Accampati dietro le dune, stavano.
Simpatica schiera, onesta ed uguale,
simmetrica come fossero merli di castello
O scheletri di ombrello,
O denti di coltello.
Le lame delle lance erano come grafite nera
se scaraventate contro la luce dell’orizzonte.
–
La sabbia era il loro palcoscenico
e non chiedevano di meglio.
L’armata era pronta ad aspettare o,
ad un solo unico fischio, ad attaccare.
Poi hai aperto la porta nella notte di penombra,
hai fatto strage degli odori di prima
e della fermezza composta di questa stanza.
Hai tramortito questo fazzoletto di coperte
dove ero custodita, come uno scrigno di pelle.
Adesso l’armata è dispersa, tutti corrono in preda al delirio.
Hanno dimenticato la guerra che combattevano
E pregano un nuovo disegno che li descriva,
ma si illudono.
Francesca Gentili
Margeret Fuller
6 Giugno 2012 @ 06:31
questo è poesia! bellissima!!!
francesco
6 Giugno 2012 @ 10:52
bellissima poesia!!
Paco
6 Giugno 2012 @ 11:06
Ah!
Roberta
6 Giugno 2012 @ 11:16
semplicemente… senza parole!!!
Francesca
10 Luglio 2012 @ 11:36
Grazie a tutti voi!
marina
29 Agosto 2012 @ 18:33
E’ bellissima!
Dalla redazione
30 Agosto 2012 @ 05:59
… si è bellissima … e spero che Francesca Gentili prima o poi apra il suo baule poetico che tiene ancora nascosto …
G.C.Z.