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di Giulia De Baudi
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Era da un po’ di tempo che i pseudo scienziati e i loro amplificatori mediatici non uscivano dalla loro tana; e quindi il nostro premio No bel-lo no è rimasto nel nostri cassetti a poltrire.
Quando, tra sconcerto e rassegnazione, il 13 luglio su RepubblicaIT scienze ho letto il titolo dell’articolo di Sara Filocelli Per innamorarsi basta crederci; fingere rafforza il sentimento nella redazione si è levato il sussurrio fatto di battute salaci che precede l’assegnazione del premio per il vincitore prescelto.
Questa volta però, vista la simpatia che lega, soprattutto nei primi paragrafi, la giornalista allo psicologo britannico Richard Wiseman, scopritore della “menzogna dell’innamoramento irrazionale”, si è pensato di darla ad ex equo con la giornalista Filocelli; questo perché non usa il senso critico che ogni essere umano dovrebbe avere. Non se ne può più di questo assenteismo ontologico che vede il pensiero dei giornalisti plasmarsi in un modo assurdo, che fa pensare al film Zelig di Woody Allen, sui pseudo pensieri di questi … gli epiteti li lasciamo ai lettori.
L’articolo parla di alcune ‘teorie scientifiche sull’innamoramento’ scoperte da grandi psicologi che trattano, secondo una consuetudini ormai consolidata, gli esseri umani come topi da laboratorio.
Scrive quella signora che certamente riceverà a breve il premio Pulitzer per il giornalismo d’inchiesta: «L’amore è sincerità, trasparenza. Guardare l’altro negli occhi e vedervi riflessa la propria anima. Parlare senza filtri, comunicare col cuore. L’amore è essere se stessi. Bene: ora che li avete elencati, dimenticate questi luoghi comuni. Perché, secondo il famosissimo psicologo britannico Richard Wiseman, che da vent’anni studia la mente umana e le ragioni più profonde che muovono ogni nostro comportamento, l’amore è qualcos’altro. Qualcosa di molto meno romantico. Precisamente, qualcosa che nasce sulla base di un convincimento razionale».
Vale a dire: “ti vuoi innamorare di un uomo che non ha alcuna attrattiva né fisica ne intellettuale ma che è ricco sfondato?” Non c’è problema, dice la nostra giornalista premiata: «basta crederci e impegnarsi fino in fondo (…) Secondo lo studioso dell’università dell’Hertfordshire, infatti, per innamorarsi è necessario “allenarsi ad esserlo”, ovvero fingere, immedesimarsi nella parte dell’infatuato perso, al punto da diventarlo davvero. Aspettando e recitando pazientemente, questa la tesi di Wiseman, il sentimento diventerà reale.»
D’altronde afferma Sara Zelig/Filocelli «La storia non è nuova: fior di ricerche hanno già dimostrato che chi si sposa con matrimoni combinati o con un partner comunque “suggerito” dalla famiglia, nel lungo periodo si scopre addirittura più innamorato di chi convola a nozze sull’onda del classico colpo di fulmine. Ma il buon Wiseman con la sua ricerca ha fatto un passo ulteriore, testando sulla carne viva dei sentimenti la cosiddetta tecnica dell’ “azione positiva”, che secondo lo studioso sprigionerebbe la propria efficacia non solo con relazioni nuove di zecca ma anche con quelle un po’ vecchiotte, andando a rinfrescare sentimenti sopiti o da sempre poco brillanti. “È come quando sorridi (falsamente N.d.R.)– spiega – : la felicità si impossessa di te a forza di fingere di essere felice”.» (I neretti sono nostri).
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La nostra ‘collega’ ripete esattamente ciò che disse tempo Vittorio Messori, «lo scrittore cattolico più letto al mondo, (all’altro mondo quello dei cattolici N.d.R.), l’unico che può sfoggiare il record di libri interviste ai Papi», in un’intervista apparsa su La Stampa: «Un modo per salvare la famiglia tradizionale? Ritornare ai matrimoni combinati /…) Dichiarare guerra all’amore romantico… Se il matrimonio non è solo un continuo cinguettio emotivo, ma è anche un patto di vita, tanto vale rivalutare la saggezza di un passato nel quale i genitori sceglievano il marito alle ragazze…. Piuttosto che lasciare fare al caso meglio affidarsi all’esperienza di chi ha già vissuto e sa valutare non solo in base all’emotività, ma tiene presenti fattori quali l’età, la solidità e, perché no, il patrimonio…».
