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Tu, seduto accanto a me
varchi il tempo delle parole immobili, in fila,
col passo di un giaguaro che attende
–
Il mondo circostante resiste, quasi non fosse,
al passaggio dell’onda gigante,
che si è fatta grossa nel tuo muto andare,
nella strada tra le rocce.
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La tua mano era l’onda e noi due il mare,
la mia pelle livellata si fa come il mattino
e tu, ragazzo innamorato,
leone calmo.
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Punta dell’onda altisonante,
dell’ago dell’istrice.
Gentiluomo,
gola ruggente.
–
Velluto,
nervo,
ballerino,
salto,
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mezzogiorno.
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Valerio
5 Dicembre 2016 @ 16:07
…heee…