–
29 giugno 2017 – Pell, il prefetto degli Affari economici del Vaticano, accusato anche di stupro
.
Come emerge da Bishop-accountability, anche il cardinale Bergoglio, come il cardinale Law e il vescovo Pell, ha cercato di sottrarre alla giustizia preti pedofili…
–
di Gian Carlo Zanon
–
Due elementi paralleli a mio giudizio danno al film Spotlight di Tom McCarthy, la giusta cifra filmica: il fatto, sottolineato nella pellicola, che il direttore del Boston Globe che dà il via all’inchiesta, essendo ebreo è un outsider, e che l’inchiesta non è portata avanti per denunciare un singolo criminale pedofilo ma per smantellare l’intero sistema criminale e criminogeno.
–
In Spotlight ci sono molti passaggi in cui l’invisibilità del sistema che avvolge tutta la società bostoniana traspare. Traspare dalla prima scena in cui si vede il prete pedofilo che esce baldanzoso al fianco del vescovo dalla centrale di polizia dove era stato fermato per una denuncia di pedofilia, fino al momento in cui l’amico del capo-reporter, che sta indagando sulla pedofilia ecclesiastica bostoniana, cerca di convincerlo, anche con velate minacce, di insabbiare l’inchiesta.
–
Il film ci dice che finché esisterà questo sistema, che ingloba tutta la società, questo orrore non avrà mai fine. Ci dice anche che solo esseri umani «non nati da ventre di donna» cioè coloro che per identità umana rifiutano e si oppongono al sistema, saranno in grado di sradicare le metastasi della pedofilia in generale e della pedofilia ecclesiastica in particolare.
Uno di questi è Federico Tulli autore di due libri che denunciano con documenti alla mano la gerarchia ecclesiastica da sempre sodali e protettori dei criminali in tonaca e in clergyman (leggi qui le nostre recensioni sui libri di Tulli).
–
Mentre si svolgeva la notte degli Oscar dove Spotlight vinceva due statuette, per il miglior film e per la miglior sceneggiatura originale, il cardinale Bernard Law, che come si vede nella pellicola, protesse i preti pedofili permettendo il dilagare delle violenze sui minori, dormiva sonni tranquilli nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma dove attualmente svolge le funzioni di arciprete emerito della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Law nascose una miriade di abusi sessuali commessi su centinaia di minori da parte di circa 80 preti dell’arcidiocesi di Boston ma la Chiesa gli ha riservato la stessa sorte di Ratzinger : anche lui è diventato un emerito … eppure Bernard Law è colpevole di complicità e per causa sua migliaia di bambini sono stati abusati.
–
Come fa notare Il manifesto, (leggi qui) sempre mentre si svolgeva la notte degli Oscar, per una singolare coincidenza, «il cardinale australiano conservatore George Pell, potente prefetto della Segreteria per l’economia, nominato da papa Francesco, ha testimoniato in videoconferenza, dall’hotel Quirinale di Roma (…) di fronte alla Commissione governativa australiana che da quasi tre anni indaga sugli abusi sui minori commessi anche da preti e religiosi.»
L’ex vescovo australiano ora incaricato non è accusato dalla magistratura del suo paese di aver commesso abusi ma di non aver, come Law, denunciato i preti pedofili lasciandoli così liberi di continuare a compiere abusi.
–
Oggi Pell ha fatto carriera ed è cardinale e ha sempre respinto queste accuse ma, scrive Il Manifesto, ha dichiarato alla Royal commission che la Chiesa cattolica «ha commesso enormi errori, ha causato gravi danni in molti luoghi, ha deluso i fedeli, ma sta lavorando per rimediare». Poi ha aggiunto che la Chiesa era «fortemente propensa» ad accettare le smentite e le giustificazioni dei preti che venivano accusati dalle vittime. Si trattava quindi in primo luogo di «proteggere dalla vergogna l’istituzione, la comunità della Chiesa» E i minori violentati? Neppure una parola, non li si nomina, essi sono definiti non come esseri indifesi violati ma come «enormi errori».
