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A cura di J.P.
C’è stata fornita da uno studente di un liceo fiorentino, la registrazione di un colloquio avvenuto via Skype (quindi a viva voce) tra la preside dell’istituto frequentato dal ragazzo e un non ben identificato individuo che, da quanto si evince dalla telefonata, svolge l’attività di preside in una scuola media superiore. Ne abbiamo sbobinato una parte che vi proponiamo e riveduta e corretta.
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I nomi dei due presidi, scelti dalla curatrice dell’articolo, sono naturalmente di fantasia e ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Super Presidi senza macchia e senza paura alla riscossa
Iole Buca : Oh Lapo chessidice , sò io la Iole; maremma cristiana, l’è un po’ che non ci si sente.
Lapo Tanghe: Ciao Iole, ma che bella sorpresa Iole mia. Stavo qui a guardare i risultati delle elezione pella “bona scuola” e mi sembra che stavolta l’è la volta bona.
Iole Buca : Beh insomma, ma non hai letto che non potremo assumere né amici né parenti? E io c’ho il Piero, quel bischero de mio cugino, che son du anni che rompe cojoni per un posto nella mi scola. E ora che gli dico? Prima ti dicono che c’è la “chiamata diretta degli insegnanti” poi, maremma dirigente scolastico, ti dicono che non po’ fà lochettipare!!!!
L.T.: Ma Iole, ecchesono ‘ste ugge? Allora non ha capito che piattino c’ha preparato il “lampredotto”?(1) Il nostro sindaco sembra un grullo ma sa dare le paste (2) a tutti quanti l’altri bischeri. Tu non pole assumere quel gonzo di tuo cugino? E qual è il problema? Te lo assumo io e tu mi assumi una signorina amica mia che devo sistemare prima che mia moglie si accorga dei soldi che gli passo ogni mese, maremma scadenza. Ha capito Iole? Stai tranquilla, non cercar un cece in domo (3). Tanto siamo anche vicini, tre quattro fermate di tramvia. Ma secondo te perché i professori continuano a smoccolare? L’è perché hanno capito subito che sò belli e fregati, ‘sti quattro tangheri.
I.B.: Grazie Lapo, c’hai proprio ragione. Anzi sai mó che faccio? Vado subito da quel candelaio del vescovo, che s’è fatto un mio studente che m’ha raccontato tutto – gli ho detto che il vescovo è come dio, e se dio te se inchiappetta che fai? Lo denunci ai carabinieri? – e quindi gli ho salvato il “come si dice” e quindi mi deve liberare un paio di posti. Facesse come gli pare, maremma pederasta: può dire che hanno tolto il crocifisso dalle aule o che la moglie non ha voluto portare il il suo abortino al cimitero dei feti costruito apposta dal lampredotto per le anime di quelle povere creaturine sante … insomma come lui s’è fatto i ragazzi miei lui mi facesse assumere, come è ormai mio diritto, i parenti miei. Casomai poi facciamo cambio … che ne dici Lapo? ce la fai a buttare in Arno due o tre babbuini della tu scola?
L.T.: Ma sì, ma sì , in qualche maniera si fa maremma rottamata! Questo è il momento buono per cacciare un po’ de sti rompicoglioni che a dar retta a loro un si fa mai giorno maremma vampira!
Il Renzi sta facendo tutto novo. L’è così novo che l’altro giorno si è guardato allo specchio e ha detto: “ma tu chi cazzo sei?” Bona questa, e Iole?
I.B.: Nom mi far ridere che mi si si scioglie il rimmel, maremma mascara! E ce l’ho pure io un paio di bischeri da sistemare per le feste. Essì , l’è forte il Renzi, tutto su babbo, maremma parentopoli! Pinocchio a lui gli fa na sega. Hai letto i girnali? scuola trasparente, card per aggiornamento prof, school bonus, fondo ad hoc per valorizzare docenti, persino verifiche su controsoffitti, da morir dal ridere … io chiamo Nicolò , il fratello di mio marito che c’ha un aziendina edile … detto tra noi Nico ha fatto più danni lui che la Fornero, maremma esodata.
E c’ha pure na fortuna forsennata sto sputacchione di Renzi: l’amico ex cavaliere con il capello alla Big Jim sta alla frutta, maremma fruttarola. Vabbè ti lascio, devo andare dall’estetista sennò mio marito chiama n’altra volta lo zoo, maremma pelosa.
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20 maggio 2015
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Note
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(1)Pare, ma non ne sono sicura) che “lampredotto” sia un epiteto/soprannome riferito a Renzi. Il lampredotto è un piatto fiorentino a base di uno dei quattro stomaci dei bovini, l’abomaso, detto localmente lampredotto. Il lampredotto è un tipico piatto povero della cucina fiorentina, tutt’oggi molto diffuso in città grazie alla presenza di numerosi chioschi dei così detti lampredottai, ovvero i venditori di lampredotto[2] dislocati in diverse zone della città.
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(2)Dare le paste: Stravincere, stracciare gli altri concorrenti con tanto anticipo da avere il tempo di cuocere una pastasciutta.
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(3) Cercare un cece in domo: sinonimo di “stare a guardar il capello” essere pignoli
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