• … si fa sera … poesie … Lorenzo Calogero

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    l

    Antonio, un nostro attento lettore, ci ha inviato questi frammenti poetici di Lorenzo Calogero, un poeta sconosciuto ai più e molto amato ai figli di divinità minori.

     

    Antonio  scrive : «Montale disse di lui: “questo poeta, incapace di vivere, si era creato un habitat di parole poco o nulla significanti”. Forse il sommo poeta, premio Nobel per la letteratura … lui si capace di vivere e bene anche, leggendo Calogero… le uniche poesie insignificanti capì… di averle scritte lui».

     

    Un giudizio molto severo, che io non approvo ma comprendo. Comprendo che dentro le dure parole di Antonio c’è il mondo degli incompresi e della solitudine lunare che per mille e mille volte desertifica per poi far rifiorire quel campo di primavera scomparso troppo presto e ritrovato in mille e mille stanze notturne svanite al mattino … immagini che perdurano nelle immagini aggrappate alle ciglia del giorno.

     

    Giulia De Baudi

     

    1
    questo disco che ora irrora tacito di luna
    e tu calmavi col sangue qualunque ebrezza,
    era di un’ala
    la cui lievità vedi cadere nel sogno….

    .

    a partire da qui ora si danza,
    ora si sogna.

    .

    2
    …….forse ti so dire questo solo
    folle sul tuo cuore come sopra il cuore d’un leone.

    .
    3
    …….come era desto il mattino e in fiore
    sulle tue labbra.

    .

    4
    ma non m’interessa più della vita.
    oggi mi curo della morte.
    Fra poco e alla svelta morrò
    perché anche tu con me sul lago
    verrai domani. E la pelle e adunca
    o si screpola oppure sbadiglia.
    Con te tergiversare non vale una lunga
    pena.
    Poco m’interessa ella,
    ora vergine sbadiglia
    e il sangue è fluido o è la medesima
    cosa.
    tu come un giunco fresco
    un narciso hai messo alle nari.

    • CLXVII

      e sembra un sogno, ma non ho nessuno.
      O anima, o madre dei poeti
      e al tuo benigno regno, io poveruomo,
      forse nessuno. E languisco nelle tenebre
      che mi ha lasciato il tuo smaltato
      smalto; io due volte, pronto,
      sul punto di uccidermi e anche questo
      mi assale in dubbio. I detriti potranno fare
      povere cose miracolose e questo mi sale
      al labbro, ove io avevo un punto povero
      un punto povero di poeta ….

      ps
      non sono riusciti come tu giustamente temevi ,a ” SEPPELLIRTI VIVO” il tuo povero punto, dolce come il canto notturno di un’usignolo, arricchisce e addolcisce……… questa mia vita.

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