• Coerenza e Verità … sullo sfondo il caso Preiti

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    di Giulia De Baudi

     

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     Scrivo per rispondere a questo commento, molto interessante e stimolante di Antonio, per il mio articolo La malattia invisibile – Taxi driver, ovvero l’intenzionalità inconscia di Luigi Preiti 

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    «Decidete una buona volta da che parte stare … – scrive Antonio – non si può amare la libertà, e allo stesso tempo costruire prigioni. A leggere i vostri articoli viene voglia di chiedersi: come si fa ad essere eretici ad oltranza e scrivere bellissimi articoli … e allo stesso tempo feroci, e perdonatemi il termine, banali inquisitori. Se scendo, anzi provo a salire al vostro livello intellettuale, dovrei diagnosticarvi una marcata ed evidente sdoppiamento di personalità, ma io non sono un psichiatra per mia fortuna. Non diagnostico come fate voi presunte malattie mentali. Paragonare il Preiti, al nazista norvegese, e ai due servi di Allah di Boston, è aberrante, e tu lo sai benissimo sei troppo intelligente per non sapere che il paragone non regge!!
    Avrei da dire tante cose ma l’articolo si commenta da solo.
    Pasolini se ne è andato lasciando un vuoto incolmabile, in questa marcia e corrotta nazione. Ricordatevi ogni tanto di lui … prima di scrivere, e non regge la scusa che i tempi sono quelli che sono: ognuno di noi è quello che è, malgrado i tempi.

     

    “Impugnai un’arma perché volevo continuare a scrivere poesie”… Paco Urondo”

    Antonio

     

    «Il vecchio Io stenta a morire. Come era un dispensatore di insensibilità , era anche un agente di sicurezza. Quando esso cessa di adempiere a questa seconda funzione, quando si trova di fronte ad un fenomeno che non è in grado di ridurre alla condizione di concetto familiare e utile, quando, in una parola, viene meno alla fiducia che gli si concede, nella sua qualità di paravento che deve risparmiare alla sua vittima lo spettacolo della realtà, esso si dissolve e la vittima viene esposta al contatto con la realtà – esposizione che ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi»

    Samuel Beckett – Proust.

     

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    Le abitudini mentali

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    Ci sono delle idee che vengono sigillate nei luoghi remoti della mente come fanno certi organismi animali o vegetali per resistere a condizioni ambientali avverse. La condizione “avversa” però potrebbe – sottolineo “potrebbe” – essere un’idea più nuova e più valida di quella cristallizzata nel pensiero. Un’idea nuova e inconsueta può essere avvertita come qualcosa di estremamente pericoloso perché perturba un’abitudine di pensiero ben radicata che struttura la realtà umana.

    Più o meno inconsciamente l’individuo invaso da un pensiero nuovo reagisce alla sollecitazione destrutturante “proteggendo” il proprio pensiero. Fa questo perché la propria realtà interna viene pensata e vissuta come monolitica e non in continuo infinito divenire. Di conseguenza ogni pensiero nuovo, per il quale è necessaria una risistemazione delle proprie stanze interiori, viene tenuto a bada da enormi ma fragili muri di sabbia.

    Al di là dei potenti bastioni del proprio castello interiore, c’è il Deserto dei tartari,mutoe minaccioso. Basta un cavallo bianco stornato, sorto come d’incanto, per perturbare la propria capacità di giudizio. D’altronde la parola perturbante ha la sua fonte etimologica nell’atto di agitare un liquido provocandone  l’intorbidimento. Passare cioè da uno stato in cui tutto sembrava limpido ad un altro in cui il deposito melmoso nascosto nel fondo intorbidisce il pensiero. Ma forse la parola tedesca unheimlich, (“non familiare” ed estensivamente “nuovo” , “non comune”) che viene normalmente tradotta con “perturbante”, dà un’immagine più chiara a questo concetto.

