Cesar Calvo (a sinitra) e Manuel Scorza (a destra)
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*Poema inedito di Manuel Scorza (Lima 1928-1983), scritto il 20 maggio 1977 nell’Hotel de Turistas di Tacna. Corretto a Parigi la notte del 21 giugno dello stesso anno. Un piccolo frammento del poema venne pubblicato dalla rivista Somos del giornale El comercio per la morte – agosto 2000 – del poeta pruviano Cesar Calvo, amico e compagno di studi di Javier Heraud.
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In principio l’uomo abbandonava i suoi morti.
Cinquantamila anni fa cominciò a scavare tombe.
Nella pelle delle caverne cesellò le sue paure bellissime:
scoprì la poesia.
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Per questo stiamo qui
Soffiando parole contro il cielo indifferente.
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Cecilia, mia figlia, gioca con i suoi anni:
quattro ciottoli di colori.
La vita passa così veloce, Cesare, che un meriggio
la vedremo uscire verso il parco
e ritornare bellissima donna.
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Così è, Cesare, la vita fugge così veloce
che uno di questi giorni dovremmo cercare di dire la verità.
Per favore, che trovata.
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Il maggiordomo ha ordini precisi
di buttarle la porta al passato!
Perché giovani aurei
nelle sterpaglie dell’orrore di America combattevano allora
per un mondo più bello.
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Mortalmente feriti cadevano
più che dalla mitraglia afflitti dai loro sogni.
Bellissimi nascevano alla morte.
Mentre noi tatuavamo poesie dimenticate
in corpi dimenticati di donne dimenticate.
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Con ubriacate di bassa lega cicatrizzavamo la nostra malinconia
bevendo aguardiente che non era Agua Ardente.
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Lenin non apprezzava i poeti:
tagliò grossolanamente un poema di Majakovskij
Wladimir Majakovskij si uccise.
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Ma Lenin si sbagliava: il Che portava nel suo zaino
crivellati versi di Leòn Felipe
e Javier Heraud portava una tua lettera nella sua giacca.
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L’impietoso fiume Madre de Dios trascinò il suo corpo,
il tuo corpo, il mio corpo, la nostra crivellata gioventù, tutto.
Ma la vita scorre più rapida del fiume Madre de Dios**.
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Impossibile costruire un mondo nuovo
senza sbarcare nelle Indie che incontri nei nostri sogni!
Una rivoluzione che solo è una rivoluzione non è una
rivoluzione.
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Bisogna rivoltare tutto, bruciare tutto, sradicare tutto!
Non permettere che possa ritornare più la stessa realtà,
la stessa famiglia, la stessa acqua, gli stessi padri, la stessa
luce, la stessa patria, lo stesso futuro, la stessa tristezza, la
stessa religione, lo stesso sole!
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Chi oserebbe assolverci?
Un immortale poema ci assolverebbe.
Ma gli anni sono trascorsi e non abbiamo detto la Parola Ignea.
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La vita è così fugace, Cesare, che uno di questi meriggi
uscirai a comprare sigari
e tornerai a raccontare battute nelle nostre veglie funebri.
E ora si, ti accetto un pisco (*)
perché malgrado questa tristezza, la vita vale la pena:
sono allegro, sono albero, sono esaltato, sono
coi miei amici, sono lampo, sono luce.
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Perché l’uomo che sta più vicino alla sua morte
che alla sua nascita
ha urgente bisogno di essere felice.
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Cinquantamila anni fa, nella pelle delle caverne,
cominciai a incidere questo poema.
Per questo sono qui soffiando parole contro il cielo indifferente .
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(*) bevanda alcolica tipica del Peru
** Il fiume Madre de Dios è il luogo dove fu ucciso
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La poesia ci è stata inviata da un lettore che ringraziamo affettuosamente
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Da Wykipedia libera enciclopedia
Manuel Scorza
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(Lima, 9 settembre 1928 – Madrid, 27 novembre 1983) è stato uno scrittore e politico peruviano.
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Iniziò la sua formazione culturale e politica in Perù, anche se a soli 20 anni, a causa della sua febbrile attività politica fu costretto all’esilio. Soggiornò per molti anni in Messico, Uruguay e Spagna.
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Ritornato in Perù dopo oltre un decennio, Scorza fu costretto nel 1968 ad un secondo esilio, sempre a causa del suo impegno politico a favore delle comunità indigene. Soggiornò a Parigi dove fu lettore di letteratura ispanoamericana alla Scuola Nazionale Superiore di Saint Cloud.
Morì nel 1983, quando il Boeing 747 della compagnia colombiana Avianca sul quale viaggiava, per cause ancora poco chiare, si schiantò al suolo un minuto prima di atterrare all’aeroporto di Madrid Barajas. Scorza stava andando a Bogotà in Colombia a partecipare ad un incontro di letteratura.
L’opera letteraria di Scorza è tutta incentrata sulla difesa della causa degli indigeni e delle comunità contadine del Perù.
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Da Wikipedia, continua a leggere http://it.wikipedia.org/wiki/Manuel_Scorza
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César Calvo
–(Iquitos, 26 de luglio 1940 – Lima, 18 agosto 2000), poeta peruviano.
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Fu membro de la Generación del 60 (Perú), la cui opera riflette l’interesse di questo gruppo dell’uso di immagini della cultura e della società contemporanea nella poesia e per di più di incorporare in alcune occasioni altre immagini proprie della sua regione amazzonica natale, che ha una relazione con la sua militanza comunista.
Da Wikipedia, continua a leggere http://es.wikipedia.org/wiki/C%C3%A9sar_Calvo
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Javier Heraud Pérez
( Miraflores, Lima, 19 gennaio 1942 – Madre de Dios, 15 maggio de 1963. Poeta, professore, guerrigliero peruviano.
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Da sempre mostrò un grande interesse per lo studio. Questo sua attitudine si palesò nell’ ambito accademico, quando occupò il secondo posto nella sua promozione al liceo Markham, e il primo posto nell’ingresso alla Facultad de Letras de la Pontificia Universidad Católica del Perú en 1958.
Nel 1960, nonostante non avesse ancora raggiunto la maggior età , pubblica “El río”, poema dove fece mostra del suo talento letterario.
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Heraud morì mentre attraversava il río Madre de Dios in una canoa, all’età di 21 anni, durante uno scontro con la polizia nel quale fu ucciso con pallottole dum-dum . Questo scrisse il giornale La Prensa di Lima.
Da Wikipedia, continua a leggere http://es.wikipedia.org/wiki/Javier_Heraud