• L’attacco ai porti vegani è iniziato: le astronavi intergalattiche degli scafisti vegani verranno intercettate sul pianeta Vega o al largo di Orione e distrutte

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    Dal nostro corrispondente spaziale Juan Parrilla de Cordero

    Carnivori e onnivori italiani potete tirare un sospiro di sollievo: domani all’alba, ore 06,20 locali, le astronavi Brasato e Arista colpiranno, con le loro bombe intelligenti, gli scafisti vegani che ogni giorno trasbordano sui nostri territori turbe di vegani pronti alla guerra santa contro gli onnivori italiani.

    Il dado Knorr è tratto, è il caso di dire. I vegani ormai da anni condizionano la nostra vita disprezzando la nostra cultura alimentare fatta di salsicce e spuntature di maiale. Hanno occupato da tempo interi quartieri delle nostre città con i loro ristoranti macrobiotici e i loro supermercati vegetariani, divenuti ormai veri e propri centri di terrorismo dietetico. Le loro gelaterie dove il latte delle nostre gloriose mucche viene sostituito nonsisabenedachecosa hanno ornai sostituito i baldanzosi camioncini in cui garriva la bandiera coi simboli suini.

     

    Ma ormai da tempo anche per la Farnesina le cose erano chiare: il ministro per gli affari intergalattici Fiorentina lo ha detto chiaramente; bisogna distruggere le astronavi «prima che siano usate dai trafficanti di tofu e di alghe» e per farlo non si bombarderanno i barconi interstellari né dallo spazio né dai pianeti limitrofi, né ci sarà una “occupazione” del suolo vegano, opzione peraltro fortemente rifiutata dei governi di Marte e Nettuno hanno espresso chiaramente il loro parere negativo.

    Il comandante della flotta interstellare Nato, Simmenthal, nella conferenza stampa andata in onda urbi et orbi et universus omnivorum, specifica che è stato fatto “un enorme lavoro di intelligence teso a individuare i trafficanti di cibo e personale addestrato che quotidianamente si insedia in ogni luogo del pianeta con la fisiognomica del disgusto per i terrestri che ancora conservano la loro caratteristica di onnivori. Gli scafi spaziali dei trafficanti vegani che non verranno distrutti negli aeroporti del Pianeta Vega saranno confiscati e dati alle fiamme al largo di Orione.” Poi polemicamente ha continuato “Alla deputata di Forza Vega Brambilla di fede filo-coniglesca – che subirà un processo per alto tradimento per aver protetto dalle nostre casseruole, proponendo leggi eversive e condanne per i consumatori di questi succulenti animali da pasto – è stato, in via precauzionale , ritirato il passaporto intergalattico”.

     

    Dopo aver aspettato il via del presidente dell’Onu Bread von Bacon ansioso, anche per motivi strettamente personali, di porre fine all’invasione vegana, le astronavi della Nato, sono partite per porre fine al contagio dei clandestini vegani e alla loro jihad fondamentalista che stava minando la salute fisica e psichica degli abitanti del pianeta terra.

     

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    Ormai da anni i clandestini vegani giravano indisturbati sul nostro pianeta. Avevano fondato un loro partito (Vegan) e anche una loro chiesa (Discepoli del cetriolo risorto) e, come accadeva in passato con i Seguaci di Geova, i mistici del “questo non si mangia” portavano porta a porta il loro credo e le loro pietanze. Li si incontrava ormai dappertutto: al ristorante occhieggiavano le nostre bistecche al sangue con aria da sufficienza e commenti ironici che palesavano il profondo disprezzo per il “diverso”; avevano conquistato face book e gli altri social net work perseguitando, con una sordida caccia al carnivoro, i pochi resistenti che ancora osavano confessare in rete la vera natura della loro dieta calorica. Ormai spuntavano da ogni angolo e te li ritrovai in ufficio, in palestra, persino a lezione di tango argentino dove i maestri porteños, che non avevano voluto rinunciare alla parillada e al bife de chorizo, erano stati costretti all’esilio nelle pampas.

     

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    Loro, i vegani, erano ormai ovunque e, con le loro facce esangui, gli occhi febbricitanti, con la fisiognomica del volto che diceva “sei un essere inferiore”, evidenziavano la mistica vegana che tende a negare le istanze del palato. Una mistica che ricorda molto l’atarassia praticata dai bramini indù concentrata sulla rimozione del dato corporeo.

     

     

    Il partito della Lzp (Lega dello zampone padano) aveva avvertito del subdolo pericolo che minava inesorabilmente almeno tre dei nostri cinque sensi: oltre al palato e all’olfatto anche la vista, come si dice , vuole la sua parte: Solo pochi mesi fa il segretario LZP Salvo Inervetti, in un’intervista a Radio Ciccioli, aveva dichiarato «Vedere lì sempre ‘sti piatti composti da carotine col tofu, arame e alga liofilizzata, sta diventando insopportabile per i veri padani. W el grass de porc!!!». Nessuno però aveva dato retta al segretario della Lega dello Zampone Padano a causa suoi trascorsi legnanesi: fu visto sul pratone di Legnano mascherato con corni alla vichinga avvicinarsi stralunato ad una vacca meneghina con chiari intenti zoofili. Ma sono leggende metropolitane.

