• Antiscienza e salute – Pulsione di annullamento: alle radici del negazionismo

      0 commenti

    di Gian Carlo Zanon


    «Sono lo spirito che sempre nega! (…) Colui che vuole sempre il male e produce sempre il bene»

    FaustGoethe

    Dopo aver assistito alla Conferenza stampa per la Presentazione del volume “Antiscienza e salute. Come difendersi da fake news e infodemia”, svoltasi al senato il 19 febbraio scorso su iniziativa della senatrice Elena Cattaneo, ho letto il saggio in cui viene sviscerata la questione della mala-información scientifica, da medici di varie discipline, da scienziati, da informatori scientifici, da filosofi evoluzionisti, da chimici, da clinici farmacologici, da storici della medicina, etc. etc..

    Un team di grande valore scientifico ed etico, a cominciare dalla senatrice e scienziata Elena Cattaneo sempre in prima linea nella lotta sia contro la disinformazione manipolatrice e propagandistica di politici e giornalisti, sia contro la misinformazione, ovvero l’informazione falsa, errata e fuorviante «in base alle migliori evidenze disponibili al momento».

    I temi affrontati nel saggio dai relatori sono molti – negazionismo, effetto placebo, complottismo, antiscienza, “medicina alternativa”, omeopatia, diete alimentari, etc.. Tutti gli interventi convergono su un dato comune: la credenza.

     

    Nel suo incipit Rossana Garavaglia cita James Randi James Randi, il geniale illusionista che lottava contro i ciarlatani: «Nessuna quantità di credenza rende qualcosa un fatto».

    La parola “credenza”, richiama alla mente il “pensiero magico” di cui si parla diffusamente nel suo e in altri interventi: «Altre caratteristiche dei processi cognitivi sono la tendenza a sostenere legami tra accadimenti in base a nessi logici labili e una mentalità quasi religiosa»  (Garavaglia p. 129)

    Ecco che, seppur timidamente, entra in campo anche il pensiero religioso. Questione che quasi scompare da questi testi che affrontano, da vari punti di vista, le cause prime delle credenze che stanno alla base dell’antiscientismo infodemico che giustamente preoccupa gli autori dei mini saggi raccolti nel libro.

    Eppure, come mi par di capire da ciò che scrive la professoressa Silvia Bencivelli a pagina 8, la questione del pensiero religioso è importante e l’ateismo, ovvero il rifiuto del pensiero religioso, è – o dovrebbe essere –  un punto di partenza essenziale per ogni persona che si vuole occupare seriamente ed eticamente di scienza.

    Il paradigma scientifico si basa sui concetti di alétheia, «verità» e di epistème che indicano l’aspetto rigoroso e teorico della conoscenza, in contrapposizione a dóxa (opinione). Quindi, a mio giudizio, per definire questo “pensiero delirante”, che porta a formulare “nessi strani”, si dovrebbe usare la locuzione “pensiero magico/religioso”. Pensiero magico/religioso presente nei “credenti”, come per esempio gli antivax , che di fatto negano il paradigma scientifico.

    Paradigma scientifico il quale prevede «che una sperimentazione debba essere condotta secondo disegni sperimentali solidi, abbia cioè quella che si definisce validità interna, e debba poi essere replicabile e riproducibile – e validata – dalla comunità scientifica tutta, non solo quella accademica» (p. 144 Garavaglia).

    Conseguentemente, secondo questo paradigma, al di fuori del metodo scientifico definito in questi termini giustamente rigorosi, rimane ogni teoria, ogni ricerca ancora in essere, ogni prassi non certificata… e quindi anche Sigmund Freud, le cui teorie appaiono quantomeno obsolete persino al presidente della Società Psicoanalitica Italiana A. Ferro (Vedi La Repubblica il 18 dicembre 2012. http://www.igiornielenotti.it/freud-e-un-po-invecchiato-ma-la-sua-teoria-aiuta-ancora-limportante-e-non-usarla/ )   

    E allora perché le teorie del viennese vengono citate nell’intervento di Armando de Vincentiis per descrivere le dinamiche psichiche che sovraintederebbero i meccanismi di difesa responsabili del negazionismo scientifico? Le teorie freudiane, non avendo nulla a che fare con le caratteristiche del metodo scientifico sopra descritto, a rigor di logica, non andrebbero utilizzate in questo saggio per spiegare i meccanismi di difesa che portano alla negazione… o no? (p. 16 De Vinventiis) A rigor di logica Sigmund Freud andrebbe assimilato con Samuel Hahnemann il fondatore delle teorie omeopatiche?

