Oremus et pro perfidis Judaeis
“Preghiamo anche per i perfidi Giudei, affinché il Signore e Dio nostro tolga il velo dai loro cuori in modo che essi riconoscano il Signore nostro Gesù Cristo.
Onnipotente ed eterno Dio, che persino la perfidia giudaica non ti repella, esaudisci le nostre preghiere, che ti presentiamo per l’accecamento di quel popolo, affinché venga riconosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, a costoro che vagano nelle loro tenebre”.
Preghiera del Venerdì Santo eliminata dal Concilio vaticano II e reintrodotta nel 2007 da papa Benedetto XVI con il motu proprio Summorum Pontificum con qualche piccola modifica.
Adriano Meis
Cuzco – 8 agosto
Mi sono alzato con un po’ di emicrania, buona la birra cuzqueña, però … o sarà ‘sto maledetto soroche; certo l’essermi svegliato da solo non aiuta … non aiuta neppure il ‘caffè’ peruviano. Da domani a colazione solo tè.
All’appuntamento per la visita guidata arrivo con cinque minuti di ritardo … forse sette. Di solito arrivo in anticipo gli appuntamenti ma mi sono attardato un po’ a parlare con una ragazza, moooolto carina, nella hall dell’albergo, sulle difficoltà per raggiungere Machu Picchu
– mi raccomando, se volete visitare il sito archeologico ad agosto, cercate di arrivare tre o quattro giorni prima della data della visita e andate immediatamente a prenotare il treno se no rischiate di tornare a casa senza averlo visitato -.
Nel luogo per l’incontro sono radunate una decina di persone tra cui il solito stronzo che si è messo a fare ‘mister orario perfetto’ e che, in un italiano milanesato, mi fa: «Buongiorrrno aspettavamo solo lei» … non so perché ma gli ho risposto che il ritardo era a causa della differenza di fuso orario tra la mia camera da letto e il bagno … una ragazza ha riso, lui è diventato paonazzo. Ha tentato di replicare. Intanto la ragazza continuava ridere e aveva attaccato la ridarella anche alla sua amica. Mi sono vergognato un po’ … solo un po’.
È intervenuta la guida, un giovanotto che assomigliava al disegno dell’imperatore Manco Inca Yupanqui mentre viene assassinato, che campeggia nella mia stanza d’albergo «Allora possiamo andare?» Ha detto con un perfetto accento italiano (migliore di quello del cabron meneghino) e ci siamo incamminati dietro di lui … davanti a me la nuca bianchiccia del ‘precisino de Milan’ che puzza d’odio.
Prima tappa: la Catedral de Cuzco fu costruita tra il 1550 e il 1664. Entro per ultimo come un penitente dal portone principale e trovo uno scenario decisamente kitsch. Mi scuseranno gli amanti della storia dell’arte ma già non sopporto il barocco spagnolo figuriamoci il barocco spagnolo esportato in Sudamerica.
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Dopo un po’ mi allontano dal gruppo ( ebbene si lo confesso: sono uno sporco individualista) per andare a vedere quelle che la guida descriveva «Molto interessanti sono le mostre pittoriche che la cattedrale ospita al suo interno, dando molto spazio a pittori locali del passato. Testimonianza di un avanguardia di un notevole numero di pittori…tali da raggrupparsi in una vera e propria scuola pittorica di cusco. Da non perdere».
Non me la sono persa e me ne sono pentito. Ultra- kitsch. Fortuna che c’erano dei dipinti della scuola cusqueña, che anche se non sono granché per lo meno raccontano la storia e la cultura religiosa della città.
In un dipinto della seconda metà del seicento si vede una processione, a metà strada tra sacro e profano, che si snoda per le strade di Cuzco salmodiando e chiedendo al dio cristiano di fare smettere il terremoto che aveva devastato la città. Una volta ho visto un film dove c’erano i pellerossa che facevano la danza della pioggia … uguale.
Poco più avanti un dipinto a olio che rappresenta Santiago Mata Moros. Santiago (San Giacomo) era famoso in tutta la Spagna e colonie per la sua avversione ai Mori; tant’è che quando i cavalieri cristiani della reconquista si trovavano in affanno durante una battaglia contro gli infedeli, egli appariva con la spada scintillante e ne faceva strage. Poi se ne tornava a Santiago de Compostela a riposare. Però ne hanno de fantasia ‘sti cristiani.
Questo ‘amore’ verso i mori doveva essere veramente grande visto che ancora adesso in Andalusia quando si impreca vengono ampiamente citati : “me cago los Moros” viene utilizzato come quando noi diciamo “porca miseria”.
Anche gli ebrei erano molto apprezzati in Spagna. Nella regione di Leon ancor oggi andare in gruppo di bar in bar assaggiando le gustose pietanze spagnole (le tapas) annaffiandole di cervesa , si dice “ir a matar lo judios” andare ad uccidere gli ebrei. Moooolto evocativo.
Fino agli anni cinquanta del secolo scorso essere cristianos viejos o cristianos nuevos faceva la differenza. Per entrare a lavorare negli uffici pubblici o nella Chiesa cattolica si doveva dimostrare documenti alla mano di appartenere alla categoria dei cristiani vecchi, cioè avere una ‘purezza religiosa’ di almeno dieci generazioni … i nazisti non hanno inventato niente, hanno dovuto soltanto accostarsi alle indicazioni ecclesiastiche scritte nel XIII secolo ed ancora adottate nella Spagna di Francisco Franco e del suo consigliori religioso Josemaría Escrivá de Balaguer , il fondatore dell’Opus dei santificato di recente.
– Qui molte donne, che appartengono alla borghesia cusqueña, portano al collo la medaglietta con l’effige di Balaguer , l’amico di Woytjla che era amico di Pinochet che era amico de Videla che era amico di Nixon che era amico …-
La storia racconta che dopo la reconquista ad arabi ed ebrei vennero appioppate definizioni dispregiative: marranos per gli ebrei e moriscos per i mussulmani. Anche quando essi, per non farsi uccidere, accettarono di convertirsi al cristianesimo, divenendo conversos , continuarono ad essere dei cittadini di serie B: furono anche obbligati dalla Santa inquisizione a portare come segno di riconoscimento un panno colorato, arancione per i moriscos e giallo per i marranos … come dicevo i nazisti non hanno inventato niente, hanno solo plagiato la Chiesa cattolica … che però stranamente non ha chiesto i diritti d’autore.
Sono tornato sui miei passi appesantito dal barocco coloniale incombente per avvertire la guida che sarei tornato in albergo. Ho salutato tutti (anche il milanese precisino) e dopo aver rivisto le statue gigantesche della Maria dolientes y Reìna de la tierra (come Pachiamama uguale) e di Santiago matamoros, che strapazza un povero mussulmano, sono uscito all’aria aperta che intanto, essendo mezzogiorno, si è intiepidita … in Italia sono le sei del mattino e lei starà ancora dormendo.
A visitare fortezza megalitica di Sacsayhuamán ci vado un altro giorno. Ho un po’ di fame … sapete che vi dico vado in giro per i bar de Plaza de la Armas … a “matar lo judios”.
Cuzco – Perù – 8 agosto 2014
Continua …
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