    Scusami Antonio se uso metafore materiali per descrivere queste dinamiche psichiche ma oggi non trovo niente di meglio.

    .Ti chiedo scusa anche per aver scritto questa lunga premessa, facendomi aiutare addirittura da questo piccolo trattato sull’abitudine scritto da un Beckett giovanissimo, che ti consiglio di leggere. L’ho scritta perché, secondo me, questo è un punto dolente della nostra dialettica. Sto solo cercando di rispondere a ciò che scrivi invocando una coerenza che non riesci a vedere nel nostro Diario Polifonico: «Decidete una buona volta da che parte stare … non si può amare la libertà, e allo stesso tempo costruire prigioni.»

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    Coerenza

    Io penso invece che nel nostro Diario Polifonico una coerenza di fondo ci sia.  Il fatto è che tu (scusa l’immodestia) ti trovi di fronte ad un genere nuovo di pensiero. Un pensiero che affonda le sue radici nei fatti concreti da cui poi estrae l’interpretazione. Forse, forse, questo ti fa “agitare” e “agitandoti” non vedi la chiarezza delle nostre idee. Certo tu potresti dire lo stesso di noi, e potresti anche avere ragione tu. Stiamo facendo apposta una dialettica per chiarirci le idee. Idee che secondo me non sono poi così distanti. Però è assolutamente necessario fare dei distinguo. 

     

    L’unico modo per verificare la nostra “feroce” coerenza (bello l’aggettivo “feroce” che ci apponi) è quello di verificare la giustezza di ciò che scriviamo. Però prima si deve partire da una base condivisa. Ad esempio per parlare del caso Preiti, dobbiamo essere d’accordo che esiste la malattia mentale, nel senso che vi sono persone che, pur nascendo assolutamente sane, per vicissitudini di rapporto con l’altro da sé si ammalano più o meno gravemente. 

     

    Detto ciò posso affermare che: A) se una persona gioca d’azzardo con modalità coattive, dilapidando il proprio patrimonio tanto da essere rifiutato dalla moglie che chiede il divorzio; B)se  compra illegalmente una pistola con la matricola abrasa; C) se con quell’arma, senza movente né logica, spara all’impazzata contro degli esseri umani come se fossero oggetti inanimati, ebbene questa persona è malata. Tant’è che dopo il fatto non ha rivendicato il suo atto come qualcosa di rivoluzionario. Ha detto solo “ dio, ma cosa ho fatto?”

     

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    Ora, Antonio, perché vuoi fregiare quest’uomo di un’identità di rivoluzionario accostandolo a gente di valore come quell’anarchico arrestato durante una manifestazione a Parigi, che se la ride? Per quale motivo scrivi quella bellissima frase del poeta rivoluzionario argentino Paco Urondo? Ma ti pare che Preiti sia stato arrestato perché stava facendosi una risata? Ma ti pare che Preiti assomigli come forma di pensiero al Montoneros  Urondo che si uccise per non cadere nelle mani della polizia vivo?

     

    Da parte mia, dato che nomina sunt conseguentia rerum , cioè le parole sono conseguenza dei fatti e non il contrario, ribadisco quello che ho scritto nell’articolo: Preiti è un delirante come Breivik e come i due assassini di Boston. La forma, le modalità, le storie personali sono diverse, ma il delirio è simile: qualcuno è responsabile di ciò che mi fa stare male e io lo devo eliminare. Infatti vengono ammazzati degli innocenti. Il resto è spiegato bene nell’articolo, che sta, non a caso, sotto la voce: La malattia invisibile.

     

    E questo non è come dici tu per diagnosticare presunte malattie mentali. Non occorre essere psichiatri – di cui, come avrai visto, a volte ci serviamo – per definire certi comportamenti assurdi. Basta avere un po’ di buon senso e non appartenere a quella devastante corrente di pensiero, che nega l’esistenza della malattia mentale. Parlo dell’antipsichiatria di stampo heideggeriano e quindi nazista.

