–
Tu vivi sempre nei tuoi atti,
con la punta delle dita
sfiori il mondo, gli strappi
aurore, trionfi, colori,
allegrie: è la tua musica.
La vita è ciò che tu suoni.
–
Dai tuoi occhi solamente
emana la luce che guida
i tuoi passi. Cammini
fra ciò che vedi. Soltanto.
[…]
E mai ti sei sbagliata,
solo una volta, una notte
che t’invaghisti di un’ombra
– l’unica che ti è piaciuta -.
Un’ombra pareva.
E volesti abbracciarla.
Ed ero io.
–
ipazia e ..........bakunin
14 Marzo 2014 @ 23:33
una notte che ti invaghisti di un’ombra…………………………………………………………………..bellissimo verso!!!
un’abbraccio.!!……………..e una poesia di manuel scorza.
EPISTOLA AI POETI CHE VERRANNO
Forse domani i poeti chiederanno
Perché non celebriamo la grazia delle ragazze;
chissà domani i poeti chiedano
perché le nostre poesie
erano lunghi viali da dove giungeva l’ardente collera.
Io rispondo: da ogni parte si udiva pianto,
da ogni parte ci circondava un muro di onde nere.
Doveva essere poesia
una solitaria colonna di rugiada?
Doveva essere un lampo perpetuo.
Io vi dico:
finché qualcuno patisca,
la rosa non potrà essere bella;
finché qualcuno guardi il pane con invidia,
il frumento non potrà dormire;
finché i mendicanti piangano di freddo la notte,
il mio cuore non sorriderà.
Uccidete la tristezza, poeti.
Uccidiamo la tristezza con un palo.
Vi sono cose più grandi
che piangere l’amore di pomeriggi perduti:
il rumore di un popolo che si sveglia,
quello è più bello del rugiada.
Il metallo risplendente della sua collera,
quello è più bello della luna.
Un uomo veramente libero,
quello è più bello del diamante.
Perché l’uomo si è svegliato,
e il fuoco è fuggito dal suo carcere di cenere
per bruciare il mondo dove stava la tristezza.
XXX
15 Marzo 2014 @ 06:08
Grazie Antonio … belissima e struggente
Gian Carlo
… la pubblichiamo questa sera