     

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    Il problema per molto tempo alterato culturalmente da informatori mediatici compiacenti, che facevano denaro a palate con le industrie alimentari vegane impiantate in ogni angolo del pianeta terrorizzando i lettori con foto di fegati sfatti di consumatori di ciauscolo marchigiano e di nduja calabrese, e articoli terroristici sul consumo di tutto ciò che non faceva parte della dieta vegana, si è palesato in tutta la sua virulenza sei mesi fa all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma: come ricorderete, un gruppo di fondamentalisti vegani, fingendosi parenti delle puerpere riuscirono entrare indisturbati nel reparti maternità e al grido “il latte animale è veleno” cercarono di strappare dai capezzoli delle madri le bocche dei neonati.

    A quel punto l’Italia intera è insorta, trascinando nella sua rivolta tutto il globo terracqueo, e la rivoluzione antivegana è finalmente iniziata. Dopo mesi di pulizia “etico-alimentare” sui territori del pianeta si è giunti alla risoluzione finale che prevede l’annichilimento della forze vegane direttamente nei loro porti aerospaziali. Un altissima percentuale di individui sedotti dal verbo vegano si sono pentiti ed ora collaborano con le forze dell’ordine mostrando documenti privati che certificano l’elaborazione di una “soluzione finale” che prevedeva o la deportazione nei campi di rieducazione alimentare di coloro che si fossero ostinati nella loro dieta onnivora oppure, in caso di recidività, la loro segregazione coatta nei campi dove si coltivano solo alimenti non proibiti dalla dieta vegana.

     

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    Effetti collaterali? – Lo chiediamo all’ammiraglio Bùseca che sta passando in rassegna le forze dislocare sul pianeta Venere pronte per l’assalto agli scafisti vegani – «Assolutamente no – risponde fiero – abbiamo tutti studiato le missioni belliche-umanitarie degli ultimi decenni, Ciccioli Storm delle forze anti Saddam, Bisteck of Defence combattuta in Palestina , e l’ultima combattuta a Gaza Margine di grasso a protezione, e le posso assicurare che anche questa sarà una vera e propria operazione chirurgica gestita da professionisti, con l’ausilio bombe intelligenti che con precisione millimetrica bonificheranno l’area, raggiungendo solo ed esclusivamente gli obiettivi strategici. Tenete conto che qualche piccolo margine di errore come in passato ci potrà essere ma d’altronde questi effetti collaterali di poco conto nulla tolgono a questa operazione antivegana giusta, legittima, legale, necessaria, inevitabile, sacrosanta. È una triste necessità ma come le altre sarà breve, rapida, quasi indolore, tipo “già fatto? Avverrà sotto l’egida dell’ONU, nel nome del diritto internazionale, nel segno della legalità. Questa non è una guerra ma un’operazione di polizia internazionale e tutto è fatto per ritornare al nuovo disordine alimentare mondiale in cui ognuno mangia qual cazzo che gli pare.»

     

    E quale sarà il vostro grido di battaglia? «ma naturalmente “ il tofu glielo diamo al sorcio”!!»

     

    17 maggio 2019

    • avete una visione distorta dei vegani, io lo sono da anni, non ho gli occhi febbricitanti, non sono emaciata, ho 130 di colesterolo, sono antrispecista ma non vedo complotti ovunque e soprattutto non cerco di fare proseliti, solo se mi viene richiesto dai soliti curiosi esprimo la mia opinione… Riguardo all’odio verso il genere umano… non occorre essere vegani, ci sono altre buone ragioni…

      • L’ultima sua frase esprime perfettamente il pensiero di chi, essendo stata lesa nella sua identità umana, odia il mondo intero e se stessa per quell’odio.
        Non appartengo a nessuna identità di appartenenza, non mi definisco con parole che finiscono con suffissi tipo “ista” (comun-ista, spec-ista, inter-ista) oppure tipo “ana” (vega-na, vegetaria-na, melaria-na).
        A volte doverosamente assumo il prefisso “anti” : antifascista, antirazzista, ecc.

        Ma in genere non mi definisco mai se non con un sonoro “io sono io”.

        Ma appunto “io sono io” e “lei è specista e vegana”

        Bene suerte

        Giulia De Baudi: per la redazione di G&N

        Detto questo per motivi etici che potrei riassumere in un concetto (responsabilità alimentare) e sanitari mi nutro quasi esclusivamente di ciò che ha radici nella madre terra. Ma non ne faccio una religione o una ideologia o, peggio, un’identità.

        se vuole può leggere qui cosa penso delle derive alimentari ideologiche http://www.igiornielenotti.it/catarsi-e-anoressia-i-perfetti-del-ventunesimo-secolo/

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