di Adriano Meis
Questa mattina quando il direttore mi ma ha … ‘consigliato’ di scrivere un articolo sul viaggio del pastore tedesco a Milano mi sono sentito un po’ defraudato delle mie esigenze atee. Gli volevo rispondere “Ecchi se ne frega se Ratzinger sta a Milano a far le sfilate … ecchi se ne frega anche di quella massa di … fedeli che sono andati ad incontrarlo … ecchi se ne frega di …” ma poi davanti al volto sornione di Bertrandino ho capito che avevo la possibilità di dire quello che volevo. E allora eccomi qua.
Prima di iniziare a scrivere mi sono letto un po’ di giornali: ho iniziando naturalmente da quelli di sinistra come L’Unità o molto critici come il Fatto Quotidiano aspettandomi almeno un cenno alla bufera che sta attraversando le stanze vaticane disordinando le carte segrete con tanto di bolle papali sigillate dal piombo … niente. Me li sono riletti aspettandomi almeno un breve accenno a quello scandaloso documento appena partorito da menti deviate, cioè le “Linee Guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte dei clerici” … niente.
Niente, niente, niente.
Le pagine dei giornali, tutti, sembrano fotocopie l’uno dell’altro, tutti uguali. Con al solita scissione a cui ci hanno abituato da anni, mentre due giorni fa sulle prime pagine parlavano di corvi, di maggiordomi che mostrano al mondo l’immondizia nascosta sotto i tappeti di Pietro, dello banche vaticane che riciclano soldi delle mafie di mezzo mondo, dell’ex direttore dello IOR Ettore Gotti Tedeschi che parla apertamente di un facciata fatta di proclami che nasconde un’attività criminale, oggi davanti a quell’uomo anzianotto e, se vogliamo, messo un po’maluccio, continuano a chiamarlo Sua Santità, Padre santo ecc. ecc..
E poi tutti lì i giornalisti delle testate nazionali a raccontare dei politici seduti in prima fila, la crème de la crème della nazione: c’era Umberto bossi, Formigoni … ma come? non volete mettere neanche un epiteto dopo il nome che li contraddistinguerebbe? Insomma il delirio di annullamento.
Niente, non è successo niente, sono tutti bravi ragazzi colpiti dalla grazia divina che viene effusa a piene mani dal Ratzinger che intanto bofonchia su famiglia, logica del profitto, economia ecc. ecc..
Ma possibile che ‘sto milione di fedeli che stanno ad adorarlo nelle piazze di Milano, a spese dello Stato italiano che per questa manifestazione ha sborsato 10 milioni di euro, non si sia ancora accorto che ‘sto simulacro che adorano dice una cosa e ne fa una esattamente opposta?
Basta leggere le Linee Guida sugli abusi dei preti sui minori e ricordarsi quanto fu detto: “Basta con la pedofilia dei sacerdoti” invece i documenti dicono:
I Vescovi sono esonerati dall’obbligo di deporre o di esibire documenti in merito a quanto conosciuto o detenuto per ragione del proprio ministero (cfr. artt. 200 e 256 del codice di procedura penale; artt. 2, comma 1, e 4, comma 4, dell’Accordo del 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede [L. 25 marzo 1985, n. 121]).
(E di questoarticolo del concordato del 1984 dobbiamo ringraziare il ‘grande statista’ Bettino Craxi)
Eventuali informazioni o atti concernenti un procedimento giudiziario canonico possono essere richiesti dall’autorità giudiziaria dello Stato, ma non possono costituire oggetto di un ordine di esibizione o di sequestro.
Rimane ferma l’inviolabilità dell’archivio segreto del Vescovo previsto dal can. 489 cic, e devono ritenersi sottratti a ordine di esibizione o a sequestro anche registri e archivi comunque istituiti ai sensi del cic, salva sempre la comunicazione volontaria di singole informazioni.
Nell’ordinamento italiano il Vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti oggetto delle presenti Linee guida.
