di Giulia De Baudi
di Giulia De Baudi
Come abbiamo più volte denunciato in molti nostri articoli, la Chiesa cattolica con i suoi proclami segreti, con le sue intimidazioni, con le sue norme ha di fatto permesso e continua a permettere la violenza sessuale sui bambini.
Molti sono i documenti venuti alla luce che smascherano la vera volontà criminale della Chiesa cattolica. Ne ricordiamo alcuni:
A) la lettera De delictis gravioribus firmata e inviata il 18 maggio 2001 ai vescovi di tutto il mondo dall’allora cardinale Ratzinger. Lettera che ribadiva e riconfermava gli ordini pastorali inseriti nel De crimen sollicitationis, approvato nel 1962 da Papa Giovanni XXIII, che stabiliva l’assoluta segretezza nelle cause di molestie, pena la scomunica, anche per la vittima che avesse denunciato il crimine subito alla giustizia civile.
B) le Linee Guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di un minore da parte dei clerici del maggio 2012 in cui ancora una volta si ribadisce che : «I Vescovi sono esonerati dall’obbligo di deporre o di esibire documenti in merito a quanto conosciuto o detenuto per ragione del proprio ministero (cfr. artt. 200 e 256 del codice di procedura penale; artt. 2, comma 1, e 4, comma 4, dell’Accordo del 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede [L. 25 marzo 1985, n. 121]). 8. (…) Nell’ordinamento italiano il Vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti oggetto delle presenti Linee guida. ».
Oggi i quotidiani danno notizia dell’accusa della commissione Onu per i diritti dei minori nei confronti del Vaticano per quanto concerne i preti pedofili. Nelle fonti giornalistiche si legge di un aspro rapporto di sedici pagine, con il quale l’organismo delle Nazioni Unite denuncia i metodi della Chiesa cattolica che hanno permesso a migliaia di religiosi di abusare sessualmente di decine di migliaia di bambini e ragazzi rimanendo impuniti. Il documento chiede «l’immediata rimozione» dei criminali pedofili i quali, dice il rapporto dovrebbero essere «consegnati» alle autorità civili. La commissione Onu chiede inoltre l’apertura degli archivi sugli uomini della gerarchia ecclesiastica che hanno coperto questi crimini.
Il presidente del Comitato Onu per i diritti dei bimbi Kristen Sandberg , ha detto chiaramente che il Vaticano ha violato la convenzione per i diritti dei minori.
«Il comitato – si legge nel rapporto – è gravemente preoccupato dal fatto che la Santa Sede non abbia riconosciuto l’ampiezza dei crimini commessi, non abbia preso le necessarie misure per affrontare i casi di abusi sessuali e per proteggere i bambini, e abbia adottato politiche e pratiche che hanno portato a una continuazione degli abusi e all’impunità dei responsabili».
Il rapporto condanna la “normale” pratica dei vescovi di trasferire i responsabili di abusi di parrocchia in parrocchia all’interno dello stesso Paese o anche in un altro, nel tentativo di coprirne i crimini e di sottrarli alla giustizia. Una pratica che «mette a rischio i minori di molti Paesi, con decine di autori di abusi sessuali che sono ancora in contatto con minori.
Interessante notare quanto dice il rapporto della commissione Onu sul Diritto canonico della Chiesa cattolica che descrive il crimine di pedofilia come un peccato contro la loro divinità da emendare col pentimento del criminale e magari con qualche Ave Maria e alcuni Pater Noster.Il Comitato scrive a pagina 10, «gli abusi sessuali dei bambini non sono “delitti contro la morale”, ma crimini».
Il rapporto Onu poi fa anche riferimento alla Commissione di indagine decisa da Papa Francesco lo scorso dicembre al termine del cosiddetto G8 dei cardinali chiedendo che i risultati dell’indagine diventino pubblici. Chiede inoltre che la Santa Sede conduca delle indagini sul personale religioso che lavora nelle famigerate lavanderie di Magdalene in Irlanda e che i risultati vengano resi noti alle autorità civili.
Il prete pedofilo irlandese Lawrence Murphy
Infine nel rapporto, il comitato critica duramente il Vaticano anche per il suo atteggiamento verso l’omosessualità, la contraccezione e l’aborto.
La Santa Sede ha risposto che sottoporrà a «minuziosi studi e esami» nel rispetto della Convenzione, le accuse ricevute dall’Onu, ma che vede in «alcuni punti» delle osservazioni ricevute oggi un «tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa. (…) La Santa Sede reitera il suo impegno a difesa e protezione dei diritti del fanciullo, in linea con i principi promossi dalla Convenzione sui diritti del fanciullo e secondo i valori morali e religiosi offerti dalla dottrina cattolica».
Infatti i « valori morali e religiosi offerti dalla dottrina cattolica – che hanno molto a cuore la – dignità della persona umana difesa – e la – protezione dei diritti del fanciullo» hanno prodotto quei documenti e quelle “linee guida” scritti appositamente non per impedire il crimine di pedofilia ma per occultarlo.
–
5 febbraio 2014
–
–
Carla Corsetti
Segretario nazionale di Democrazia Atea
PEDOFILIA CATTOLICA
La pedofilia nel clero cattolico non è una devianza occasionale e isolata, è regola.
Lo stupro sistematico dei minori è la modalità con la quale i preti, allevati nella misoginia e nella percezione della sessualità come ‘peccato’, esercitano le loro devianze nella tolleranza dei fedeli.
Non è infatti trascurabile il sentimento di protezione che i cattolici riservano ai loro referenti spirituali anche quando un minore ne denuncia le condotte criminali.
La sodomizzazione di massa dei fanciulli costituisce una modalità di esercizio del potere al quale il clero non rinuncia.
La relazione conclusiva dell’ONU sulla pedofilia del clero cattolico avrebbe fatto inorridire chiunque, ma non il portavoce dello Stato Vaticano che, con spavalda arroganza, ha rivendicato il diritto alla libertà religiosa.
La libertà religiosa e lo stupro sistematico dei minori non sono la stessa cosa, in nessuna parte del mondo, tranne che nello staterello dittatoriale del Vaticano.
Il dittatore Bergoglio elargirà discorsi apparentemente banali e di circostanza, ma non potrà cancellare la copertura giudiziaria che dal 1962, con la direttiva crimen sollicitationis, lo Stato del Vaticano ha riservato ai suoi criminali.
Il Vaticano possiede circa 61.000 tonnellate d’oro, circa il 30% delle riserve auree del pianeta.
Ce n’è abbastanza per risarcire le migliaia di vittime stuprate dai preti cattolici.
E sarà anche il caso che lo status privilegiato di osservatore che l’ONU riserva a questa monarchia dittatoriale, venga rivisto, considerando la criminale interferenza che esercita nella negazione dei diritti umani.
www.democrazia-atea.it