    D’altronde sia le teorie di Freud che quelle di Hahnemann, provengono entrambi dal mesmerimo citato anche in questo saggio. (per il mesmerismo vedi anche il saggio La scoperta dell’inconscio. Storia della psichiatria dinamica di Henri F. Ellenberger) 

    Infatti Hahnemann, Freud, C. Gustav Jung e Rudolf Steiner vengono spesso accomunati in quella “medicina romantica” inaugurata dal “magnetismo animale” di F.A. Mesmer. Con questo, qui, non voglio affermare che le teorie dell’uno o dell’altro siano cialtronerie. Voglio solo far notare che questi modelli teorici non hanno caratteristiche di scientificità.

    Anche nel capitolo di Carolina Squeri e Andrea Grignolio trovo delle affermazioni, sulle cause degli automatismi mentali pregiudiziali dai quali si generano credenze (bias cognitivi), che, a mio giudizio, poco hanno a che fare con il paradigma scientifico: «Tale modo di agire porta, però, a sistematici errori decisionali, sia causa dei limiti cognitivi umani, che non consentono di elaborare le molteplici informazioni provenienti dall’esterno sia perché intervengono i bias cognitivi, le scorciatoie cablate (collegate) nella nostra mente dall’evoluzione (Cherubino, Pozharliev, 2020). Compiti cognitivi complessi, come distinguere un’informazione vera da una falsa, sono influenzati da strutture cerebrali filogeniticamente antiche, che coinvolgono i meccanismi affettivi e meccanismi di ricompensa. Una delle attrici principali del sistema della ricompensa è la dopamina, un neurotrasmettitore prodotto da alcune aree del cervello» (p. 40 Squeri e Grignolio)

    Se ho ben capito, i negazionisti sarebbero particolarmente “influenzati da strutture cerebrali filogeniticamente antiche” che attraverso una maggiore produzione di dopamina li spingerebbero a negare la realtà? Quindi, se ho ben capito, il pensiero degli esseri umani è predeterminato dai pensieri degli antenati? Affascinante e romantica teoria che però non penso abbia i requisiti per definirsi scientifica! Anche perché, se la negazione provenisse da un fattore filogenetico, non si capirebbe il motivo per cui gli oltranzisti della negazione siano una esigua minoranza della popolazione. Lo dicono le statistiche che indicano numeri di coloro che sono andati a farsi vaccinare e che sono la stragrande maggioranza. Ma anche le votazioni del settembre 2022 ci dicono che i novax son circa il 2-3% dell’elettorato.  Inoltre se il loro disturbo provenisse da un fattore genetico, dovremmo dichiarare i novax incapaci di intendere e di volere per cause filogenetiche?

    E allora perché non ci mettiamo dentro anche “l’inconscio collettivo” e gli archetipi filogenetici di Jung e, a proposito di dopamina, anche le teorie di Ippocrate sull’equilibrio degli umori? La dopamina è «in grado di interagire sui nostri comportamenti» o sono le nostre emozioni, le quali attingono alla sfera psichica, che producono dopamina? Non si confonde la causa con l’effetto? Siamo sicuri che l’emotività produca sempre comportamenti negativi? Siamo sicuri che una mente lucida e razionale scevra da emotività, e quindi di affetti che la determinano, sia la panacea per sfuggire al «fascino delle fake news»? (pp. 40-41) Parliamone!

    Mi scuso per il tono polemico ma se si deve usare il paradigma scientifico, che come dice anche Telmo Pievani non si deve imporre d’autorità «dovete credere a me perché sono uno scienziato, sono laureato, sono un medico e voi no» (p. 226 Pievani) lo si deve fare sempre e su ogni argomento. Se fai un’affermazione e la vuoi suffragare mettendo nome e cognome di un “certificatore” «oltre a non essere efficace in termine di convincimento, è in linea teorica una negazione del metodo scientifico stesso, che nasce proprio dal rifiuto di qualsiasi autorità precostituita». (p. 226 Pievani) Inoltre, scrive Pievani, «Le attitudini antiscientifiche vanno stigmatizzate, ma anche studiate, come si propone di fare questo libro nel campo della medicina».