Ecco questo documento che sottrae di fatto alla giustizia italiana preti e porporati pedofili è sicuramente il crimine più grave dimenticato dai giornalisti italiani che infangano la loro stessa deontologia e la loro identità umana.
Tanto coraggiosi contro i ministri del papa e tanto cacasotto davanti al Ratzinger in grande spolvero nella “Milano da bere” … ma Pisapia “Tu quoque, Brute, fili mi!”
E intanto quello parla parla parla parla e straparla …
Sidonie Nádherny de Borutin
4 Giugno 2012 @ 11:31
Caro Meis, ho visto oggi questa sua sulla visita del Papa. Giusto ieri sera (5 giugno), à propos e per gli amici che non mancano a chiedermi notizie dall’Italia, mi è scappato dalla penna questa che le incollo (spero di non aver fatto troppi errori di italiano):
“Il compito dei cattolici è quello di combattere l’amore romantico” (sic!)
Mentre l’Italia si barcamena tra un altro dopo terremoto e un tasso di disoccupazione mai registrato, l’Italietta di questi giorni da il meglio di se stessa. Berlusconi si rifà vivo (ma dov’era sparito?) con la sua ricetta anticrisi: stampare gli euri alla zecca di Roma! Oltretevere hanno dichiarato che i vescovi italiani non hanno l’obbligo di denunciare alla giustizia civile i casi di sacerdoti pedofili e hanno pensato bene di sbattere in gattabuglia quel brutto delinquente di maggiordomo che sputtanava il Vaticano con le sottratte carte segrete. Ed ecco che arriva il week-end-family-day della visita del Papa a Milano e ti trovi tutti i canali nazionali a trasmettere e commentare l’evento, manco arrivasse Obama si sbraccerebbero tanto. Questa mattina il Corriere della sera ci ha lasciato a bocca aperta con una sovra-prima pagina (“numero da collezione”!) dove, sotto un gigantesco disegno di una similsacrafamiglia in miglior stile piazzanavona-ioteladisegnoallaleonardo, Claudio Magris titola “Famiglia, teatro del mondo”. Ma c’è di meglio: La Stampa oggi se n’è uscita con un intervista a Vittorio Messori, per chi come me non lo sapesse, “lo scrittore cattolico più letto al mondo, l’unico che può sfoggiare il record di libriinterviste ai Papi”, e che a domande risponde: «Un modo per salvare la famiglia tradizionale? “Ritornare ai matrimoni combinati”. Il compito dei cattolici? “Dichiarare guerra all’amore romantico… Se il matrimonio non è solo un continuo cinguettio emotivo, ma è anche un patto di vita, tanto vale rivalutare la saggezza di un passato nel quale i genitori sceglievano il marito alle ragazze…. Piuttosto che lasciare fare al caso meglio affidarsi all’esperienza di chi ha già vissuto e sa valutare non solo in base all’emotività, ma tiene presenti fattori quali l’età, la solidità e, perché no, il patrimonio…”. E il sentimento dove lo mettiamo? “Ma è proprio questa concezione romantica dell’amore, figlia dell’Ottocento, tutta intrisa di retorica da libro Cuore, di ‘angeli del focolare’, che ha rovinato la famiglia cattolicamente intesa. Oggi, semmai, il compito dei cattolici è quello di combattere l’amore romantico. Il matrimonio, lo ripeto, non può basarsi soltanto sul sentimento, perché il sentimento è per sua natura mutevole. Senza la fede in Gesù, il ‘per sempre’ fra un uomo e una donna è irragionevole…I cattolici devono essere consapevoli di un fatto: il matrimonio monogamico e indissolubile ce l’abbiamo solo noi, è una specie di esclusiva….”».
L’esclusiva cattolica del matrimonio monogamico e indissolubile che dichiara guerra all’amore romantica! Abbiamo raggiunto il colmo di questo tranquillo week-end di orrore-terrore italiano. Non ci resta che ritirarci a leggere un bel romanzo rosa, certi di svolgere l’attività più sovversiva che il paese ci riserva.