• Antigone, Creonte e gli “insepolti” di Castiglione delle Stiviere

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    Giulia De Baudi

    Castiglione delle Stiviere 8 gennaio 2018

    Ho assistito in questi giorni al “dibattito” mediatico – che per quanto ne so si è svolto principalmente sulla Gazzetta di Mantova –  tra la Giunta comunale del Comune di Castiglione, che ha emanato una modifica del regolamento di polizia urbana di Castiglione delle Stiviere, che riguardano l’accattonaggio, e il Movimento NonViolento che giudica tale normativa «illegittima».

     

    Ciò che appare evidente in questa questione è la diversa percezione che i cittadini hanno del fenomeno che ben conosciamo: si avvicina una persona, ti saluta – a me dicono “ei come va amica” –  e con parole o con movimenti inequivocabili chiede “l’elemosina” di qualche spicciolo magari in cambio di un piccolo servizio, come quello di riportare il carrello del supermercato al suo posto per intascarsi l’euro inserito nel marchingegno o quello di indicarti un posto libero nel parcheggio.

    Ecco, nel momento in cui ha inizio questo approccio che è di fatto un rapporto tra due esseri umani che si pongono in una dialettica interumana, scattano differenze percettive anche vistose. Differenze percettive che vanno da un estremo all’altro: in una estremità percettiva c’è chi percepisce questi approcci come una violenza e chiede aiuto alle istituzioni per essere tutelato; in quella diametralmente opposta c’è chi invece vive questi atti come semplici richieste di aiuto alle quali aderire o non aderire.

     

    Con un po’ di buon senso escluderei che i “richiedenti” chiedano qualche spicciolo rivolgendosi in modo differente agli “utenti”. E quindi non mi rimane altro che pensare a una diversa percezione di un atto identico.

    Come curiosa ricercatrice dell’animo umano, non posso che pormi delle domande: Qual è la percezione vera e giusta? Che accade nella mente di chi percepisce come violenti questi approcci e perché? Che accade nella mente di chi percepisce come semplici richieste di aiuto questi approcci e perché?

     

    I problemi non iniziano certamente quando un individuo consapevole e certo dell’eguaglianza primaria degli esseri umani, con idee chiare sulla libertà responsabile e ricco di umanità, aliena nell’altro da sé la propria e originale “visione del mondo”.  No.

    I problemi iniziano quando, per esempio, un essere umano ha delle idee “non corrette” sulla realtà umana dell’altro da sé che lo portano a temerlo e quindi a odiarlo.  Se, per esempio, l’essere umano  in questione pensa che l’altro da sé – che non riconosce come un uguale a sé perché non appartiene al proprio milieu culturale e sociale – sia sostanzialmente aggressivo.

     

    I motivi psicologici che determinano una diversa percezione della realtà umana dello stesso individuo richiedente – che si propone nello stesso identico modo – sono da ricercare ovviamente nei vissuti affettivi pregressi dell’utente sollecitato.

     

    Di fatto le due differenti visioni della realtà dell’essere umano riecheggiano negli articoli della Gazzetta di Mantova in cui ognuno dei contendenti, nelle forme ad essi più congeniali, assumono su di sé le istanze che provengono da una diversa visione dello stesso identico “oggetto”.

    … io allucino due entità tragiche – Creonte e Antigone – mentre discutono animatamente nella piazza principale di Castiglione delle Stiviere contendendosi la sorte degli ultimi insepolti senza nome scampati dalle fauci di Scilla e Cariddi: il primo, forte della legge emanata legittimamente per la bisogna, rivendica la propria autorità. Lo fa dice per difendere i cittadini tebani  messi a «disagio» da chi li spaventa, indicando coloro che imbevuti di «malafede o – di –  furore ideologico», cercano di neutralizzare i suoi proclami  stando «seduti ai tavolini dei bar del centro».

     

    La seconda, Antigone rivendica … no dovrebbe rivendicare… ma vedo  che non ha capito, forse si è perduta nei gorghi di quell’«amore-distacco – che – passa attraverso la distruzione dell’io,»  ovvero quella perdita del corpo che svuota di senso affetti, passioni, desiderio… Antigone non dovrebbe rivendicare anch’essa le leggi dello Stato che come ben si sa possono anche essere interpretate a piacimento … no dovrebbe rivendicare le leggi ferme e immutabili dell’umano e rivolgersi a Creonte con i versi immortali di Sofocle: «Ma per me non fu Zeus a proclamare questo divieto né  Dike che dimora con gli dei sotterranei. Non essi queste leggi fissarono per gli uomini. E non pensavo che i tuoi decreti avessero tanta forza che un uomo potesse trasgredire le leggi non scritte e incrollabili degli dei. Non soltanto da oggi né da ieri ma da sempre esse vivono, da sempre: nessuno sa da quando.»

     

    …leggo dalla Gazzetta di Mantova «Accattonaggio molesto che infastidisce, e in alcuni casi spaventa. (…) Dentro all’Eurospin il personale è piuttosto arrabbiato perché i clienti si lamentano. Hanno paura, soprattutto le signore anziane che quando escono si dirigono alla macchina il più in fretta possibile, per evitare di essere importunate dall’insistenza di questi ragazzi.» e  mi domando come mai io non ho mai avuto paura. Mi domando anche se la percezione che rende il “richiedente” pericoloso sia indotta anche da articoli come questo e quanto. Mi domando se l’articolo sia scritto dalla giornalista Martina Bassi dopo un proprio vissuto in cui ha avuto timore o in cui si è sentita particolarmente infastidita. Lei scrive l’articolo usando il neutro … e quindi non ho risposte.

    Penso allora che forse il disagio nasce dal senso di colpa che a volte prende anche me. Il senso di colpa perché so che facendo l’elemosina inchiodo al suo destino di non realizzazione umana un essere umano … perché so anche che se non faccio l’elemosina nego la realtà storica, sociale, economica e umana di questi individui che hanno alle spalle una storia che non può essere equiparata con la mia. Che fare? Io mi regolo da ciò che sento… da ciò che intravedo nello sguardo di quel ragazzo… in quell’istante… domani forse sarà diverso … il movimento della mente è sempre istantaneo, è un giudizio che attraversa un’immagine …  io devo solo muovere o non muovere un arto, le dita di una mano… muovere la testa per un no o per un sì… tutto è già accaduto dentro di me …Antigone ha le proprie leggi inviolabili

     

     

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