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di Giulia De Baudi
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Dicono “il mondo è bello perché è vario”. Come dare torto a questo luogo comune. Certo però quando ci si imbatte in una casa editrice che “rottama” un proprio autore, qualche domanda uno se la fa. Se poi il rottamato è Sigmund Freud … ma si quel tipo assurdo che avrebbe, dicevano, scoperto l’inconscio nonostante egli lo definisse Das Unbewusste cioè “L’inconoscibile”. Ma se una cosa è “inconoscibile” come si fa a conoscerla? Un altro mistero glorioso culturale.
Insomma la notizia è questa: la Casa Editrice Bollati Boringhieri ha pubblicato un libro dal titolo “Dossier Freud. L’invenzione della leggenda psicoanalitica” scritto da Mikkel Borch-Jacobsen e Sonu Shamdasani, 309 p. € 35,00.
Ma come mi sono detta, Bollati Boringhieri, pubblica un libro che denigra il suo autore preferito? Ma facendo così si da la zappa sui piedi! Qui gatta ci cova!
Poi sona andata a leggere qua e la e alla fine ho tirato le fila del giallo “Il Segreto di Sigmund assassinato dalla mamma” e sono arrivata alla conclusione che la casa editrice, giustamente vuol “rottamare” un attrezzo culturale che più che essere obsoleto è divenuto decisamente imbarazzante.
Se è vero che la psicoanalisi freudiana ha ingiustamente “trionfato” per quasi tutto il nel ‘900 è anche vero che lo ha fatto spodestando la scienza con la S maiuscola (quella che si chiamava episteme). Come lo ha fatto? Lo ha fatto, per esempio, erigendo giganteschi baluardi pseudo scientifici in difesa del suo sconcertante vuoto epistemologico; falsificando metodi di cura attraverso falsi casi clinici (Uomo dei lupi docet); pervaso, con la complicità di poche centinaia di farabutti culturali, la cultura di un’epoca. Come fu possibile tutto questo? Se lo chiedono e rispondono i due autori del libro: Mikkel Borch Jacobsen, filosofo danese autore di numerosi volumi sulla storia della psicoanalisi, e Sonu Shamdasani, professore di storia della medicina dell’University College di Londra, con questo loro saggio, dettagliato come un faldone giudiziario che si assomma alle ormai decine di lavori che svelano le vecchie e nuove connivenze con questa dottrina che come tutte le dottrine nasconde un vuoto incolmabile.
Più che Freud ormai morto e sepolto – nonostante che la sua mummia e le sue reliquie siano presenti ancora in centinaia di studi psicanalitici dove centinaia di persone vengono bellamente truffate dagli epigoni del cocainomane viennese, ad essere sottoposta ad un giudizio che non lascia scampo è la macchina agiografica che ha creato ex nihilo la fanfaluca freudiana.
Secondo i due autori del Dossier Freud il mito-Freud fu orchestrato dallo stesso padre fondatore. Certamente però le sue pseudo teorie non avrebbero assunto quel gigantismo culturale senza gli accordi taciti e segreti tra gli eredi di Freud e di tutta una generazioni di allievi, “attenti a presidiare il presente ostacolando l’accesso alle carte del passato, e abili nel riformattare dottrine e patologicizzare il dissenso”.
Attraverso un capillare apparato di controllo, le squadre d’assalto freudiane avrebbero fatto quadrato attorno agli scritti di Freud, secretandone gli archivi. (leggi anche Jeffrey Moussaieff Masson. Assalto alla verità. La rinuncia di Freud alla teoria della seduzione. Traduzione di Enrica Cambieri. Arnoldo Mondadori Editore) .
Tutti i delitti del freudismo scientemente eseguiti con una abilità degna di un psicokiller culturale, vengono in questo lavoro ricostruiti con rigore documentale: “l’”eroica” autocanonizzazione di Freud tra i grandi della scienza di ogni tempo; l’avocazione alla psicoanalisi degli eventi psichici, dai sogni alle sviste alle malattie mentali; la delegittimazione degli avversari; la politica di indisponibilità delle fonti, che ne ha trasformato la custodia in archiviazione tombale”.
A ben guardare però, i prodromi di questa “rottamazione culturale”, da parte della casa editrice Bollati Boringhieri, erano già presenti nella primavera/estate del 2006 quando essa rinunciò alla pubblicazione dell’opera omnia dei testi freudiani con la nuova traduzione di Michele Ranchetti che avrebbe svelato – come sottolineò un articolo apparso sul settimanale Left firmato da Cecilia Iannaco e Simona Maggiorelli, – la «Truffa che non si capisce come possa essere sopravvissuta se non pensando alla complicità, accanto a un ristretto gruppo di psicoanalisti, di un numero ben più rilevante di “intellettuali” certo molto disattenti e sicuramente mal informati.» link http://simonamaggiorelli.com/2006/10/01/
Mi ricordo anche, sempre nel 2006, di una polemica giornalistica scoppiata su La Repubblica tra Ranchetti e Umberto Galimerti, meglio conosciuto come il “Cavalier scopiazzante” ( chiamato così perché tanato più volte nell’atto di scopiazzare a destra e a manca – leggi il saggio ‘La cassapanca del filosofo’ di Francesco Bucci”). Polemica che potete leggere interamente su Spogli di Segnalazioni cliccando su questo link http://spogli.blogspot.it/2006_06_01_archive.html
Il tutto perché l’eretico Michele Ranchetti, andando oltre la “fantatraduzione” musattiana, con la propria traduzione certosina, cercava di documentare la contraddittorietà di questa disciplina fasulla che era riuscita ad ottenere un potere enorme pur non avendo nessuna struttura scientifica che la potesse sostenere … impossibile direte voi … beh e allora vogliamo parlare della tecnicità di ‘sto governo amato dal 55% degli italiani? Quando ci si vuole accecare credendo senza pensare questi sono gli effetti!
Però a quanto sembra almeno quelli della Bollati Boringhieri hanno finalmente tolto la benda che da qualche decennio si erano calata sugli occhi.
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Roma 16 novembre 2012
Scheda
Dossier Freud. L’invenzione della leggenda psicoanalitica
Mikkel Borch-Jacobsen, Sonu Shamdasani
Torino, Bollati Boringhieri, 2012
ISBN: 9788833923628
309 p. € 35,00
Settore PSICOANALISI STORIA
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20 Febbraio 2013 @ 00:03
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