    È bene ricordare che ogni essere umano ha la propria Weltanschauung, cioè la propria visione del mondo, ovvero una propria inconscia interpretazione della realtà la quale può essere più o meno aderente alla realtà oggettiva che si va a esperire. Ogni essere umano abbraccia un proprio scenario cognitivo più o meno ampio, più o meno profondo, e spesso – non sempre, ma spesso – come spiegato in vari modi in questi saggi, nega ciò che rimanendo fuori dalla sua capacità cognitiva lo perturba.

    La negazione serve per annullare ciò che è. Ma la negazione – sempre a mio giudizio – non si esprime con il NO, come afferma Armando De Vincentiis, ma con il NON È.

    E a proposito del NON È della negazione, proporrei un altro tipo di ricerca. Ricerca che ovviamente non vuole assolutamente paludarsi di quei parametri di scientificità ufficiali ben descritti in questo saggio, ma che, a mio giudizio, ha quantomeno lo stesso valore delle teorie sulle cause che generano quella negazione inconscia la quale crea i fenomeni di “antiscientificità”  descritti nel saggio.

     

    Scrive lo psicologo De Vincentiis «Il concetto di negazione e il loro “NO” – quello dei novax – può addirittura evidenziare una ragion d’essere che trova le basi all’interno di motivazioni profonde: il “NO” rappresenta, da un punto di vista dell’evoluzione cognitiva, la prima espressione di individualizzazione del bambino. La negazione di qualcosa (lavarsi, mangiare, ecc.) è il primo segno della formazione di una volontà e, di conseguenza, di una prima forma di identità. Il nomask e il novax sono paragonabili a una forma primordiale di ricerca di identità grazie alla quale uscire dal nulla e imporre (o illudersi) di imporre una propria volontà percepita già come inutile. Come il  bambino, nel quale il “NO” rappresenta l’affermazione della sua esistenza, il “NO” (qualsiasi cosa si neghi) degli adulti rappresenta l’affermazione di un’individualità» (p. 18 De Vincentiis)

     

    Invece lo psichiatra Massimo Fagioli affermava che il NO «è quel “pensiero” non scisso dal corpo che è, in primo luogo, percezione e rifiuto. (…) Ridare all’uomo la scienza della realtà è possibile soltanto quando si distingua la negazione dal rifiuto» da (Ideologia scienza e storia – Introduzione a “Il No e il Sì”, R. A. Spitz , 1975 – Testo inserito nel saggio “Bambino donna e trasformazione dell’uomo”, Massimo Fagioli, Nuove Edizioni Romane, Roma ediz. 1980.

     

    Nel suo incipit a L’Homme révolté Albert Camus afferma:«Che cos’è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no. Ma se rifiuta non rinuncia tuttavia: è anche un uomo che dice di sì, fin dal suo primo muoversi. Uno schiavo che in tutta la sua vita ha ricevuto ordini, giudica ad un tratto inaccettabile un nuovo comando. Qual è il contenuto di questo “no”?  Significa, per esempio, “le cose hanno durato troppo”, “fin qui si, al di là no”, “vai troppo in là” e anche “c’è un limite oltre il quale non andrai”. Insomma, questo no afferma l’esistenza di una frontiera.»

     

    E mi sento di aderire a queste affermazioni per il semplice fatto che semanticamente il NO rappresenta il rifiuto, quel rifiuto primario che porta il neonato che viene alla luce a rifiutare la natura non umana (luce, freddo ecc.)  e a cercare la natura umana nel caldo seno della madre che gli ricorda la omeostasi prenatale. È in quei frangenti che nasce il NO che dà inizio all’identità umana, ma anche quel NON È dell’annullamento della realtà che nega l’esistente in quanto “insostenibile”. Annullamento che sta alla base dell’“alienazione religiosa”

     

    È il NON È che simbolicamente rappresenta la negazione: si nega l’esistenza della pandemia, si negano le proprietà del vaccino, si nega la capacità della mascherina di fermare virus patogeni, etc., dando a tutto ciò un altro significato.

