• Desaparecidos: Chiesa cattolica assassina … Dio lo vuole

      0 commenti

     di Adriano Meis


    «La Chiesa cattolica argentina ha confermato dinanzi alle autorità giudiziarie l’autenticità del documento pubblicato da Il Fatto l’11 maggio avente per oggetto l’incontro segreto del 1978 delle gerarchie cattoliche al più alto livello con il dittatore Jorge Videla nel corso del quale si parlò dell’assassinio dei detenuti-desaparecidos.»

    Inizia in questo modo l’articolo di Horacio Verbitsky apparso Il Fatto il 5 giugno. Il giornalista famoso per aver pubblicato fondamentali libri che documentano tutta la storia tagica dei desaparecidos argentini sta ancora seguendo lo svolgersi degli eventi che, con il governo di Cristina Kirchner, hanno preso la strada verso la verità storica.

     

    I due libri Il volo e L’isola del silenzio sono disponibili nelle librerie e sono stati recensiti da I giorni e le notti a firma di Giulia De Baudi. Nella prima recensione è stato inserito un video dove si può ascoltare un’intervista di Skay New al giornalista scrittore argentino.

     

    La prova è inoppugnabile e questa volta la Chiesa argentina non ha potuto continuare a negare la propria connivenza criminale con il dittatore Jorge Videla. Il documento è stato divulgato da cattolici indignati per il comportamento criminale di tutta la Chiesa argentina durante la dittatura militare che provocò oltre trentamila morti quasi tutti gettati dagli aerei in volo sull’Oceano. Nel documento, ora nelle mani dei giudici argentini, si può leggere di un incontro che avvenne tra Videla e una folta delegazione di prelati guidati dal cardinale Juan Aramburu.

    Durante il pranzo, che si svolse in un clima che Aramburu definì “cordiale”, si parlò del ‘problema dei desaparecidos’. Dopo il pranzo, fra un caffè e un ammazza caffè,  fu redatto il documento scritto per informare la Santa Sede il quale «prova che, almeno a partire dal 1978, la Chiesa sapeva che la dittatura militare uccideva i detenuti-desaparecidos e invece di denunciare la dittatura discuteva con il suo capo supremo in che modo manipolare le informazioni per arrecare il minor danno possibile alla giunta militare e all’Episcopato che riceveva richieste di aiuto dalle vittime. Una volta che il documento è stato reso pubblico, la magistratura ha chiesto all’Episcopato di consegnarlo e l’Episcopato non ha potuto negare la sua esistenza.»

     

    Porporati cattolici con Pio Laghi con Videla e Gualtieri

    Come ha già affermato nei suoi libri Horacio Verbitsky molti altri ufficiali avevano già confessato che i giovani furono assassinati e gettati dagli aerei perché «il Papa non avrebbe accettato le fucilazioni.» E questo perché gli assassini non divenissero di dominio pubblico.

    Il 10 aprile 1978, giorno dell’incontro tra i militari, il presidente e i due vicepresidenti dell’Episcopato, Videla affermò che “sarebbe del tutto ovvio affermare” che i «desaparecidos “sono morti: si tratterebbe di varcare una linea di demarcazione e costoro sono scomparsi e pertanto non esistono. Comunque è chiaro che ciò solleva una serie di interrogativi in ordine a dove sono stati sepolti: in una fossa comune? E in tal caso chi li avrebbe sepolti in questa fossa? ».

     

    Woytjla dà la comunione a Pinochet

     

    Nonostante questo «nel 1982 il cardinale Aramburu continuava a negare i fatti: in un reportage a cura de Il Messaggero disse che non esistevano fosse comuni e che coloro che “venivano chiamati desaparecidos” vivevano tranquillamente in Europa.»
    Racconta Horacio Verbitsky  che nonostante la gravità dei fatti  provata da documenti, i quotidiani argentini, e i media italiani, aggiungiamo noi, «hanno finto di non capire che la pubblicazione del documento era fondamentale per stabilire il grado di complicità della Chiesa cattolica con la dittatura militare e la sua politica criminale».

     

    Horacio Verbitsky  conclude amaramente: «Come mi ha raccontato il capitano della Marina Adolfo Scilingo, la pratica di giustiziare i detenuti-desaparecidos gettandoli da un aereo in volo fu approvato dalla gerarchia ecclesiastica che riteneva questo un modo cristiano di morire. La frase fa venire in mente quanto scrisse Heinrich Himmler per spiegare la costruzione delle camere a gas nei lager allo scopo di realizzare la “soluzione finale della questione ebraica”: era una forma “più umana”. Dimenticò di aggiungere: “Per i carnefici”. »

     

    Nella foto in copertina Goffredo di Buglione e i monaci cattolici festeggiano il massacro di Gerusalemme

    28 giugno 2013

    Desaparecidos : articoli correlati

    Scrivi un commento