    Verità

    Io, per mia fortuna, da queste leggende metropolitane sono stata vaccinata da mio zio che faceva l’infermiere in un manicomio proprio nel periodo in cui la cosiddetta legge Basaglia fu approvata. Ebbene quello fu un genocidio di cui nessuno parla. Quei grandi pensatori invece di impedire che i malati – cronicizzati non dall’istituzione manicomiale, ma dalla mancanza di una teoria sulla patogenesi della malattia – venissero trattati come animali, abbatterono le “stalle” lasciando i malati alla loro sorte. Dopo un anno il 70% di quei malati erano morti.

     

    ab5 Come vedi “caro” Antonio continuo a demitizzare “eroi” e agiografie che si sono incistate nel pensiero anche di persone come te che, da quanto intuisco, non ti sei certamente adattato ad un pensiero comune. Ma non pensi che, forse, forse, queste leggende vadano quantomeno verificate? Ora si tratta solo di continuare a fare una dialettica, che serva, come diceva Giordano Bruno, ad aprire la cripta in cui giace in catene la Verità, quella con la V maiuscola.

     

    Per l’affaire  Pasolini, di cui chiedi giustizia, ti risponderà nei prossimi giorni Gian Carlo Zanon. Me lo ha promesso.

    25 maggio 2013

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    • ….convincere!
      Ho provato un pò a rompermi la testa intorno a questa parola così ho pensato: con = insieme; vincere = superare (scusate la semplificazione e/o ingenuità); quindi convincere = vincere insieme e/o superare insieme (…con la dialettica!) .
      E dopo aver letto, mi sembra riduttivo dire “l’articolo”, quanto sopra argomentato mi viene in mente una dizione usata da Massimo Fagioli nei suoi libri: …vita mea – vita tua!
      Splendida, oltre al linguaggio, usato in questo spazio, la foto che ritrae l’immagine femminile!

    • la sera del giorno prima che il preiti si presentasse a palazzo chigi a restituire ,senza tanti proclami o tentennamenti, e sopratutto senza tante ipocrisie etiche e morali ,una piccolissima parte di quella violenza che lo stato e i suoi scagnozzi distribuiscono quotidianamente a chiunque ,politicamente e socialmente, osa alzare la testa.
      la sera prima dicevo,a palermo un carabiniere scarica l’intero caricatore della sua pistola su un gruppo di manifestanti, IL GESTO DI UN SANO DI MENTE NELL’ESERCIZIO DELLE SUE NORMALI FUNZIONI.il cane da guardia per difendere la proprietà del suo padrone usa l’unica arma che ha: i denti. il carabiniere per difendere l ‘ordine ,e il capitale del suo padrone usa una fra le tanti ,numerose e micidiali armi che lo stato gli fornisce LEGALMENTE per uccidere e intimidire i propri nemici.

