola evangelica degli “ultimi”: agli ultimi, se accettano il loro stato, sarà fatta l’elemosina. E la dignità? Ma che c’entra la dignità!!! Gli ultimi, anche se offesi, devono assumere la categoria degli umili e degli imbelli.
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Dopo la distruzione dell’ultima barricata in difesa della dignità del lavoratore, a tutti coloro che accetteranno di essere umiliati ed offesi, l’ex datore di lavoro, ora ritornato ad essere padrone, farà l’elemosina, gli altri che ancora vorranno mantenere la propria identità usciranno dal mondo del lavoro finché, come nella parabola del figliol prodigo, non torneranno come cani a leccare la mano di chi, per ragioni imperscrutabili, è stato unto dal signore. Non sarà macellato nessun vitello grasso semmai verrà macellata la realtà umana del dipendente pentito.
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Il mio tono è sarcastico in realtà nasconde una profonda preoccupazione dovuta al divenire di questa tragedia sociale e umanitaria che ogni giorno diviene più visibile. E non è solo una tragedia del nostro paese.
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In ogni parte del globo la lotta tra chi non vuole perdere con il proprio benessere materiale anche i propri diritti di eguaglianza e la propria dignità umana e chi vuole usare i propri privilegi sociali ed economici per dominare coloro che non ritengono uguali a se stessi, sta subendo una pericolosa accelerazione. L’ultimo evento è quello degli Occupy Central with Love and Peace di Hong Kong. Purtroppo prevedo che la lotta degli studenti, che vogliono aver voce in capitolo per la democrazia del loro paese, sarà un ennesimo quanto vano ammutinamento del Bounty come lo furono quelli degli Indignados spagnoli e quello del movimento Occupy Wall Street americano.
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Mi chiedo a cosa porterà tutto questo … o meglio mi chiedo quando gli umiliati e offesi riusciranno a riscattarsi. Purtroppo come ho già detto vedo nero. Vedo nero perché so che l’odio che cova sotto le umiliazioni prima o poi verrà a galla e succederà probabilmente a livello globale. Solamente chi non vede o non vuol vedere, e non sa più sentire, “non si accorge”, dell’odio in cui si viene avvolti quando si va nei paesi che sono stati colonie europee. È l’odio che cova chi è stato dalla nascita umiliato e non riconosciuto come uguale da chi sfrutta il proprio stato sociale, per dominare il più socialmente debole, divamperà. La violenza, la prepotenza e la sopraffazione, su coloro che vengono definiti “ultimi” dalle canaglie al potere, anche se mascherate dalla civiltà formale, sono sempre più visibili.
Chi spera nei sindacati istituzionalizzati, che per anni hanno sostituito il caporalato impedendo sacrosante ribellioni e veicolando la legittima difesa del lavoratori, non ha capito ancora il gioco del potere.
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E se non lo ha capito è perché la cultura egemonica che legittima religione ragione utilitaristica funzionali all’asservimento degli ultimi, glielo ha impedito. Cultura egemonica che sposta l’attenzione dei cittadini come meglio crede e impedisce agli “ultimi”, con i suoi mezzi propagandistici, di vedere la realtà vera delle cose.
Dall’alto di una piramide atipica a cui sono state eliminati gli scalini sociali, i padroni brinderanno domani o dopodomani alla loro vittoria di Pirro, dimenticando la ghigliottina che se montata e messa in moto berrà il sangue di molti di loro. Molti di loro che non riescono a capire che il gorgo da loro stessi creato li inghiottirà uno dopo l’altro. È solo questione di tempo. Io non vedo né luce in fondo al tunnel e neppure il tunnel che è crollato da tempo.
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Domani o dopodomani ai lavoratori italiani sconfitti, umiliati ed offesi, non rimarrà altro che mettersi il lutto al braccio, e preparare la loro vendetta. La prima forma di revancha sarà quella di adattare la propria produzione e la propria capacità lavorativa a quanto il padrone darà loro d’elemosina. Un vecchio proverbio cinese dice «Se tu dare quello che dici tu, io lavorare come dico io; se tu dare quello che dico io, io lavorare come dici tu». Se non si troverà un equilibrio tra bisogni ed esigenze dei due contendenti il sistema industria crollerà su se stesso – già da tempo se ne vedono le crepe – e saranno guai seri.
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E dopo non dite che non ve lo avevo detto!!!!
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6 ottobre 2014
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Tutte le foto inserite nell’articolo sono del fotografo brasiliano Sebastião Salgado
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