• Il bambino-bestia che va ammaestrato: le violenze sui bambini negli asili nido di Pisa e Modena hanno una legittimazione culturale

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    di Jeanne Pucelli

    Da qualche tempo, anche grazie alla facilità con qui si possono nascondere telecamere o registratori all’interno degli edifici adibiti ad asili nido, alcune maestre che maltrattavano i bambini sono state denunciate e arrestate. I casi si ripetono con frequenza. Negli ultimi cinque giorni a Pisa e a Pavullo nel Frignano, comune dell’Appennino modenese, due di questi casi si sono conclusi con l’incriminazione delle insegnanti.
    In entrambi i casi i piccoli da uno a tre anni venivano picchiati, insultati, terrorizzati, minacciati da due educatrici over cinquanta. Le colleghe naturalmente non hanno mai visto né udito nulla di tanto grave da denunciare.

    Questi sono dati che attingo dai giornali che si sono premurati anche di diffondere online i video delle violenze.
    Si potrebbe liquidare il tutto trattando i comportamenti delle due insegnati come casi di cronaca. Se ci si fermasse a questo livello le due signore in questione rientrerebbero nella categoria della cattiveria fine a se stessa e esse altro non sarebbero che due casi di anomalia della specie umana da punire severamente e da bandire dalla società civile.
    Ma io so, e so lo so io lo sapete anche voi, che i bambini vengono da sempre offesi, umiliati, picchiati, terrorizzati, soprattutto tra quelle le mura domestiche che dovrebbero proteggerli e che invece sono i luoghi deputati dove si svolgono i drammi dell’infanzia. Non sempre ma troppo spesso.

    A questo punto sarebbe opportuno domandarsi perché c’è tutta questa violenza sui bambini. E infatti io me lo sono chiesta.
    Le due insegnanti, dicono le cronache, usavano la violenza verbale e materiale per indurre i piccoli alla cieca obbedienza. I ragazzini venivano trattati come animali da addomesticare. Le percosse e gli insulti non erano gratuiti, ci mancherebbe! servivano per governare le classi nei modi e nei tempi graditi all’educatrice. I bambini venivano forzati a mangiare, dovevano andare al bagno non seguendo i propri tempi fisiologici ma i tempi stabiliti dalla maestra, dovevano muoversi nei modi e nei tempi imposti loro, dovevano aver un comportamento che andasse bene alle due donne, ecc. ecc. altrimenti arrivano botte, insulti e minacce per punire e per terrorizzare.

    Siamo tutti d’accordo, spero, che i bambini non vadano mai picchiati, né umiliati, né puniti. Anche con i bambini deve esserci la stessa dialettica che intercorre tra due adulti: nessuno si sognerebbe mai di picchiare un adulto se non vuole mangiare, se non vuole andare a letto, se vuole andare al bagno prima della pausa pranzo, se non vuole correre.
    Allora, mi chiedo, perché lo si fa con i bambini? Perché in fondo in fondo, lo ha detto anche il papa, i bambini si possono picchiare?
    «Una volta – disse Bergoglio – ho sentito in una riunione di matrimonio un papà dire: “A volte devo picchiare un po’ i figli, ma mai in faccia per non avvilirli”. Che bello, ha senso della dignità. Deve punire, lo fa il giusto, e va avanti». Già “che bello” !!!

    Le due insegnati che picchiavano i bambini di non più di tre anni, sono cresciute in questa brodaglia culturale in cui i bambini sono percepiti come animali da addomesticare. E quindi li si picchia un po’ i figli, ma non in faccia per non avvilirli, col bene placido del papa; li si insulta dichiarando che un bambino non battezzato non è uguale a un bambino battezzato, come ha detto Francesco (leggi qui) ; si terrorizzano parlando del diavolo e dell’inferno come se fossero minacce autentiche (leggi qui e qui) come ha fatto Bergoglio. Il tutto ovviamente a fin di bene … “che bello”!!!

    D’altronde, come ci hanno spiegato due maître à penser che scrivono su Repubblica, Massimo Recalcati e Eugenio Scalfari, il bambino è per definizione un polimorfo perverso. Un mostro con una «spinta cieca della vita alla propria autoaffermazione» costi quel che costi anche la morte del genitore. Secondo questo pensiero, il bambino nasce con un peccato originale ed ha «una anestesia affettiva» congenita perché scrive Recalcati «l’essere umano non nasce predisposto all’altruismo, ma, casomai, al culto di se stesso» e quindi va domato.


    «La bontà dei bambini non esiste. – scriveva qualche anno fa il vate del giornalismo Eugenio Scalfari – La predominante necessità d’ogni bambino è quella di conquistare il suo territorio, attirare su di sé l’attenzione di tutti, vincere tutte le gare, appropriarsi di tutto ciò che desidera. Togliendolo agli altri. Vincendo sugli altri. Sottomettendo gli altri. Questo è l’istinto primordiale, innato, esclusivo. E spetta a chi li educa insegnare a contenere l’istinto primordiale, a rispettare gli altri, la roba degli altri e addirittura a condividere la propria con gli altri. Questa disponibilità non è affatto innata ma indotta. Dalla cultura, dall’ insegnamento degli adulti» “che bello” !!!

    Quindi se Bergoglio, Recalcati e Scalfari la pensano in questo modo, avrebbero ragione coloro che ammaestrano i bambini di due e tre anni anche con le punizioni corporali. Animali come quelli descritti da Recalcati e da Scalfari vanno domati dalla religione che terrorizza e dalla ragione che culturizza … e se proprio proprio non vogliono sentire ragioni .. beh allora è necessario picchiarli un po’, ma non in faccia per non avvilirli. “che bello” !!!

    5 febbraio 2016

    © Jeanne Pucelli – Riproduzione vietata

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