–
Il manifesto scrive anche che «ieri mattina Pell è stato ricevuto in udienza (già programmata) da papa Francesco» Non capisco perché il giornale metta in evidenza il fatto che l’udienza fosse “già programmata” visto che anche l’udienza Royal commission era stata senza dubbio “già programmata”. Interpreto che forse Bergoglio, sempre per «proteggere dalla vergogna l’istituzione, la comunità della Chiesa» voleva sentire da Pell come fosse andata la prima udienza, e magari voleva anche consigliare al suo cardinale cosa fosse meglio dire e non dire nelle prossime udienze.
–
Ma queste sono solo interpretazioni soggettive. Interpretazioni soggettive dettate dal fatto che ho letto quanto emerge su Jorge Mario Bergoglio dall’indagine di Bishop-accountability , in cui si dice che l’ex vescovo argentino ha una larga esperienza su un tema che potrei chiamare “come proteggere i preti pedofili e sottrarli alla giustizia civile”.
–
Bishop Accountability – Documenting the Abuse Crisis in the Roman Catholic Church è un archivio pubblico in cui sono raccolti una quantità enorme di dati e di fonti documentarie sugli abusi dei minori da parte dei clerici in tutto il mondo. È corredato di articoli apparsi su casi di pedofilia clericale e di link che permettono di entrare negli archivi a disposizione del pubblico, tra cui quello dell’Arcivescovado di Buenos Aires. http://www.arzbaires.org.ar/inicio/homiliasbergoglio.html
–
Lo spazio riservato all’Argentina si apre con questo titolo Pope Francis and Clergy Sexual Abuse in Argentina – Including a Database of Publicly Accused Argentine Clerics (Il papa Francesco e gli abusi sessuali del clero in Argentina – Include una banca dati che si riferisce ai clerici argentini denunciati). Il testi sono disponibili sia in inglese (qui) che in spagnolo (qui).
–
Il testo che segue è invece una circonstanziata denuncia contro l’allora arcivescovo di Buenos Aires J. M. Bergoglio (1998 – 2013) nonché Presidente della Conferencia Episcopal Argentina dal 2005 al 2011: «Egli – si legge nella denuncia di Bishop Accountability – non rese noto nessun documento, non menzionò né i nomi né la quantità degli imputati, non diede nessun tipo di istruzione sul modo di affrontare il problema e non chiese mai perdono alle vittime».
–
Ma non ci fu solo l’annullamento totale di quanto accadeva nelle parrocchie argentine, Bergoglio, secondo quanto scrive Bishop Accountability, intervenne fattivamente per proteggere alcuni preti denunciati per pedofilia ed esattamente: p. Carlos Maria Gauna, p. Julio César Grassi, p. Rubén Pardo, p. Fernando Enrique Picciochi e p. Mario Napoleon Sasso.
–
Traduco parzialmente dallo spagnolo quanto scritto su Bishop Accountability a proposito della protezione fornita da Bergoglio a p. Julio César Grassi
–
«Padre Julio César Grassi – Grassi fu condannato per aver abusato sessualmente di un bambino che viveva nella casa di accoglienza (Hogar) che Grassi aveva fondato, dedicato alla riabilitazione di bambini abbandonati. Bergoglio commissionò uno studio segreto il cui oggetto era quello di convincere i magistrati della Corte di Buenos Aires dell’innocenza di Grassi.
Si pensa che l’ intervento di Bergoglio sia una delle ragioni per la quale Grassi restò in libertà per quattro anni dopo la sua condanna.. Finalmente fu incarcerato nel settembre del 2013.»
–
Segue la “cronologia del caso Grassi” con tutti le fonti documentarie a lato. (qui)
–
Cronologia del caso di padre Julio César Grassi, ottenuta dall’informazione mediatica, da documenti legali e informazione giuridica
–
Julio César Grassi (…) nel 1993 fondò la Fundación Felices los Niños, con il fine di riabilitare bimbi abbandonati (niños de la calle). (…) la fondazione ospitava 6.300 bambini in 17 case di accoglienza sparse in tutto il paese dal 1993 al 2002.
