– di Gian Carlo Zanon
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Sollecitati da alcuni interventi dei nostri lettori sulla verità scientifica spesso in contrasto con la credenza religiosa, abbiamo pensato di scrivere su questo tema. Lo abbiamo fatto per cercare di districarci dal caos di notizie contrastanti e a volte visibilmente dissociate che appaiono sui media. Come ad esempio la balla, fatta passare per scoperta scientifica, del feto della pecora sognante, e l’altro delirio di quello scienziato americano il quale afferma che i bambini, fino a cinque-sei anni, non sognano.
Potrà sembrare un’affermazione azzardata, eppure esistono, nella cultura dominante, delle similitudini estetiche tra credenze religiose e alcune ‘verità’ scientifiche date per certe. Vale a dire che alcune affermazioni assurde, sempre contraddette dalla scienza, quella seria, vengono ripetute in modo acritico da giornali e televisioni, creando di fatto un strato culturale, che si sovrappone alla realtà, ostacolando in questo modo la visione della verità e creando delle vere e proprie ‘percezioni deliranti’ culturali. Nel senso che milioni di persone vengono indotte, non a pensare, ma a credere, a panzane madornali.
È solo nella seconda parte dell’ottocento che la parola scienza, e il suo significato, si staccano dalla filosofia imbevuta di religiosità. La parola scienza deriva dal latino scientia, che significa conoscenza. Fin dall’illuminismo questa parola aveva il significato di una qualsiasi sistematica o esatta registrazione della conoscenza. Ma se formalmente e coscientemente, con il positivismo, la scienza si affrancò dal sistema filosofico religioso, in effetti, inconsapevolmente, il mondo scientifico rimase ancorato ai paradigmi dogmatici religiosi.
Questo miscuglio tra religione e scienza è rimasto, sostanzialmente, inalterato; prova ne sono recenti incontri della stragrande maggioranza dei nostri scienziati con le più alte gerarchie vaticane. Incontri nei quali gli scienziati si prostrano, devotamente, davanti alla stessa istituzione religiosa che da sempre ha annullato il pensiero scientifico e quindi la loro identità di scienziati, ma, forse, anche la loro identità umana.
Molti cittadini avranno trovato appesi alle pareti, nello studio del medico di famiglia, crocefissi, santi protettori, diplomi di laurea, giuramenti di Ippocrate, madonne addolorate, riconoscimenti scientifici, lauree, oggetti apotropaici, ecc., tutti messi lì in un assurdo sincretismo dissociato. Il paziente, di fronte a questa lussureggiante incongruenza, si potrebbe chiedere: ma, con cosa mi cura il dottore, con la magia, con la fede, con la medicina?
Ma non solo: è noto che in moltissime delle nostre università, luogo deputato alla scienza, gli anni accademici, vengono propiziati con una Santa Messa. Si è vero sono tradizioni, è costume; d’accordo ci sarà ancora qualche forma mentis che appartiene alla superstizione popolare, ma comunque sia, sotto, sotto, vi è una incoerenza che sfuma nella scissione patologica. Scissione forse dovuta a quella che Ludwig Feuerbach chiamò alienazione religiosa.
Non è il caso, in questo luogo, spiegare il significato di questo concetto, espresso dall’autore in due ponderosi libri; possiamo dire, a grandi linee, che “l’alienazione religiosa”, sintetizzata da Feuerbach nella famosa frase “Non è dio che crea l’uomo, ma è l’uomo che crea dio”, è una dinamica psichica per la quale l’individuo aliena affetti, speranze, illusioni, sentimenti, fuori di sé, in un essere umano vivente e/o in un ente metafisico: il Manitù dei pellerossa per capirci; e tutto ciò gli esseri umani lo fanno inconsciamente. Per esempio in Russia c’era il culto della personalità incarnata da Stalin.
Esistono libri seri, editati da quarant’anni, come La scoperta dell’inconscio di H.F. Hellenberger, dal 1986 tradotto e pubblicato dalla Boringhieri, nei quali si narrano tutti i passaggi della ricerca psicologica e psichiatrica, dal 4000 a. C., all’era contemporanea, passando da Ippocrate a Galeno, da Mesmer a Janet, ecc..
Esiste, dal ’72, il volume cardine della teoria psichiatrica di Massimo Fagioli, Istinto di morte e conoscenza , ora pubblicato dall’Asino d’Oro Edizioni, che toglie al ‘pensiero’ di Freud ogni parvenza di scientificità; e ne esistono altri più recenti: Assalto alla verità di Jeffrey Manson che svelano anch’essi non solo l’inconsistenza del pensiero freudiano, ma anche la sua disonestà intellettuale che sfociava spesso nell’imbroglio palese. Le Livre noir de la psychanalyse edizioni Les Arènes, stilato da 40 autori internazionali tra psicoterapeuti di vario orientamento, ex psicoanalisti, neuro-scienziati e filosofi della scienza, racconta le malefatte di Freud e dei suoi epigoni. L’ultimo, libro su questo imbroglio scientifico, che ha mandato nel panico tutta la koinèculturale francese, con in testa un ‘grande intellettuale’ comeJosef Breuer, ha per titolo Crépuscule d’une idole e l’autore è Michel Onfray.