    Gli antivax negano l’esistenza di un vaccino capace di fermare una pandemia dandogli un significato delirante: il vaccino è portatore di patologie.

    E lo fanno a causa di quella dinamica inconscia che Feuerbach ha definito  “alienazione religiosa”.

     

    «L’alienazione è a monte e non a valle delle altre alienazioni. L’alienazione religiosa è alla nascita dell’uomo e soltanto un rapporto umano sessuato può far superare al neonato il germe della sua alienazione. (…) Perché il neonato, alla nascita, una fantasia contro il mondo non umano la fa. un dio se lo crea. E crearsi un dio significa soccombere al dio una volta che viene gestito da altri.» Massimo Fagioli, Bambino donna e trasformazione dell’uomo, L’asino d’Oro Edizioni

     

    «Ricordo Feuerbach, ed una frase  che mi è rimasta fissata nella mente: “Non è Dio che crea l’uomo, ma è l’uomo che crea Dio”. Non riuscivo a comprendere perché avesse pensato quelle parole ma so, con certezza che poi, ho teorizzato la fantasia di sparizione alla nascita ed ho pensato che nel neonato, il mondo viene “creduto”  inesistente; l’essere umano fa il nulla intorno a sé, l’opposto assoluto del suo umano esistente e la sua identità è soltanto rapporto interumano che lo fa vivere, e sviluppa il pensiero. Il rapporto con la natura viene dopo, quando diventato autosufficiente, si separa dalla madre.» Massimo  Fagioli, left n. 24 13 giugno 2008 pagg.  77-78

    «(…) vale a dire che io posso, nel mio pensiero, nella mia facoltà rappresentativa o immaginativa evocare e sopprimere, far nascere e perire, a mio arbitrio, tutte le cose, e quindi anche il mondo. Il dio che ha creato il mondo dal nulla, e lo ripiomba nel nulla, qualora lo voglia, non è altro che l’essenza dell’umana facoltà di astrazione e immaginazione, per cui posso rappresentarmi il mondo come esistente o come inesistente, a piacere, posso porre e togliere il suo essere.» Ludwig Feuerbach, L’essenza della religione .

     

    L’alienazione religiosa, alias il pensiero magico/religioso non si incardina soltanto nelle religioni, è anche la parte fondante delle ideologie totalitaristiche e delle idee totalizzanti:

    «L’affrontare l’alienazione economica e il feticismo delle merci ha un senso se si fa superare all’uomo la fonte pulsionale della creazione degli dei. Altrimenti, non può più adorare il vitello d’oro? Adorerà le tavole della legge e lo stesso Mosè » Massimo Fagioli, Bambino donna e trasformazione dell’uomo.

    Infatti «Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o lo stalinista convinto, ma l’individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più» Hanna Arendt: Le origini del totalitarismo

    La dinamica psichica è la stessa della percezione delirante e dell’interpretazione delirante in cui l’oggetto viene alterato dal soggetto che inconsciamente ammanta l’entità osservata con un giudizio delirante: «Credere significa immaginarsi che sia ciò che non è, credere ad esempio, che questa immagine sia un essere vivente, che questo pane sia carne, che questo vino sia sangue, – che esso sia, cioè, ciò che non è». Ludwig Feuerbach : L’essenza della religione.

    Questa ricerca sulla negazione, si incardina quindi sull’idea di “alienazione religiosa”  concettualizzata da Feuerbach e ridefinita in termini psichiatrici nella Teoria della nascita di Fagioli.  È chiaro che questa ricerca, a cascata, va a coinvolgere ogni punto di vista di questo saggio, che affronta la negazione antiscientifica.

    Non si può affrontare il negazionismo se si annullano le dinamiche psichiche inconsce che come dice Feuerbach “fanno di ciò che è ciò che non è, e di ciò che non è ciò che è”: per esempio fanno del vaccino un agente chimico patogeno e del negazionismo scientifico una scienza.

    Ciò che qui ho proposto fa parte di una mia ricerca che, ovviamente, non vuole assolutamente paludarsi di scientificità ma che, a mio giudizio, ha quantomeno lo stesso valore delle teorie sulle cause che generano quella negazione, che crea i fenomeni di “ascentificità”,  descritti nel saggio.

