di Salvo Carfì
Due notizie, una importante, la candidatura agli Oscar del film Cesare deve morire dei fratelli Taviani, l’altra, meno importante, è la candidatura al carcere di Sallusti.
Lo scenario di fondo, per entrambi gli eventi, sono le mura di un penitenziario: il carcere di Rebibbia fa da scenografia al film di Taviani e il carcere di San Vittore è candidato a diventare lo sfondo scenografico al soggiorno coatto di Sallusti … due realtà parallele!
Veniamo al collega Sallusti che, diciamocelo fra noi, se l’è voluta intera la pena inflittagli. Premetto che, data la mia indifferenza congenita per fatti del genere, non mi sono molto documentato e la mia opinione sull’argomento me la sono fatta da frasi udite alla radio e alla televisione o leggiucchiate sui giornali web.
Dico che se l’è voluta perché le scappatoie che gli sono state offerte, come quella di pagare una penale (si parla di una cifra tra i ventimila e trentamila euro) che sarebbe stata devoluta in beneficenza, sono state sdegnosamente rifiutate dal nostro Noferatu … scusate ho visto la foto e ho pensato al film di Herzog (somiglianza perturbante) … come dicevo sono state rifiutate sdegnosamente. “Voleva lo scontro” ho sentito dire, ed in fatti il botto si è sentito.
Ma, a parte gli scherzi, certo che se l’è proprio tirata! Secondo me la scelta dello pseudonimo “Dreyfus” da porre in calce all’articolo incriminato già che porta sfiga e porta dritto dritto alla Cayenne, n’est-ce-pas.
Comunque dall’idea che mi sono fatto su questa vicenda e soprattutto per un moto di antipatia che mi assale ogni volta che lo vedo e/o lo sento parlare io … io lo condannerei a morte … ma no scherzavo … mica sono “Dreyfus”!
Dreyfus, il redivivo ufficiale di artiglieria dell’esercito francese, accusato di spionaggio a favore dell’Impero Tedesco e condannato nel 1985 al carcere duro all’Isola del Diavolo nella Guyana francese, era tornato e stava lì nella redazione del quotidiano a ergere forche … quattro per essere precisi: due per i genitori della tredicenne, una per il ginecologo che ha praticato l’aborto e una per il giudice che ha dato il nulla osta per l’interruzione della gravidanza. E si cari signori “Dreyfus”, fabbricando un falso giornalistico per altro, voleva la vita umana di quattro persone: «se ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice». Tutto ciò per riscattare uno zigote che non è vita umana: lo dice la legge.
Però, per, a volere ben guardare, in un paese dove si confonde la vita con la morte e l’oro con la merda il discorso di Sallusti non fa una piega: ma non lo dice il papa che è culo e camicia con il nostro Presidente del Consiglio Monti che il feto ha dignità umana? (Monti che ha salvato il Vaticano dal pagamento di miliardi di ex ICI e ha vampirizzato noi facendoci pagare miliardi di IMU)
E allora se mettiamo in galera Sallusti dovremmo mettere in galera tutti i cattolici italiani che, facendosi guidare dal loro dogma, esprimono questi giudizi ripetendo a memoria la dottrina episcopale. E si cari signori, la legge è uguale per tutti!
Voi mi direte che la maggior parte delle persone che aderiscono supinamente alla metafisica cattolica sono fuori dalla realtà e che in questa situazione non sono in grado di intendere e di volere … potrei anche essere d’accordo con voi e che quindi parlare della galera per Sallusti è come parlare … che ne so di Star Trek, uguale.
Certo che ne abbiamo sentite di peggiori: quante volte abbiamo sentito uscire dalla bocca di certe persone affermazioni cha vanno contro la legge che tutela le donne come quando danno dell’assassina alle donne che abortiscono; vogliamo poi riudire i discorsi dell’ex premier italiano sulla Englaro? Ci vogliono stomaci forti, non è il caso!