Il 29 novembre del 2000, una denuncia anonima inviata al Tribunal de Menores de Morón, accusò Grassi di corruzione di minori. La causa rimase inattiva fino al 23 ottobre del 2002, quando Telenoche Investiga, del Canal 13 de Argentina, trasmise un programma in cui si denunciò Grassi di avere abusato sessualmente cinque bambini dagli 11 ai 17 anni di età. Il programma incluse una intervista con un giovane che, col viso oscurato, affermò che Grassi gli aveva praticato sesso orale quando aveva quindici anni. Dopo pochi giorni incarcerarono Grassi e gli imputarono 17 casi di abuso contro tre bambini di 9, 13 y 17 anni. (…)
–
Nel novembre del 2002, la Comisión Ejecutiva de la Conferencia Episcopal Argentina emise un comunicato in cui si denunciava una “campagna” atta a “sfregiare l’immagine della Chiesa cattolica e fare in modo che l’istituzione perdesse “la fiducia che gli riconosce la società”. (…)
–
Il padre Grassi e il cardinale Bergoglio
–
Durante tutto il processo penale Grassi sostenne che veniva appoggiato da molto vescovi , specialmente dal cardinal Bergoglio, “ mai – disse – [Bergoglio], mi lasciò la mano, è sempre al mio fianco come sempre”. (…) nel 2006 la rivista Veintitrés intervistò Bergoglio, il quale disse che “la Giustizia detterà ” l’innocenza di Grassi “nonostante l’esistenza di una campagna per pregiudicarlo”. (…)
–
A quanto ci risulta, nel settembre del 2008, Horacio Benites Astoul, un vescovo ausiliario di Buenos Aires, notificò alle autorità il suicidio di un giovane che aveva sofferto l’abuso sessuale da parte di una altro giovane nella casa famiglia Hogar San José Obrero de la Fundación. (…)
Nell’aprile del 2009, il giudice del processo civile dispose il trasferimento dei minori in un luogo più sicuro. Quando una suora e altri impiegati del Hogar ostacolarono il trasferimento alla polizia, il giudice decise che l’arcivescovado si facesse carico della custodia dei minori. Nel maggio del 2009, il cardinale Bergoglio emise un comunicato con cui difese la misura che l’arcivescovado aveva effettuato nel Hogar. (…)
–
Dopo la condanna di grassi Grassi nel giugno del 2009, Bergoglio ordinò in secreto un esteso studio critico dell’istruzione del processo di Grassi e dei tre querelanti originali. (…) Bergoglio chiese lo studio del caso a Marcelo Sancinetti, un giurista di alto profilo, che iniziò una investigazione privata per realizzarlo.
Il libro che risultò dalla investigazione affermava energicamente l’innocenza di Grassi. A quanto risulta il libro fu fatto arrivare ai magistrati che ancora non si erano pronunciati sull’appello presentato dalla difesa di Grassi. (…)
–
La contro investigazione, ordinata dai vescovi, (…) la rivelò Juan Pablo Gallego, l’avvocato del Comité de Seguimiento de las Convenciones Internacionales de los Derechos del Niño. Gallego qualificò lo studio come una “scandalosa azione di lobby e di pressione sulla Giustizia”, e denunciò i vescovi per voler “intorpidire ancor più un processo nel quale scandalosamente Grassi è mantenuto in una impensabile situazione di libertà”.
(…)
Conclusione
–
Concludo dicendo che solo nei paesi in cui la Chiesa cattolica non è a capo del sistema, come America e Australia, i casi di pedofilia vengono perseguiti e condannati. Anche in questi paesi però i gerarchi cattolici che hanno protetto i preti pedofili non hanno mai subito nessuna condanna alla reclusione. Ciò significa che la filiera dell’abuso funziona ancora ed è ancora inattaccabile.
Negli altri paesi, come Argentina, Brasile ecc. come potrete vedere scorrendo le pagine di Bishop Accountability, la musica cambia perché cambiano i suonatori.
–
I gerarchi cattolici Law, Pell, Bergoglio, per “proteggere dalla vergogna l’istituzione, la comunità della Chiesa” hanno cercato di proteggere i loro preti e hanno abbandonato al loro destino i bambini abusati … poi Bergoglio è diventato Francesco e ora fiumi di parole dicono che lui vuol cambiare la Chiesa … sarà, ma mi dico: se Bergoglio ha protetto i pedofili del suo paese come hanno fatto Law e di Pell non vedo perché debba essere trattato in modo diverso, la giustizia è uguale per tutti, o no?
–
Postato il 2 marzo 2016 – h. 18.09
–
per la Home Bishop Accountability clicca qui
–