    È dalla conoscenza approfondita dei meccanismi mentali inconsci e delle cause psichiche, che determinano questi sovvertimenti patologici, che si deve partire per capire i fenomeni epidemici di negazionismo i quali, come ben descritto nel saggio Antiscienza e Salute, giungono ad alterare la percezione della realtà di una parte minoritaria ma consistente della società.

    Una parte minoritaria ma consistente della società la quale continuerà a credere che i virus siano solo un’invenzione delle case farmaceutiche e che i vaccini siano acqua fresca, ma anche, e perché no, veicoli per controllare le menti dei cittadini ignari.

    Al di là degli squallidi individui, che cavalcano l’antiscientismo o per raggranellare voti a destra e a manca, o per qualche loro interesse particolare, chi sono i reali negazionisti scientifici? Chi sono quelli che credono dogmaticamente in ciò che affermano?

    Ebbene secondo la mia Weltanschauung sono sempre “quelli che”, ovvero “quelli che non siamo mai andati sulla luna”, “quelli che la terra è piatta”, “quelli che c’è un complotto”, “quelli che la sindone”, quelli che il sangue di San Gennaro”, “quelli che” non ce lo dicono”; sono gli oltranzisti religiosi di qualsiasi religione, sono i novax, i no mask, etc..

    E attenzione: non si sommano, sono sempre gli stessi individui ovvero quei deliranti psicotici che, in vario grado patologico, hanno perduto il contatto con porzioni di realtà. I Testimoni di Geova, per esempio, appellandosi ai comandamenti dell’Antico e del Nuovo Testamento, rifiutano ancor oggi le trasfusioni di sangue. Il sangue per essi è la sostanza vitale per eccellenza donata da Geova «datore di vita». Come per l’anima, il sangue deve rimanere puro e incontaminato.

    Del resto non dovremmo stupirci di questa pandemia antiscientifica: viviamo immersi in una società globale con un altissimo tasso di credenza e un bassissimo grado di pensiero critico. Tutto ciò non può che portare anche credenze antiscientifiche perché questi pensieri magici/religiosi sono legittimati e resi congrui da una cultura schizofrenogena.

    All’essere umano, devitalizzato dall’alienazione religiosa che svuota il proprio essere, non gli resta che aderire ad una pseudo identità di appartenenza religiosa e/o ideologica. Appartenenze identitarie che, confermando a grandi linee la sua “percezione delirante” del reale, “lo mettono al sicuro” dall’imponderabile, dall’invisibile… per esempio un virus. Oppure crederà che i virus siano solo un’invenzione delle case farmaceutiche e che i vaccini siano acqua fresca, ma anche, e perché no, veicoli per controllare le menti di ignari cittadini.

    Come viene più volte affermato nel saggio, gli esseri umani, di fronte a ciò che perturba la loro identità, mettono in atto dei meccanismi di difesa: vero è ciò che li tranquillizza; vero è ciò che non mette in crisi la loro identità umana anche e soprattutto se questa è claudicante, alterata, confusa e scissa. Più l’identità è traballante in quanto costruita sulla credenza, più ci si identificherà con chi o con ciò che gli dona una parvenza di equilibrio.  Il pensiero magico religioso è una stampella identitaria!

    I novax si riconoscono in una appartenenza identitaria che, confermando a grandi linee la “percezione delirante” del singolo, lo mettono al sicuro dall’Inconoscibile: qualsiasi cosa accada il sacerdote, lo sciamano, il dirigente politico, il giornalista, l’amico Face Book “aggiornato”, sapranno decifrare per lui la realtà perturbante donandogli “opinioni” e “certezze” surreali ma catartiche: «anche di fronte a un contagio epidemico che porta alla morte, è giusto rifiutare vaccini e mascherine in nome della libertà individuale». Infatti il Consiglio dei ministri a dicembre 2024 ha emanato il condono “tombale” delle multe ai novax nientificando così la prassi degli obblighi vaccinali che hanno salvato la vita a milioni di persone.

    Castiglione Della Stiviere – 3 Marzo 2024

     

     

     

     

    Scrivi un commento