      la mattina dopo un uomo si presenta ILLEGALMENTEarmato di pistola non in un luogo qualunque ma nel cuore politico,economico ,e militare ,della nazione .naturalmente è deciso a colpire i diretti interessati, i primi che gli capitano a tiro, che siano di sinistra ,di destra ,o di centro, uno vale l’altro.ma deve fare i conti con chi presidia armato di tutto punto la piazza,gli innocenti carabinieri del battaglione tuscania,i pacifici e indifesi reparti antisommossa della benemerita.scarica l’intero caricatore della sua pistola ,sui due malcapitati ; IL GESTO DI UN FOLLE NELL’ESERCIZIO DELLA SUA PAZZIA.
      la vostra ipocrita e doppia morale sta tutta qui in questa confusionaria scombussolata ma sopratutto realistica scarna e priva di ogni prurito moralistico, ricostruzione dei fatti……..fatta da uno che odia tutte le galere; che si chiamano ,scuole,e si vede da come mi esprimo e ne prendo umilmente atto, caserme, fabbriche,uffici,c.i.e. ospedali ,case di cura,e i tuoi tanto amati manicomi.
      scommetto che in vita tua a parte la descrizione paradisiaca, del tuo sensibilissimo zio,a cui devi la tua feroce e inquisitoria crociata contro i folli…… non hai mai messo piede in lager per malati di mente……..magari non ti hanno mai legato per giorni ad un letto,non ti hanno mai nutrito per anni con pesantissime droghe chimiche, ,ne riempito il cervello di scariche elettriche,ne lasciato per ore al freddo nudo in mezzo ai propri escrementi, e qua mi fermo dallo schifo….
      prova a chiedere ad un qualunque animale non umano,se preferisce vivere un giorno intero in libertà totale che una vita intera in una gabbia….per il suo bene naturalmente,e se si tratta di un animale feroce per il bene degli altri…….non ho dubbi che sceglierebbe di vivere un solo giorno……..libero.
      i nazisti pensavano dei malati di mente ,quello che pensavano degli ebrei,dei zingari ,dei sovversivi ,infatti ne eliminarono a migliaia nei campi di concentramento.
      cosa ne pensava il loro teorico evidentemente ,gli poteva fregare di meno…………..dissenti da heidegger,il loro maestro, ma da quanto scrivi,non la pensi tanto diversamente da come la pensavano i suoi discepoli………parlo dei presunti pazzi ovviamente e non d’altro.

      paco orundo girava amato per difendere se stesso, e la propria famiglia non certo per siucidarsi………fu ucciso in un conflitto a fuoco e lui fu colpito da alcuni proiettili alla testa,anche se la compagna di lotta che insieme alla moglie viaggiava con lui ,disse che prima di essere colpito dalle pallottole inghiotti una pillola di cianuro.
      preiti si procurò una pistola forse per dare un senso ad una vita fino ad allora priva di senso questo non lo sapremo mai ne io e ne tu………..anche se lo hai già giudicato e condannato……e diagnosticato.
      l’unica cosa certa e che il suo gesto ha forse, aperto uno spiraglio di luce…….nel senso di impotenza che avvolgeva fino ad allora la vita di tanti sfruttati. anche sensa aver letto ne marx ne bakunin, il suo è un gesto di ribellione sociale,e quindi rivoluzionario………….forse e dico forse avrà pensato: mi rivolto dunque siamo!

      ciao
      continuo dopo aver letto il tuo articolo col ripeterti ,che non si può amare la libertà e allo stesso tempo costruire prigioni………ne tanto meno manicomi.

      • Su Preiti penso di aver detto tutto. Sulla malattia mentale abbiamo già scritto molto analizzando alcuni casi con l’ausilio di psichiatri che operano nel pubblico e nel privato affondando ogni giorno le mani nella pazzia che molti pensano di far sparire negandola. Mi rendo conto che ciò che scriviamo possa essere o apparire “feroce” ma d’altronde quando un anno fa abbiamo deciso di aprire questo giornale non lo abbiamo fatto né per consolare (a quello ci pensano i preti e gli psicanalisti) né per adeguarci a forme di pensiero egemonico e stereotipato.

        Il tuo grido che glorifica Preiti non può essere condiviso da chi come me rifiuta organicamente la violenza gratuita e vigliacca che, nel caso di Preiti, è frutto di un notevole disagio psichico. Ma sempre violenza e gratuita e vigliacca è.

        Ci siamo occupati dell’uccisone di cinquecentomila persone malate da parte dei nazisti. Ci siamo occupati della violenza istituzionale nella quale, non tutti, ma molti poliziotti si mimetizzano per rendere congrua la loro pazzia. Abbiamo scritto decine di articoli sui desaparecidos in particolare e sull’America Latina cercando di dire sempre la verità. Mi sono occupata della malattia mentale traendo la mia conoscenza da vent’anni di ricerca e formazione nel campo della psichiatria.