Con queste opere non solo, viene scardinata dalle fondamenta ogni pretesa scientificità delle cosiddette ‘teorie freudiane’, ma leggendo altri lavori internazionali, soprattutto francesi, viene a galla che il nostro Sigmund era un plagiatore, un bugiardo, un cocainomane e spacciatore, nel senso che faceva assumere ad alcuni pazienti la cocaina per scopi “terapeutici”.
Inoltre pubblicava casi clinici rubati e falsificati come il celebre caso di Anna O: il caso clinico pubblicato da Freud, nel quale si narra della prima paziente isterica ‘curata’ dal buon Sigmund, sarebbe secondo, questi autorevoli autori, farcito di omissioni, quando non di vere e proprie menzogne. Bertha Pappheneim, vero nome di Anna O, che sarebbe guarita solo nove anni dopo la fine dell’analisi con Josef Breuer, Freud non l’ha mai incontrata.
Tutto questo solo in questi ultimi anni viene recepito, molto lentamente, dalla cultura accademica, ma ancora troppo poco pubblicizzato dalla cultura dominante che incoraggia giornali e televisioni a mentire sul caso Freud.
Stesso trattamento da parte dei media viene riservato quell’oggetto di fede chiamato Sacra Sindone. Un celebre studio condotto sulla Sindone di Torino, che ebbe una grande risonanza mediatica, nel 1988, rivelò, utilizzando la tecnica radiometrica del Carbonio 14, svolta in tre laboratori, che il telo risaliva ad una data compresa tra il 1260 e il 1390, periodo compatibile con le prime testimonianze storiche certe dell’esistenza della Sindone (circa 1353).
Lasciata, doverosamente, la libertà di credenza ai devoti di Sigmund Freud e della Sacra Sindone, nondimeno è lecito, per amore di verità, chiedersi per quale motivo si continuano ad adorare questi simulacri dei quali è stata dimostrata scientificamente la falsità.
A questo punto gli esseri pensanti, si dovrebbero chiedere quale è il meccanismo mentale della credenza ad ogni costo.
Credere alla Sacra Sindone e a Freud è come credere ancora ancora all’antropometria ottocentesca di Lombroso il quale affermava, tra le altre scemenze vestite da scientificità, che i meridionali sono “infidi, pigri e riottosi; razza maledetta dal cranio anomalo”. Inverosimile vero? Eppure queste “scoperte scientifiche” stanno ancora nella mente di qualche commissario di polizia che giudica i poveri inquisiti dall’aspetto e/o dalla misurazione del cranio.
A pensarci bene questo sincretismo di credenza religiosa e ‘scientifica’ sta anche nella mente di qualche persona del nord Italia che usa senza farsi problemi, simboli come la croce o la cannabis in rotonda cornice o le corna celtiche, e, per quanto riguarda i meridionali, la pensa esattamente come Lombroso.
Ora ci si dovrebbe domandare come mai credenze religiose e credenze “scientifiche, nonostante vengano rifiutate esponendo verità inoppugnabili, nella cultura continuino a resistere inalterate?
Si potrebbe azzardare un’ipotesi: un pensiero strutturato in modo dottrinario, ingurgitando, sin dalla tenera età, acriticamente, ciò che gli viene servito dalla cultura dominante e dalla religione, non avrà, poi, strumenti adeguati per ribellarsi a patenti e manifeste menzogne ‘filosofico-scientifiche’. L’identità di questi individui, che ha poche possibilità di destrutturarsi per poi rinascere con un’altra spina dorsale, non permette loro di possedere il coraggio sufficiente per una vera decifrazione del reale.
Solo una visione olistica e profonda, è ciò che ci permette di leggere il reale nella sua profondità, e quindi di giungere alla sua verità spesso invisibile, per mezzo di affetti, speranze, illusioni, sentimenti. Se questa … chiamiamola ‘intelligenza’, o ‘modalità percettiva affettiva’ è stata alienata in un simulacro religioso, e quindi perduta, inconsapevolmente perduta, la decifrazione della realtà non potrà entrare in profondità ed il pensiero diverrà una credenza che ‘vede’ o solciò che vuol vedere, oppure ciò che gli viene detto di vedere dalle culture e/o dalle religioni dominanti, in cui ha la sventura di nascere.
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22 maggio 2012
Scienza e dogma, articoli correlati
Caterina frollini
19 Maggio 2014 @ 00:22
Mi permetto di.fare una citazione presa dallaBibbia:sia Dio considerato verace mentre ogni uomo sua considerato bugiardo.la Bibbia è un libro scientifico .la vera scienza lo ammette e personaggi di.grande calibro.che l hanno.studiata hanno dato un grande contributo . La Bibbia dice che la terra è sospesa sul nulla già circa 3500 anni fa parlava del DNA. parlava di contaminazione e di come evitare malattie o di popoli come gli.ittiti sconosciuti alla storia fino gli anni ti del secolo.scorso.ci la dice perfino come è dove di originato no le varie lingue etc.per stare informazioni consiglio di andare su Jw. Org.
Giampiero
19 Maggio 2014 @ 10:41
Mi permetto di fare notare a Caterina Frollini che, come tra l’altro avete scritto più volte sul vostro “Diario polifonico” che la Bibbia è ciò che di più lontano possa esistere dalla scientificità. Se non fosse così dovrei pensare che anche Caterina sia una bugiarda, mentre penso che sia soltanto disinformata ma in buonafede nel vero senso della parola. La inviterei a leggere questi articoli. http://www.igiornielenotti.it/?p=23258
http://www.igiornielenotti.it/?p=2178
Giampiero