Non c’è che dire: un bel patto tra ragione e religione e tutti felici e contenti, tanto per i cattolici, che confondono la vita con la morte, che problema c’è? Che squallore! Dovremmo preparare un bel premio anche per lo squallore: tipo Squallor humanus o qualcosa di simile… non mancherebbero certo i candidati.
Nell’articolo non mancano altre voci come quello della psicoanalista Adelia Lucattini, presidente della SIPSIeS, Società Internazionale di Psichiatria Integrativa e Salutogenesi di Roma. Nell’innamoramento «Tutto dipende dal “nerve growth factor”, il fattore di crescita nervoso scoperto dalla Montalcini, che altro non è che una proteina-segnale che aumenta nel sangue mano a mano che ci si innamora».
Bell’esempio di schizofasia: seguendo la logica, se «Tutto dipende dal “nerve growth factor”» dovrebbe essere l’innamoramento che si intensifica man mano che la proteina-segnale aumenta nel sangue e non il contrario! Bah andiamo avanti.
Ma non è finita qui, insistono: «A studiare per bene il legame tra questa proteina e il re dei sentimenti è stato proprio un team di ricerca italiano, quello guidato da Pierluigi Politi del Centro Interdipartimentale for Research in Molecular Medicine (CIRMC) dell’Università di Pavia, che in tempi non sospetti spiegò che l’amore è proprio solo e soltanto una questione di “chimica”, intesa nel senso più letterale del termine: se il livello di proteina nel sangue sale, scattano le farfalle nello stomaco.»
Se ci fosse qui una persona di genuina e di buon senso direbbe : “Scusate miei signori, ma che li fate a fare ‘sti esperimenti di laboratorio? Ma lo sanno anche i bambini, anzi soprattutto i bambini, che sentimenti ed affetti verso l’altro da sé si sentono con il corpo. Ergo le modificazioni neuronali sono causate ad esempio da un innamoramento e non il contrario. Ma voi ‘signori’ ‘scienziati’ confondete la causa con l’effetto. Ma veramente credete che ci si innamori di una persona perché aumenta il livello di una “proteina/segnale” nel sangue? Ma veramente credete che basta fingere di essere innamorati per modificare a piacimento la nostra rete neuronale che, secondo voi, si lascerà ingannare e ingannerà a sua volta il nerve growth factor che producendo una certa proteina/segnale farà innamorare? Beh se ci credete veramente o siete degli idioti o dei delinquenti che si fanno pagare per fare esperimenti inutili, sottraendo i fondi che potrebbero essere usati molto meglio.”
Questo direbbe una persona di buon senso a questi pseudo scienziati che invertono, come i cattolici fanno con la vita e la morte, la causa con l’effetto.
Due parole anche alla psicanalista Lucattini presente nell’articolo: «L’amore è un processo psichico e generalmente ci innamoriamo o di qualcuno che ci ricorda un familiare o di una persona nella quale riconosciamo noi stessi.»
Beh queste sono semplicemente teorie razziste, formulate da quel razzista che era Freud,che escludono il rapporto fra diversi ma eguali per nascita. (Leggi articolo sullo scambio epistolare fra Freud e Einstein)
In questo indefinibile articolo, l’unica che si salva, anche se non sa rifiutare gli esperimenti di laboratorio sull’innamoramento, è Donatella Marazziti, del dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pisa: «La scienza dimostra che non ci si innamora a comando. Vanno bene gli esperimenti, ma la vita reale è un’altra cosa. Diciamo semmai che sull’argomento c’è ancora molto da scoprire, praticamente tutto. Quindi ben venga qualunque tipo di analisi».
Questo approccio ci sembra quanto meno accettabile il resto è aria fritta degna del nostro premio No bel-lo no. Noi lo diamo alla collega di Repubblica IT, poi ci penserà lei a distribuirlo ai più degni tra gli ‘scienziati’ menzionati nel suo articolo che potete leggere per intero cliccando su questo link http://www.repubblica.it/scienze/2012/07/13/news/per_innamorarsi_basta_crederci_la_finzione_rafforza_il_sentimento-38831663/
Chiediamo una cortesia a Sara Filocelli … se le è possibile lasci stare Picasso … per favore!
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16 luglio 2012
anna schettini
21 Luglio 2012 @ 07:33
appunto schizofasie che diventano pericolosamente per qualcuno verità colate..