        Tu scrivi “mi rivolto dunque siamo”. Come saprai questa frase appartiene a Camus, un faro acceso che mi ha sempre guidato nella mia solitaria ribellione. Questa ribellione, e non quella di un povero malato di mente, anche se forse è imperfetta, è la mia ribellione e si avvicina, come canta Pablo Milanes “a ciò che semplicemente sognai”.

        La mia arma sono i tasti del mio computer, e i pochi spazi di partecipazione democratica ancora disponibili.

        Io faccio mia ribellione tu fatti la tua e … suerte Antonio

        Giulia De Baudi

    • ciao ho provato a postare un commento all’articolo su pasolini, dopo svariati tentativi ho rinunciato. il server vostro evidentemente ……..ha le sue simpatie.
      dico solo questo;………e anche pasolini…………..volò sul nido del cuculo.

      buona sorte a te .
      ti lascio una frase dell.anarchico messicano ricardo flores magon

      il rivoluzionario è un illegalista per eccellenza.l’uomo le cui azione sono sempre coerenti con la legge sarà nelle migliori delle ipotesi un’animale domestico,ma mai un rivoluzionario.

      • Forse il problema è questo . I commenti non devono avere nessuna sigla – http – .

        Lo abbiamo fatto per escludere la pubblicità invasiva.

        Se ci sono problemi puoi anche scrivere a questo indirizzo giancizeta@gmail.com.

        Questo vale per tutti i lettori naturalmente.

        La redazione

      • Tu conosci solo le leggi di Creonte, alle quali è doveroso ribellarsi. Io rispetto solo quelle di Antigone, che sorgono dalla realtà umana, e alle quali si deve sempre obbedire , pena la desertificazione delle proprie immagini interne. Le leggi di Antigone mi portano al rifiuto di persone malate come lo era Pasolini. I suoi ricoveri, e la sua violenza sui minori parlano chiaro. Non ho mai capito il motivo per cui anche le persone che si dichiarano di sinistra, e che dovrebbero essere contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, possano accettare che una persona benestante sfrutti sessualmente un altro essere umano povero come faceva Pasolini. Se me lo vuoi spiegare tu.

        Giulia D.B.

        • Commento di Bakunin e … Ipazia postato sulla nostra email giancizeta@gmail.com

          io non conosco ne creonte ne antigone. ma conosco benissimo la realtà umana, immiserita e desertificata dalla millenaria assenza di libertà.
          assenza di libertà che ha una collocazione storica ben definita. la nascita della civiltà. con tutto ciò che essa ha comportato, la distruzione dell’ambiente, lo sfruttamento e l ‘asservimento di altri esseri umani, il massacro, e l’estinzione di milioni di specie animali e vegetali, la comparsa delle religioni, dei re degli imperatori, delle guerre…….ecct ecct.
          Non ho mai giustificato e mai lo faro chi sfrutta sessualmente o meno un suo simile, tantomeno dei bambini. anche se dovesse chiamarsi Pasolini. chi ti scrive ha avuto ed ha altri punti di riferimento , bakunin, malatesta, reclus, cafiero, galleani stirner , ivan illich, e altri, che non sono quelli della sinistra comunista, autoritaria e borghese ,alla quale politicamente fai riferimento e volente o meno, lo stesso pasolini.
          ho citato il pasolini delle belle bandiere e dei scritti corsari, l’unico che conosco. il giornalista e il polemista, a cui riconosco una certa onestà intellettuale ,in risposta alla tua fatua sul Preiti.
          delle sue miserie e contraddizioni come uomo non so e non sapevo…….di solito ho il mio bel da fare a cercare di correggere le mie,e difficilmente trovo il tempo e la voglia di occuparmi di quelle degli altri.
          per il resto, dai un,occhiata se ti va, al documento; fascisti nelle file del’antifascismo, lo puoi leggere su indymedia…

          poi ne riparliamo.

          Ciao

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