Ma, si può mettere in galera un uomo per un articolo del genere? Certamente no … no se … se non facessimo parte di una società del genere dove l’assurdo è di casa e dove all’assurdo ci si difende con l’assurdo. Infatti le parole che si sentono e si leggono dicono tutti la stessa cosa “nei paesi dove c’è la democrazia questo non succede di qua, non esiste di la, ecc. ccc.”; vero è … ma gli altro paesi non stanno combinati come l’Italia. Capisci a me!
Si, voi dite che però la realtà italiana è questa e dunque … e dunque cosa? Lo volete mettere in galera? Che vi devo dire? Mettetecelo se questo vi fa dormire sonni tranquilli!
Per quanto mi riguarda lo manderei familiarmente a fan culo, come ho sempre fatto e mi occuperei d’altro. Sono un indifferente? Si, per questo cose lo sono! È che sogno di vivere semplicemente in una società di persone oneste e buone dove Sallusti o chi per lui sarebbe un paria e potrebbe fare al massimo il dog sitter o un mestiere del genere che non danneggia troppo gli esseri umani.
E mi chiedo anche perché solo ora che c’è il “problema Sallusti” si parla di ridimensionare le pene carcerarie. Sarebbe ora che si capisse che nelle carceri ci devono stare solo le persone socialmente pericolose, e che la misura carceraria non è un deterrente per i delitti: basta guardare l’esempio degli Stati Uniti.
Il problema vero è il “sistema”: nelle carceri c’è chi fa i pasti per i detenuti e passa le mazzetta a chi dovrebbe controllare che tutto si svolga regolarmente; c’è chi costruisce carceri e passa la mazzetta a quel o quell’altro funzionario che dovrebbe controllare che tutto si svolga regolarmente; ci sono gli avvocati che vivono sui detenuti in attesa di giudizio; ci sono le guardie carcerarie più o meno oneste, insomma c’è chi vive e si nutre del sistema carceri. Insomma ogni carcerato mantiene due o tre famiglie una delle quali con un Suv a carico… un vero bisinisse direbbe il padrino.
Insomma per queste cose che appaiono ridicole un gran fracasso. Sarebbe semplice, basterebbe depenalizzare il reato di calunnia per mezzo stampa o per lo meno affievolirlo. Perché non si fa? Perché queste leggi sono un modo ricattatorio per tenere sotto controllo a stampa soprattutto quella libera del web. Basta una semplice denuncia anche non verificata dall’autorità competente che la polizia postale può bloccare un giornale o un blog, o minacciare di farlo.
Insomma la categoria giornalistica è messa male …parafrasando il pubblicitario francese Jacques Séguéla reso celebre dalla sua celeberrima frase, potremmo dire: “Non dite a mia madre che faccio il giornalista … lei mi crede pianista in un bordello”.
Ora parliamo di cose serie: lo avete visto Cesare deve morire dei Fratelli Taviani? No! E allora andate a vederlo poi ne parliamo se volete.
Tutti gli attori che partecipano al film – che concorrerà all’Oscar come miglior film straniero – protagonisti e comparse, sono carcerati, o lo erano al momento del girato. La pellicola, che è stata girata interamente nel carcere di Rebibbia, ha mutato lo squallore di quei luoghi in uno scenario epico.
Dal film si esce contratti dal dolore, ma poi le immagini dei reclusi si raffacciano nei pensieri e allora ci si rende conto che lì dove l’angoscia si può percepire anche con i sensi questi uomini hanno realizzato qualcosa … qualcosa che Sallusti non realizzerà mai, neppure in carcere.
Però, siccome la speranza è l’ultima a morire, io a Sallusti gli farei recitare la parte di Cesare per esempio … sarebbe perfetto … soprattutto nella scena della sua morte … pieno di sangue … per terra … morto … finalmente … no, no, scusate, sono stato sopraffatto dalla fantasia poetica; è Cesare che deve morire.
29 settembre 2012
Realtà parallele: tutti gli articoli
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