• Scoperte nei Panama Papers le finanziarie attraverso le quali vennero riciclati i beni sottratti ai desaparecidos ancora in mano ai loro assassini… Camerun e amici del quartierino stanno in buona compagnia

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    di GianCarlo Zanon

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    Ognuno rivela la propria ribellione in una o più forme. Io scrivo. Scrivo quando mi indigno, quando provo orrore per qualcosa di inumano, quando sento un oppressione. Scrivo anche quando ciò che vedo, leggo e odo non mi piace … la chiamano critica. Io ad esempio, non sopporto più le copertine di Left in cui da settimane campeggiano i disegni di satira politica del disegnatore Vauro. Non è per i contenuti della satira,  che ovviamente condivido, ma per la forma in cui questi contenuti vengono espressi e anche per la ripetitività che, come l’abitudine, appiattisce … e rompe anche i coglioni. Vauro mi scuserà ma è a causa di “una sorte di intolleranza quasi organica, che si prova o non si prova” che faccio questa critica.

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    Oggi sono andato ancora una volta a leggere il periodico argentino Pagina12 e ho trovato un articolo di Alejandra Dandan dal titolo Las offshores de la ESMA – Las empresas con las que lavaron el robo de bienes a los desaparecidos. (leggi qui) L’articolo è corredato da foto di documenti.

    La giornalista narra del modo in cui i beni razziati (appartamenti, denaro, terre) alle persone sequestrate, torturate, uccise e fatte scomparire, finivano nelle mani dei loro assassini per poi essere tradotti in denaro, quindi riciclati e infine dirottati nei conti offshores di Panama.

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    Scrive  Alejandra Dandan in apertura dell’articolo:

    «Tutte le immobiliari, le finanziarie, gli imprenditori di contratti a rischio e servizi finanziari fanno parte della rete di aziende che include nomi come Egea, Vildoza e Cavallo. Questo è ciò che scoprì la UIF (Unidad de Información Financiera N.d.R.) prima che la politica di Macri bloccasse le indagini.
    Le investigazioni sui Panama Papers hanno riacceso un capitolo sul bottino saccheggiato ai desaparecidos dell’ESMA (Escuela Mecánica de la Armada) . Gli archivi aperti al pubblico consultati da questo giornale, mostrano società offshores ancora attive a nome dei membri del Grupo de Tareas de la ESMA, a nome di loro fratelli e di civili associati alla Marina militare. Ci sono registri a Panama, Miami e Sud Africa a nome di Ricardo Miguel Cavallo e Norma Radice, sorella di Jorge Radice, il marinaio contabile dell’ESMA indagato per furto di beni in Argentina.
    (…) »

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    Segue un lungo elenco di persone implicate in questa vicenda. Tutte queste investigazioni sono state bloccate dalle nuove leggi di Mauricio Macri il presidente argentino che, come Camerun e altri potenti della terra, aveva conti privati e non dichiarati nei paradisi fiscali. Le nuove norme volute dal presidente argentino hanno fermato le investigazioni sui bottini sottratti ai desaparecidos dai torturatori argentini e dirottati nei conti offshores. Inoltre l’articolo parla anche del modo in cui, fin dal 1966, questi conti offshores, dove confluiva denaro dagli USA, venissero utilizzati per finanziare e sostenere i militari genocidi di tutto il Cono Sur  americano.

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    Tutto ciò dimostra che il denaro individuato attraverso i Panama Papers è sempre servito, e ancora serve, per finanziare crimini che vanno dal traffico della droga, al commercio di armi, al genocidio. Camerun e i suoi soci sono in buona compagnia.

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    Mi chiedo come farebbe l’onnipresente Vauro a rappresentare con la sua “solita sensibilità intellettuale” questa vicenda …

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    Leggi qui tutto l’articolo.

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