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di Gian Carlo Zanon
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Ricordo che fino a pochi anni fa, quando volevo esprimere disappunto per una pensiero assurdo a cui mi si voleva far aderire, sbottavo con un “ma siamo diventati matti”.
L’espressione mi è salita alle labbra qualche giorno fa quando ho letto su vari giornali che il Dsm-V , vale a dire la quinta edizione del manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali, pubblicata nel maggio scorso, sta continuando a inventare nuove patologie ad uso e consumo delle ricche e potenti case farmaceutiche.
Questa bibbia della psichiatria redatta dall’Apa, American Psychiatric Association, e purtroppo utilizzata in tutto il mondo, scritta, in palese conflitto di interesi, con i cervelloni delle case farmaceutiche, ritiene che una mente in movimento sia di per sé una patologia: siete un po’ in ansia per un esame? Ebbene siete stati colpiti «disturbo generalizzato di ansia». Vi incazzate da morire perché il vostro fidanzato vi ha messo le corna? Siete caduti in un «disturbo dirompente di disregolazione dell’umore». Ve ne andate da una situazione insostenibile mandando tutti a fan culo e uscite sbattendo la porta? È evidente che siete affetti da «dipendenze comportamentali».
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Inutile dire che per ognuno di questi stati mentali hanno già bell’è pronta la pillola che vi restituisce alla ‘condizione ottimale’ e ‘normale’ di anaffettività e di apatia, che per il geniale Platone e seguaci è la vera ed auspicabile condizione umana.
Intanto uno tsunami farmacologico, creato in America, sta investendo l’Europa e potete essere certi che verrà osannato dai nostri psichiatri organicisti ben confezionato assieme al nuovo manuale che verrà consultato per fare le diagnosi, prescrivere farmaci, ecc. ecc..
Però questa volta una piccola diga, che servirà solo a posticipare di qualche mese l’ondata di pillole e pilloline in arrivo, è servita ad arginare la marea. Questo solo dopo che il sito con la bozza del manuale (www.dsm5.org) è stato raggiunto da 50 milioni di contatti e 25 mila critiche.
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Quei pochi scienziati che ancora stanno sulle barricate dell’umano e non si lasciano corrompere dalla case farmaceutiche, sanno che il nuovo Dsm-V provocherà un’esplosione di malati e di terapie farmacologiche portando ad una vera e propria pseudo epidemia psicotica. Secondo dati del National Institute of Mental Health, un adulto su quattro si vedrà diagnosticare uno bel disordine mentale preconfezionato e uno su cinque assumerà psicofarmaci. In prima linea l’American Psychological Association che ha indetto una petizione appoggiata da altre 50 associazioni e 14 mila firmatari. A preoccupare non sarebbero solo i «nuovi disordini» ma il generale abbassamento della soglia diagnostica per patologie già esistenti.
Se questo il nuovo Dsm non verrà rifiutato ogni comportamento che denoti una escrescenza di vitalità verrà considerato un sintomo. La vivacità di un bambino verrà definita “iperattività” e farà scattare la diagnosi di Adhd (Attention deficit and hiperactivity disorder) mutando milioni di bambini non ancora privati dalla gioia di vivere in pazienti da curare con pillole narcotizzanti. Tutto questo con somma felicità di quei genitori e quegli insegnanti (questi si disturbati) che in ogni ragazzino sveglio ed intelligente vedono l’incarnazione del demonio.
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Come già osservano alcuni psichiatri – come Allen Frances, professore emerito della Duke University – che non osservano i precetti della psichiatria organicista e comportamentale, si sta rischiando «un’epidemia di falsi positivi, soggetti che soddisfano i criteri diagnostici del Dsm V senza in realtà essere malati».
Naturalmente non voglio demonizzare tout court i psicofarmaci ma solo dare loro il nome giusto: calmanti ed eccitanti. Gli psicofarmaci non hanno mai curato alcuna patologia mentale. Al più sono utili per sedare un malato pericoloso per se stesso e per gli altri, e/o animare un paziente catatonico, per poi iniziare, dopo aver ristabilito un equilibrio psicichico e quindi un minimo di capacità di attenzione, la psicoterapia.
Abbiamo già parlato a lungo su queste pagine di malattia mentale e cura della stessa. Gli articoli li potete trovare nella sezione “La malattia invisibile”.
1 giugno 2013
Hosting
2 Ottobre 2016 @ 05:43
Sono stato a contare i giorni e le notti. Sedici. Senza abbuoni. Mi sono lamentato, ma nessuno ha avvertito la mia afflizione. Inascoltato, ho origliato le vostre conversazioni, ho ficcato il naso nelle vostre vite. Avrei molto da raccontare, di voi e di chi era con voi. Ma se lo facessi, resterei inascoltato e mi macchierei di essere un ciarlatano.